Il Report

Lotta alla pirateria, nuovi poteri AGCOM, “KYBC” e promozione offerta legale al webinar FAPAV/MIA per il rilancio dell’industria audiovisiva

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All’evento streaming di ieri, organizzato da FAPAV e MIA - Mercato Internazionale Audiovisivo, si sono confrontati Istituzioni, Autorità preposte, Magistratura, associazioni di settore, rappresentanti dell’industria e delle aziende, con l’obiettivo di sostenere il rilancio del settore e di rendere più efficace la lotta all’offerta illegale di contenuti audiovisivi online, a partire dalla promozione dell’offerta legale (dalle sale al digitale), dai nuovi poteri riconosciuti all’AGCOM, dal potenziamento degli strumenti esistenti e dall’utilizzo di nuovi.

L’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 non si è ancora conclusa e in questo scenario in continua evoluzione di criticità, ripartenza e massima attenzione, l’industria audiovisiva si muove per sostenere e rafforzare un intero settore che solo in Italia occupa oltre 170.000 professionisti.

Una strada sicuramente non semplice, che necessita da un lato di sostegno da parte anche delle Istituzioni, e dall’altro di una sempre più concreta ed efficace lotta alla pirateria, fenomeno che continua a rimanere un serio problema per la filiera.

Il webinar della ripartenza

È partito da queste considerazioni il webinar “Dopo il lockdown: ripartire insieme dalla legalità”, organizzato da FAPAV – Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali, in stretta collaborazione con MIA – Mercato Internazionale Audiovisivo, con l’obiettivo di approfondire gli aspetti salienti del contrasto alla pirateria unitamente al rilancio dell’industria audiovisiva.

“Il webinar che abbiamo organizzato con il MIA si tiene in un momento importante per il settore audiovisivo, in cui la lotta alla pirateria assume una valenza ancora più decisiva per supportare da un lato i nuovi film che usciranno e dall’altro l’offerta legale digitale già esistente”, ha dichiarato Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale FAPAV.

Nel suo intervento di apertura, Giacomo Lasorella, Presidente AGCOM, ha ricordato che sono pervenute più di 2.400 istanze, con un totale di 1.500 ordini di disabilitazione all’accesso in un anno da parte dell’Autorità. “Internet non può essere un far web dominato dalla legge della forza e non dalla forza della legge. Per questo il regolamento ha consentito all’Autorità di promuovere un’azione incisiva, rapida ed efficace nei confronti della pirateria seriale e sistematica”, ha dichiarato Lasorella.

Il lockdown ha provocato un aumento di quasi il 60% di streaming di contenuti, purtroppo anche di quelli illegali. L’Autorità – ha precisato il nuovo Presidente AGCOM – ha assistito ad un notevole aumento di istanze, è importante continuare con la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema della legalità”.

In Italia ogni mese di fermo durante la pandemia, secondo i dati dell’Apa, ha generato nel settore audiovisivo oltre 100 milioni di euro di danni. La libertà di pensiero – ha aggiunto – è possibile solo se c’è la tutela delle opere d’ingegno”.

L’industria dell’audiovisivo tra pirateria e Covid-19

L’AGCOM è pilastro fondamentale di questa azione di tutela e protezione delle opere audiovisive. In tutto il periodo del lockdown – ha dichiarato Bagnoli Rossi, Segretario Generale FAPAV – l’Autorità ha lavorato costantemente per il contrasto alla pirateria con il blocco di numerosi siti web che diffondevano illegalmente contenuti protetti dal copyright. Il Regolamento dell’AGCOM è una best practice a livello mondiale. L’implementazione dei nuovi poteri dell’Autorità, risultato anche di quanto contenuto nel decreto Rilancio, non farà altro che potenziare gli strumenti a nostra disposizione nella lotta alla pirateria”.

