l'attacco a Washington

“Sul 5G Usa fermi ed indietro rispetto alla Cina”. L’attacco a Trump di Paulson, ex segretario al Tesoro

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Henry M. Paulson Jr critica le politiche di Donald Trump sul 5G, come il bando alle aziende tlc cinesi e chiede a Washington "una strategia di recupero per colmare rapidamente questo notevole ritardo, che potrebbe significare la differenza tra la vita e la morte”. Ossia la supremazia tecnologica nel mondo.

“Oggi, con l’avvento della quarta rivoluzione industriale, gli Stati Uniti sono in ritardo”. A dare l’allarme al suo Paese è Henry M. Paulson Jr, ex segretario al Tesoro degli Usa sotto la presidenza di George W. Bush
“Mentre le nostre università e aziende tecnologiche”, scrive Paulson Jr sul Washington Post,continuano a guidare l’innovazione all’avanguardia, dall’intelligenza artificiale alla tecnologia wireless 5G, è la Cina che ha implementato queste tecnologie”

Qualsiasi notevole ritardo potrebbe significare la differenza tra la vita e la morte”

Ecco la nitida fotografia scattata dall’ex segretario al Tesoro: “Gli Stati Uniti stanno perdendo la corsa alla commercializzazione” degli innovativi servizi fruibili grazie al 5G, “un fallimento del nostro stesso processo”, aggiunge. Così Henry M. Paulson Jr si rivolge alla politica, alle telco e alle aziende hi-tech statunitensi, strigliandoli: “Dobbiamo affrontare urgentemente queste carenze per compensare la perdita di tempo e opportunità”.

“Qualsiasi notevole ritardo potrebbe significare la differenza tra la vita e la morte”. Non usa mezzi termini Henry M. Paulson Jr.
È diretto e duro nel suo attacco agli Stati Uniti, perché chiede prontamente una reazione al suo Paese, che altrimenti rischia di perdere per anni la supremazia tecnologia, primato vantato per anni, prima dell’arrivo della quarta rivoluzione industriale.

Sul 5G “Washington si è fermata”

Sul 5G “Washington si è fermata”, scrive. Mentre “la politica industriale di Pechino e il settore privato cinese stanno correndo per promuovere la commercializzazione dei servizi 5G e delle tecnologie emergenti, non solo per la Cina ma anche per le nazioni di tutto il mondo che utilizzano la componentistica e gli impianti Huawei per allestire le reti 5G”.

E’ con il programma ‘Made in China 2025’ lanciato nel 2015 per dar vita alla sua industria 4.0, che la Cina ha lanciato il guanto di sfida al mondo, Stati Uniti compresi, per raggiungere entro 7 anni la supremazia tecnologica nel mondo, in particolare sull’intelligenza artificiale (IA), il 5G, l’Internet delle cose (IoT), le auto a guida autonoma e sulle batterie.

L’ex segretario al Tesoro degli Usa sotto la presidenza di George W. Bush punta il dito anche contro la normativa che sta ostacolando l’installazione delle antenne 5G, “mentre le aziende di telecomunicazioni cinesi non hanno questi problemi”.

Grazie anche a questa semplificazione normativa, nota Paulson Jr.  “la Cina potrebbe realizzare circa 150mila stazioni base entro la fine dell’anno, circa 15 volte quello che avranno gli Stati Uniti”.

I bandi e i dazi non fermano il progresso cinese. “Dobbiamo restare aperti”

Nella seconda parte dell’articolo Henry M. Paulson Jr critica le politiche messe in campo da Donald Trump, senza però citarlo, come il bando alle apparecchiature di telecomunicazioni per le reti 5G realizzate da aziende cinesi, per fermare il progresso tecnologico di Pechino.

“Costruire una cortina di ferro economica, come chiedono alcuni politici, non fermerà i progressi di Pechino”, avverte, “né alimenterà i nostri. Washington deve concentrarsi non solo sul tentativo di rallentare la Cina ma sull’accelerazione degli sforzi in patria”, dove, sottolinea l’ex segretario al Tesoro non c’è un produttore nazionale di apparecchiature 5G, quindi deve fare affidamento su fornitori europei o cinesi. 

In Cina 5G già disponibile in oltre 50 città, mentre in Usa esiste solo il 5G-E

La Cina, invece, ha Huawei e ZTE, i maggiori fornitori di apparecchiature 5G al mondo, che le consentono di passare rapidamente dal roll out delle reti alla commercializzazione dei servizi 5G. Infatti in Cina il 5G è già disponibile in oltre 50 città, mentre negli Stati Uniti esiste solo il 5G-E, che non sostituisce una rete 5G veramente competitiva.

Ecco il messaggio finale che rivolge ai policy maker degli Usa, dopo aver chiaramente fatto notare che il “Governo ha deluso i nostri innovatori e le nostre imprese”. Scrive: “Abbiamo bisogno di una strategia di recupero per colmare rapidamente questo divario”. Come fare? I suoi 4 suggerimenti:

  • Gli Stati Uniti dovrebbero rinnovare il loro impegno per l’eccellenza tecnologica e scientifica aumentando e sostenendo i finanziamenti federali per la ricerca e lo sviluppo con almeno l’1% del prodotto interno lordo. Dobbiamo anche aumentare gli investimenti nelle infrastrutture scientifiche della nostra nazione, compresi i laboratori di innovazione che possono sviluppare le più recenti tecnologie digitali.
  • E gli Stati Uniti devono fare di più per attrarre e trattenere i migliori talenti del mondo. Non possiamo continuare a respingere i migliori studiosi e studenti con una dura retorica e un sistema di immigrazione antiquato.
  • Washington deve spingere il piede sull’acceleratore, stanziare fondi per sostenere il 5G e trovare il modo di compensare i maggiori costi del lancio dei servizi della tecnologia mobile di quinta generazione. 
  • Soprattutto, dobbiamo rimanere aperti. Questo è sempre stato il nostro vantaggio comparativo nazionale.

“La gara sarà lunga”, conclude Henry M. Paulson Jr nel suo editoriale, “ma con il giusto focus strategico e politiche in atto, gli Stati Uniti possono proteggere la propria sicurezza nazionale senza cedere la propria leadership alla Cina nelle tecnologie emergenti”.