la volta buona?

Gentiloni, tra i suoi compiti la web tax (Favorevole già dal 2017 quando era premier)

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Paolo Gentiloni, commissario europeo agli Affari economici e monetari, dovrà anche “ideare”la web tax per le multinazionali del Web se non si raggiunge un'intesa in ambito Ocse.

Paolo Gentiloni, nella veste di commissario europeo agli Affari economici e monetari, avrà, non solo il delicato compito di giudicare i conti pubblici dei Paesi dell’eurozona, ma dovrà anche “ideare”, si spera sia la volta buona, la web tax per le multinazionali della Rete. Obbligare quindi Google, Apple, Facebook, Amazon&Co. a pagare le imposte per i profitti realizzati in Europa.

Web Tax, cosa diceva Gentiloni nel 2017 quando era premier

Così la prossima Commissione Ue dovrebbe rompere gli indugi sulla tassazione dei colossi dell’economia digitale. La strada principale sarà, ancora, lavorare con i partner dell’Ocse, da diversi anni impegnata su questo fronte, ma non ha ancora deciso nulla. Ma, se entro la fine del prossimo anno l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico non sarà riuscita a mettere d’accordo i suoi 35 membri, Gentiloni può presentare una proposta per un’equa imposta digitale europea, imposta sulla quale il neocommissario europeo agli Affari economici e monetari ha già espresso un parere favorevole quando era presidente del Consiglio. Ecco le sue parole durante il Digital Summit a Tallinn in Estonia, il 29 novembre 2017.

“Non possiamo accettare l’idea che il diritto di stabilimento delle imprese, per quanto riguarda i giganti e le piattaforme del web, sia concepito come nell’era in cui si pagavano le tasse nel luogo in cui si aveva la fabbrica e i lavoratori”, aveva detto ai cronisti. “Oggi ci sono alcune di queste grandi piattaforme, che ci semplificano la vita e alle quali non vorremmo rinunciare, ma hanno dei volumi di affari strepitosi nei nostri Paesi, nonostante abbiano poche unità di dipendenti e piccole sedi in Europa”, aveva dichiarato l’ex premier. “Dobbiamo andare avanti sulla proposta della Commissione, ma intanto i singoli Paesi non solo possono, ma devono lavorare in coordinamento tra loro anche nel senso di una cooperazione rafforzata e se è possibile in tempi rapidi”, aveva concluso Gentiloni.

La Web Tax in Francia

Dunque con il commissario italiano si prospetta una web tax europea se non si raggiunge un’intesa in ambito Ocse. Un’intesa sulla tassazione dei giganti del web trovata, invece, all’ultimo G7 a Biarritz in Francia in cui il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato alla stampa l’accordo sulla Web Tax con gli Stati Uniti. Inoltre lo Stato francese ha promesso agli Usa che si impegnerà a eliminare la web tax nazionale non appena l’Ocse troverà un accordo globale. Nel caso l’Organizzazione Internazionale dovesse stabilire imposte inferiori al 3%, la Francia ha annunciato anche che si farà carico di riconoscere alle aziende tecnologiche la differenza, perché la web tax nel Paese è un prelievo del 3% dei ricavi alle imprese che ‘creano valore aggiunto grazie agli internauti francesi’ e generino un giro d’affari per più di 750 milioni di euro in totale e più di 25 milioni in Francia.