L’industria audiovisiva è sempre stata presente, durante il lockdown con l’offerta digitale direttamente nelle case degli italiani, e subito dopo con le nuove uscite al cinema e con la riapertura delle sale e l’avvio delle nuove produzioni. In questi mesi difficili, magistratura, AGCOM e Istituzioni si sono dimostrati attenti al tema della pirateria e della difesa del diritto d’autore. In termini generali – ha proseguito il Segretario Generale della FAPAV – la pirateria legata al 2019 ha avuto un’incidenza sul 37% della popolazione, si sono perse 96,2 milioni di visioni, per un danno economico che supera il miliardo di euro, con 5.900 circa posti di lavoro persi”.

Nei mesi del blocco, invece, si è passati ad un’incidenza della pirateria del 40%, con 243 milioni di atti illeciti. Ma, ha affermato Bagnoli Rossi, ci sono state anche delle buone notizie.

Se da un lato è cresciuta la pirateria, dall’altro abbiamo assistito anche ad un aumento dell’offerta legale con un +8% di nuovi abbonamenti. A tutto questo va però ricordato anche il fenomeno delle IPTV Legali, perché è quello che maggiormente crea danni all’industria, legato a organizzazioni criminali internazionali. Fenomeno in crescita, con un utilizzo che è arrivato fino al 19% nel quadro delle attività pirata”, ha detto Bagnoli Rossi.

In questi mesi, ci sono state diverse operazioni esemplari delle Forze dell’Ordine, almeno cinque grandi operazioni portate a termine contro siti illegali, IPTV pirata e canali Telegram, con il blocco di 297 siti su istanza FAPAV da parte di AGCOM, la rimozione di 4.000 link, 2.800 video e 6.000 pagine web di rimozioni selettive.

Per ripartire davvero serve creare un ecosistema digitale sano da mettere a disposizione di tutta l’industria audiovisiva, ma serve creare delle condizioni precise, a partire dall’opportunità legata alla distribuzione online dei contenuti creativi, sul cui sviluppo pesa la pirateria. Bisogna definire gli strumenti a nostra disposizione, a partire dai nuovi poteri dell’AGCOM e dai DNS alternativi che consentono di aggirare i blocchi”.

Altro tema è la Direttiva Copyright, che va implementata rapidamente e ricevuta così com’è dal nostro Paese.

Un evento questo che potremmo considerare come il primo contenuto del MIA digital dopo la chiusura del mercato fisico”, ha commentato Lucia Milazzotto, Direttore MIA – Mercato Internazionale Audiovisivo.

L’innovazione tecnologica pone dei problemi nuovi nella catena del valore. Ci sono opportunità se si sanno gestire i rischi. Tutelare i contenuti audiovisivi significa proteggere un’industria, un mercato, dei posti di lavoro”, ha ricordato.

Il mercato non è solo un evento glamour, ma di business. Oltre allo star system ci sono anche i produttori, l’ecosistema B2B, la necessità di indovinare i trend e gli strumenti per controllare i trend stessi. Un mondo da difendere”.

Lo strumento “KYBC”

Chi è il proprietario tipo di domini truffa? Speculatori che li comprano sperando di venderli ai truffatori, i quali possono poi registrarsi usando falsi nominativi. La maggior parte dei provider di nomi di dominio non verifica i dettagli identificativi dei clienti commerciali” – ha dichiarato Stan McCoy, Presidente Motion Picture Association EMEA, nel keynote della giornata.

Ogni sito di streaming illegale, app o servizio IPTV pirata, si basa su contenuti archiviati. La location in è cui archiviato il contenuto è spesso un cyberlocker pirata, come Openload. Una piattaforma così grande da essere inserita tra le prime dieci fonti globali di traffico in streaming di internet e chiusa da ACE – Alliance for Creativity & Entertainment lo scorso anno”, ha spiegato McCoy.

Per fornire streaming di alta qualità al mercato dei consumatori europei serve un’infrastruttura avanzata, hosting, elaborazione di sistemi di pagamento multipiattaforma e altri servizi. Openload era ospitato in Francia, insieme ad altri due cyberlocker molto famosi, Streamango e Radpivideo. Sono stati ospitati da un importante provider di hosting, utilizzato da centinaia di aziende. L’host in questione ha raccolto più di 19 milioni di euro in cinque anni per ospitare Openload e gli altri due servizi pirata”.

