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Garante Privacy, proteste vittoriose. Bocciato l’emendamento per portare i membri da 4 a 5

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Non arriveranno con la legge di bilancio le nuove regole sulla governance del garante Privacy né lo slittamento di un mese fino al 31 gennaio 2020 del collegio del Garante e dell’Agcom.

Proteste vittoriose, emendamento bocciato. Non arriveranno con la legge di bilancio le nuove regole sulla governance del garante Privacy né lo slittamento di un mese fino al 31 gennaio 2020 del collegio del Garante e dell’Agcom. L’emendamento dei relatori Accoto (M5S) e Stefàno (Pd) che propone di portare da 4 a 5 il numero dei componenti del collegio è stato giudicato inammissibile per estraneità di materia dalla Commissione Bilancio al Senato, che ha contestualmente bocciato la proposta di allungare di un mese i tempi di vacatio del Garante Privacy e dell’Agcom. Resta quindi il termine del 31 dicembre per la nomina dei nuovi collegi delle due authority.

Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri si era schierato apertamente contro la proposta di riforma, definendola “una grave illegalità”. La procedura per il rinnovo delle authority è partita già da tempo e i candidati hanno già inviato i curriculum al Parlamento.

 Le proteste di Key4biz sono state ascoltate, cambiare le regole in corsa per una poltrona in più sarebbe stato inaccettabile per tutti coloro che avevano inviato i curriculum in tempo. Lo stop della norma che voleva cambiare in corsa le regole sulla nomina del collegio del Garante Privacy rappresenta una scelta di buon senso, seppur tardiva, una toppa che tutela i meccanismi dello Stato in un momento molto delicato per il mondo del digitale, orfano della piena operatività delle principali authority ormai da troppo tempo.

Una proposta scorretta, a curriculum dei candidati già presentati da tempo, per cambiare le regole di governance a partita in corso. Una proposta che di fatto avrebbe scompaginato l’iter di elezione del Garante Privacy per aumentare le poltrone, in barba alle ripetute promesse del Governo di volerle tagliare.

Oggi i quattro membri sono eletti dalle Camere e a loro volta scelgono uno di loro come presidente. A questo punto, come da calendario, giovedì 19 dalle 9,30 il Senato dovrebbe votare su due componenti del Garante per la privacy e dell’Agcom, come stabilito due giorni fa dalla capigruppo di Palazzo Madama.

L’emendamento giudicato inammissibile in Commissione Bilancio al Senato