L'emergenza

Portabilità e Covid-19, l’Antitrust spagnolo fissa le regole ma gli operatori restano divisi

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L'Autorità di Madrid che regola la concorrenza nel mercato fissa i limiti della portabilità per il periodo dell'emergenza virus.

La portabilità in Spagna in tempi di virus accende il dibattito fra istituzioni e operatori. Dopo un blocco totale deciso in un primo momento a causa dell’emergenza Covid-19, il 31 di marzo c’è stata una riapertura da parte del Governo e oggi le nuove regole sono state fissate dalla CNMC (Comision Nacional de los Mercados y la Competencia), l’Antitrust spagnola.

I limiti

In primo luogo, i cambi di contratto e di operatore sono permessi se non è necessaria la presenza di un tecnico a casa del cliente. Per i cambi operatori mobili, le telco hanno già un tetto massimo da rispettare per non incorrere in problemi tecnici in caso di una valanga di richieste ad uno stesso operatore, che potrebbe creare un grosso caos difficile da gestire. Ebbene, l’Antitrust spagnola ha deciso che per tutto il tempo dell’emergenza virus ogni operatore potrà completare il 25% delle portabilità che può fare normalmente.

Nel caso di cambi operatori di telefonia fissa e fibra, l’Autorità di Madrid ha fissato un limite massimo di 50 portabilità al giorno.

Nel caso di un cambio di SIM mobile, di norma non è necessario che il tecnico vada a domicilio né che il cliente debba recarsi in negozio. E’ un’operazione che si può concludere da remoto.

Il problema si pone per le portabilità nel fisso, visto che di norma in questo caso un tecnico installatore deve recarsi nell’abitazione del cliente.   

La CNMC per tutto il periodo dell’emergenza ha vietato lo spostamento dei tecnici.

Le nuove attivazioni sono invece consentite.

Operatori divisi

Gli operatori dal canto loro sono divisi in favorevoli al mantenimento delle portabilità e fautori di regole più restrittive, per proteggere tecnici e clienti.

La misura inizialmente approvata dal Governo di bloccare completamente tutte le portabilità è stata appoggiata da Movistar, Orange e Vodafone, secondo cui non è il momento di promuovere le portabilità ma di garantire il servizio.

Masmovil e gli operatori mobili virtuali al contrario sono per mantenere le portabilità, soprattutto nel mobile, perché si possono fare senza rischi e mantengono il mercato in movimento in un periodo in cui soprattutto Masmovil e Digi stanno guadagnando parecchi clienti.

Operatori tradizionali contro la portabiltà

In seguito il Governo ha cambiato registro, aprendo ad una certa quota di portabilità fissata appunto dall’Antitrust. Una decisione criticata da Telefonica, Orange e Vodafone secondo cui in questo modo i tecnici vengono distratti dalla portabilità, con tutti i rischi che ne conseguono per la salute, e non possono concentrarsi sul mantenimento dei servizi essenziali.

Le nuove norme di sicurezza virus hanno limitato a meno di 5mila i tecnici in servizio, a fronte di un totale di 20mila tecnici che normalmente sono in giro.