Tutto pagato con carte di credito non rintracciabili. L’anonimato – ha precisato McCoy – è un muro che impedisce la conoscenza del cliente e allo stesso tempo è un punto su cui lo stato di diritto si dissolve in ambito online”.

Gli intermediari guadagnano milioni dai clienti commerciali fraudolenti che non forniscono dati. Un problema che non riguarda solamente la pirateria dei contenuti culturali, ma anche altri settori. Una vera e propria epidemia di operatori fasulli, che rende difficile fare istanza di azioni civili o penali per contenerne i danni.

Una soluzione potrebbe essere rappresentata dal protocollo “Know Your Business Customer o KYBC, ha dichiarato il Presidente MPA EMEA, in linea con l’articolo 5 della Direttiva UE: “Si tratta di misure normali di due diligence che consentirebbero di contrastare l’anonimato sul web, ormai una costante di chi opera illecitamente per sfruttare e guadagnare tramite l’utilizzo non autorizzato di opere audiovisive, attraverso la verifica delle informazioni fornite nell’ambito dell’acquisto di servizi quali hosting, domini, storage ecc. Laddove l’identità del cliente risulta essere falsa, il fornitore di servizi è tenuto a interrompere il servizio”.

Tali misure sono entrate nella discussione a livello di Unione Europea in merito al DSA, Digital Service Act. Il Comitato IMCO dell’Europarlamento le ha fatte poi sue, come primo passo per portare lo Stato di diritto nell’ecosistema digitale e online.

Le operazioni della GdF

Marco Spagnoli, Giornalista e Responsabile MIA Doc, ha poi moderato un ampio panel di interventi, introdotto dalle più recenti attività di contrato alla pirateria audiovisiva, portate avanti da magistratura e Forze dell’Ordine, a partire dall’operazione “Evil Web.

Il sequestro dei siti che diffondono illegalmente i contenuti è un’azione efficace solo se sostenuta da effettività e concretezza del provvedimento cautelare in sede di esecuzione. Questo perché – ha spiegato Massimo Lia, Procuratore Capo della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gorizia – la tecnologia corre più velocemente delle norme giuridiche, che invece sono lente nell’efficacia. Per questo, assistiamo a provvedimento inibitori che poi risultano tardivi. Un ulteriore problema è che i server pirata sono all’estero e la problematica dei rapporti tra Stati ai fini dell’esecuzione dei provvedimenti giudiziari deve essere ulteriormente approfondita e risolta”.

Nell’operazione in questione, ha detto Laura Collini, Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gorizia, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Gorizia ha dato esecuzione a un provvedimento di sequestro preventivo, disposto dal GIP del locale Tribunale su richiesta della Procura della Repubblica, di 58 siti web illegali e 18 canali Telegram, che attraverso 80 milioni di accessi annuali rappresentano circa il 90% della pirateria audiovisiva ed editoriale in Italia.

Un risultato meritevole ma poco efficace sul lungo periodo – ha precisato Collini – perché è sufficiente una modifica minima dell’indirizzo del dominio di secondo livello per aggirare il sequestro e rendere inefficace il provvedimento. Da qui l’idea innovativa di colpire anche gli alias, con un provvedimento semi-aperto”.

L’incisività dell’intervento è stata determinata da un approccio investigativo sviluppato in sinergia con l’Autorità Giudiziaria isontina che ha visto l’adozione nella misura cautelare sugli “alias” associati ai domini web di secondo livello: “Questa innovazione procedurale sta consentendo, giorno per giorno, l’immediata inibizione di centinaia di nuovi domini web illecitamente creati nell’intento di aggirare l’originario provvedimento dell’Autorità Giudiziaria”.

Una novità che si è dimostrata efficace, ma non priva di criticità. Per bloccare server, chiedere informazioni e occuparsi dei gestori non ubicati in Italia, dobbiamo ricorrere a strumenti legali farraginosi, che rendono le attività di indagini difficoltose. Anche a partire dalla traduzione dei documenti in cui spiegare lo schema delle attività di indagini”.

