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Recovery plan, Guindani (Asstel) ‘Fondi per fibra e 5G insufficienti’

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Per il presidente di Asstel Pietro Guindani le risorse destinate a 5G, banda larga e satellite presenti nel Pnrr pari a 4,2 miliardi sono troppo poche e servono almeno 10 miliardi.

“Per rete in fibra e il 5G servono fondi Recovery per almeno 10 miliardi” a dotazione messa in campo dall’Italia nel suo Pnrr “nella parte relativa alla realizzazione delle infrastrutture a banda ultralarga, fibra e 5G, è del tutto insufficiente”. Lo ha detto il presidente di Asstel Pietro Guindani al Sole 24 Ore. “Le infrastrutture digitali sono la premessa indispensabile perla trasformazione digitale di imprese, Pa, turismo o agricoltura. Scordiamoci la diffusione omogenea di big data, cloud computing o intelligenza artificiale se non disporremo di copertura Vhcn sull’intero territorio nazionale. Senza infrastrutture adeguate vedremo solo crescere il “digital divide””. 

“Mi attengo ai numeri. Voglio essere preciso: in questo caso parlo dell’intervento “Banda larga, 5G e monitoraggio satellitare”, con una dotazione di 4,2 miliardi. Attenzione però. Di questi, 900 milioni sono legati a un progetto per il satellitare, 1,1 miliardi sono destinati a voucher per la domanda, mentre 1,1 miliardi sono la replica di finanziamenti già stanziati per le aree grigie. La quota di Pnrr per le infrastrutture è di solo 1,1 miliardi, lo 0,5% del Piano, una somma che non può fare la differenza in alcun modo”, ha aggiunto Guindani.

“lo credo che vadano previsti almeno 10 miliardi. Ci sono cinque titoli su cui intervenire, da noi identificati e che proponiamo per un piano organico. II primo: l’accelerazione e l’estensione della copertura 5G su tutto il territorio. […] Lo stanziamento di 1,1 miliardi per le aree grigie va integrato – ha proseguito – Occorre portare i Giga a tutte le unità immobiliari e imprese di queste aree in cui risiede il 45% della popolazione”.

In terzo luogo, ha aggiunto, “c’è da intervenire sulle nuove aree bianche, emerse dalle consultazioni di Infratel come non rientranti nell’attuale piano di copertura Bul nella misura del 17,6% del territorio nazionale. Quarto, investire nella R&S delle tecnologie 5G, fra cui Open-Ran per creare una tecnologia aperta che aumenti le opportunità di approvvigionamento di apparati radio. Infine incentivare fiscalmente le imprese a dotarsi di apparati 5G in grado integrare le reti pubbliche negli insediamenti produttivi, complemento indispensabile delle misure Impresa 4.0. In gioco c’è il futuro dell’Italia in Europa”.