Tasse

Google, Facebook, Apple e Microsoft: il fisco britannico chiede 1,3 miliardi di sterline

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Secondo quanto riportato da Tax Watch UK, grazie a complesse strutture finanziarie, finalizzate a portar via i profitti dai Paesi in cui sono generati, e ad un’aliquota fiscale di appena il 2,9%, le big tech hanno pagato solamente 238 milioni di sterline di tasse in Gran Bretagna.

Cinque tra le più grandi multinazionali tecnologiche al mondo hanno fatto profitti nel Regno Unito per 8,1 miliardi di sterline nel 2018. Il fisco di sua maestà chiede ora che Apple, Google, Facebook, Microsoft e Cisco paghino quanto dovuto in tasse, cioè 1,3 miliardi di sterline.

Secondo quanto riportato da Tax Watch UK, grazie a complesse strutture finanziarie, finalizzate a portar via i profitti dai Paesi in cui sono generati, e ad un’aliquota fiscale di appena il 2,9%, le cinque società hanno pagato solamente 238 milioni di sterline di tasse in Gran Bretagna.

Google ed Apple sono le due corporation che hanno registrato fatturati stellari nel Regno Unito nel 2018: il primo più di 9,3 miliardi di sterline, la seconda 12,2 miliardi di sterline. A fronte di questi numeri, però, hanno pagato tasse solo per 72,9 milioni di sterline, nel caso di Google, e 70,9 milioni di sterline, nel caso di Apple.

Italia

In Italia, nello stesso anno, secondo R&S Mediobanca, Microsoft ha pagato 16,5 milioni di euro di tasse, Google 4,7 milioni, Facebook 1,7 milioni, Apple 12,5 milioni.

Un confronto che in verità non regge con il mercato britannico, visto che nel nostro Paese i 25 brand tecnologici più rilevanti hanno generato ricavi per soli 2,5 miliardi di euro, pari allo 0,3% di quelli globali.

Anche da noi, comunque, come in Gran Bretagna, il gioco è lo stesso: spostare il fatturato delle filiali locali in Paese dove le aliquote fiscali sono più basse, con gravi perdite per il fisco.

L’Italia, però, è uno dei pochi Paesi europei ad aver introdotto la web tax, cioè il prelievo erariale del 3% per le imprese digitali con ricavi ovunque realizzati non inferiori ai 750 milioni di euro e ricavi da servizi digitali non inferiori a 5,5 milioni di euro.

Web Tax

L’imposta è stata pensata nel nostro Paese per colpire tutti quei servizi Business-to-Business come Netflix e Spotify, nonché aziende come Google, Facebook, Amazon e Alibaba. Per l’anno in corso, la stima governativa è un incasso di circa 700 milioni di euro.

Il timore è che queste multinazionali possano scaricare la tassazione proprio sui consumatori finali. Rimane il principio che tutti devono pagare le tasse, soprattutto quelle imprese che fanno miliardi di profitti lasciando sul territorio poche briciole di risorse.

All’dea di web tax hanno aderito, oltre l’Italia, altri Stati come Austria, Francia, Spagna, la stessa Gran Bretagna, Ungheria e Repubblica Ceca.