La voce dell’industria

Giampaolo Letta, Vice Presidente e AD Medusa, ha poi illustrato un caso nazionale particolare, quello del film “Tolo Tolo”, significativo per come tracciare una strada anche da parte dei titolari dei diritti per contrastare il fenomeno pirateria.

Gli elementi chiave alla base di questa esperienza sono: un’organizzazione efficiente, la tempistica o tempestività degli interventi, il coordinamento tra i vari soggetti coinvolti, a cominciare dai titolari dei diritti, le aree legali, la Magistratura e le Forze dell’Ordine, i consulenti tecnici e la collaborazione con le telco”, ha dichiarato Letta.

Un’azione che si è divisa in due fasi. Nella prima – ha illustrato l’AD Medusa – si è monitorata la rete, perché già da un mese prima veniva annunciato il film anche sui siti pirata. Poi, si è chiesto al giudice di ordinare agli ISP di inibire la connessione ai siti pirata. Istanza accolta dal tribunale di Milano con una diffida agli stessi ad adeguarsi al provvedimento del giudice. Un’azione efficace, che è riuscita ad inibire oltre il 97% dei siti pirata individuati/violazioni constatate”.

La collaborazione tra i soggetti interessati è quindi fondamentale. Soprattutto le telco possono dare una mano in più, magari con azioni più incisive e più rapide: “I mezzi di informazione sono infine fondamentali per veicolare la promozione dell’offerta legale e una giusta idea di quanto danno provoca la visione illegale di un film o una serie, che non è solo economico, ma riguarda anche la vita di chi ci lavora”.

Tutto quello che passa in rete non è gratuito. È una percezione sbagliata. Tutto ha un costo e accedere a determinati servizi illegali significa offrire gratuitamente i propri dati, mettendoli nelle mani di sconosciuti, di organizzazioni spesso criminali. Per il rilancio del settore – ha concluso Letta – serve continuare a produrre contenuti e a distribuirli, per questo si deve tutelare l’industria nel suo insieme dall’attacco della pirateria”.

Il cinema ha sofferto molto il lockdown. La settimana appena conclusa ha registrato un box office attorno a 1,7 milioni di euro, contro quasi 10 milioni dell’anno passato. Andare in sala è centrale per il rilancio dell’industria”, ha detto Fabrizio Ioli, Senior Vice President Home Entertainment & Consumer Product Warner Bros. Ent. Italia. “Stiamo vivendo un momento veramente particolare, che rivede anche le regole dell’intrattenimento. Uno scenario sicuramente complesso dove la stessa filiera sta cambiando, anche la distribuzione del valore sta subendo una trasformazione. Serve stabilità. Sono state introdotte nuove modalità di sfruttamento dei diritti con le piattaforme digitali legali online, ma le sale cinematografiche devono essere sostenute e tutelate, perché rimane un’esperienza collettiva che valorizza i contenuti”.

Francesco Grandinetti, General Manager The Space Cinema, ha poi parlato della pratica illegale del camcording, cioè la registrazione illegale di un film direttamente in sala con il fine di distribuire il tutto sulle piattaforme pirata.

Siamo consapevoli del ruolo della sala nella protezione dei contenuti. Un tema che abbiamo affrontato con nuove procedure di sicurezza e controllo, soprattutto contro il camcording. Alcune di esse sono state aggiornate assieme a FAPAV per l’uscita al cinema di “Tenet”, titolo ad alto rischio pirateria”, ha spiegato Grandinetti.

Controlli che si fanno su tutti i titoli e le sale, ma in questo caso si è cercato un potenziamento delle procedure operative, anche in sede di formazione del personale. Si è investito sui visori notturni, nel sistema interno di sorveglianza, attenzionando anche i posti più favorevoli per compiere attività pirata”.

