Il Rapporto

Smart working impossibile per il 47% dei dipendenti italiani, cresce la paura di essere licenziati

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Nuovo studio internazionale sul lavoro da remoto dei dipendenti del settore privato. Nel nostro Paese meno della metà è stato messo in grado di lavorare da casa. Il 45% dei lavoratori teme il licenziamento.

Il Covid-19 continua a tenere sotto scacco mezzo pianeta, ma più di un Paese sta lentamente cercando di riavviare le proprie economie, facendole uscire dal blocco imposto per contenere l’epidemia.

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha annunciato come possibile data di uscita progressiva dal lockdown il 4 maggio 2020.

Nel frattempo, l’economia italiana si divide tra chi è riuscito a lavorare da remoto e in modalità lavoro agile (o più comunemente in smart working) e chi non è stato all’altezza della sfida pandemica e tecnologica.

Imprese impreparate

Solo il 48% dei dipendenti italiani crede che siano state prese contromisure efficaci per affrontare la crisi, secondo il Report “Cosa pensano gli Italiani a proposito del COVID-19”, realizzato dal Senior Analyst Forrester Resear5ch, Enza Iannopollo.

Ad emergere con forza, invece, è l’impressione generale di una “mancanza di progettazione” per affrontare la pandemia da parte delle aziende e infatti il 47% degli impiegati italiani non può lavorare da casa.

II 42% degli intervistati ritiene che il Governo non stia facendo abbastanza per superare la crisi, ma il dato allarmante è che il 45% di loro teme un’ondata di licenziamenti all’interno delle aziende per cui lavorano.

Il Report, che analizza i dati più recenti sulla crisi del Coronavirus tra i lavoratori italiani, e che fa parte della ricerca “Forrester Research’s PandemicEX”, ha anche cercato di capire quali siano le tecnologie più utilizzate per chi lavora da casa .

Il risultato è che le piattaforme principali di collaborazione a distanza, per comunicare in tempo reale e condividere istantaneamente file, sono state Skype e Dropbox.

Fiducia e mancata comunicazione

In termini di informazioni sull’epidemia e attendibilità delle fonti, i dipendenti italiani hanno mostrato massima fiducia nei confronti del Governo (95%, contro una media europea dell’86%), ma anche verso la televisione (89%, in piena media europea) e anche la propria impresa (89%, anche nella media europea).

Molto più scarsa l’attenzione alle news provenienti dai social, con una fiducia bassissima verso Twitter (42%) e ancora meno nei confronti di Facebook (38%).

Altro dato molto rilevante contenuto nel Report, infine, è che, nonostante la comunicazione aziendale sia da tutti ritenuta essenziale durante una crisi, nel nostro paese solo il 50% dei lavoratori è stato coinvolto dai propri manager nella discussione di un piano per limitare i rischi dell’epidemia.