Davide Novelli, Presidente Cinetel e Distribution Director Vision Distribution, ha colto “qualche segno positivo che arriva dal mercato”. Nonostante lo scenario emergenziale, con la perdita dell’80% degli incassi rispetto al 2019, “c’è qualche titolo che sta riuscendo a raggiungere risultati di botteghino considerato il contesto. Tolte le grandi major e i blockbuster, la quota di mercato possibile è del 20-30% di mercato, più o meno quanto sta accadendo al momento. Ci sono dei film che hanno fatto dei buoni risultati, grazie anche ad una maggiore collaborazione con la filiera”.

Se i grandi film sono stati rimandati, significa comunque che la sala è centrale e questo è un altro dato positivo nonostante il lockdown e le restrizioni conseguenti”.

C’è una domanda di contenuti crescenti in Italia e nel mondo. “Prima di far nascere Chili il benchmark è stata proprio la pirateria. Bisogna ragionare sull’offerta. Se il mercato di riferimento dei pirati è lo streaming – ha affermato Giorgio Tacchia, Ceo & Founder Chili – allora è meglio contrapporre un’offerta legale con un prezzo corretto e una modalità favorevole di fruizione. Gli elementi rilevanti che contano nel successo dell’offerta legale è la tempestività dell’uscita di un titolo, il packaging accattivante e un maggiore livello di intrattenimento e qualità. Il mercato cresce con la domanda, ma non riusciamo a mettere un termine alla pirateria. Necessario un maggiore coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti in questo obiettivo”.

Siamo in autunno e i film devono andare in sala. È dalla sala che parte il nuovo ciclo di vita delle pellicole. È stato facile gestire il lockdown con quanto si era fatto in precedenza, ma per il futuro si deve fare più affidamento sul cinema in sala, elemento essenziale per l’intera filiera dell’industria audiovisiva”, ha infine precisato Antonio Medici, Ceo Bim Distribuzione e Vice Presidente Distributori ANICA.

L’unico effetto positivo del virus è stata una digitalizzazione forzata del Paese. Abbiamo avuto un enorme aumento di consumo di contenuti digitali. Per battere la pirateria – ha aggiunto – serve una grande offerta legale a pagamento. Bisogna riflettere in maniera più approfondita per capire dove si gioca davvero la partita”.

Le conclusioni

Nelle conclusioni del webinar, Bagnoli Rossi ha ripreso alcuni punti chiave emersi dal confronto: “Abbiamo strumenti efficaci, ma il lockdown ha evidenziato il potenziale dannoso dei pirati, bisogna quindi alzare l’asticella, dobbiamo andare a prendere gli strumenti efficaci che abbiamo e potenziarli. Per quanto riguarda il camcording gioca un ruolo chiave nella filiera dei pirati e va contrasto al massimo. FAPAV lavorerà assieme al Garante per la Privacy per capire come implementare la nuova normativa.

AGCOM rimane una delle best practices a tutela dei contenuti. I nuovi poteri di AGCOM rafforzeranno ulteriormente questo strumento” ha precisato Bagnoli Rossi.

“Le proposte di legge per aggiornare gli strumenti antipirateria stanno andando avanti, con riscontri molto positivi anche da parte del Governo” ha ricordato Bagnoli Rossi. “Pensiamo al lavoro con il Viceministro all’Interno, Vito Crimi, al sostegno dato allo strumento del KYBC, ai parlamentari che stanno portando avanti proposte di legge organiche sulla pirateria, tra cui quella dell’Onorevole Massimiliano Capitanio sulla quale si comincerà a discutere a breve”.

“Accanto a tutto questo, però, deve aumentare e migliorare l’offerta legale. AGCOM nel regolamento prevedeva il comitato per l’offerta legale, e forse il tavolo va riattivato sotto la guida dell’Autorità stessa.

Non ultime, ci sono le attività di comunicazione: è arrivato il momento di un passo in avanti della Presidenza del consiglio, che si deve esprimere su questo problema. Il sottosegretario Andrea Martella ha dato segno di rinnovato interesse riguardo allo sviluppo dei nuovi strumenti di comunicazione”.

Al termine del webinar FAPAV – MIA, è stato presentato uno spot antipirateria girato dagli studenti della Luiss Business School.