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Garante Privacy e Agcom, il 18 febbraio si vota alla Camera e al Senato

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Cambio di programma. Il voto sarà “unificato”, ossia lo stesso giorno si voterà anche al Senato, come risulta a Key4biz, e non più il 6 febbraio.

La conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha, finalmente, deciso quando la Camera voterà i componenti di propria competenza dell’Agcom e del Garante per la protezione dei dati personali: il 18 febbraio. E il voto sarà “unificato”, ossia lo stesso giorno si voterà anche al Senato alle ore 16:30, come risulta a Key4biz, e non più il 6 febbraio, per l’elezione degli altri 2 componenti del collegio dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali e dei restanti 2 commissari dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

L’insostenibile proroga dei vertici delle due Autorità, che dura da agosto-settembre 2019, volge così verso il termine e le conferenze dei capigruppo di Palazzo Madama e di Montecitorio hanno deciso le date delle elezioni solo dopo il monito del presidente della Repubblica del 27 dicembre scorso, riportata da la Repubblica: “Il Quirinale è preoccupato perché due organi di garanzia del nostro Paese – punti di riferimento per le imprese e le famiglie – operano ormai come ‘anatre zoppe’ senza più essere nella pienezza dei loro poteri”.

Garante privacy, come si eleggono i 4 componenti

I quattro componenti eletti dal Parlamento per il collegio del Garante privacy avranno poi il compito di eleggere il Presidente del Collegio e in caso di pareggio sarà eletto il più anziano. Il mandato per il Collegio dell’Autorità è di sette anni, non rinnovabile.

Possono essere eletti solo chi ha inviato il cv, ecco chi sono tutti i candidati.

Agcom, come si eleggono i 4 commissari e il presidente

Come detto anche l’elezione dei quattro Commissari Agcom spetta al Parlamento, in questo caso non è stata previsto l’invio delle candidature, mentre il presidente dell’Authority viene nominato con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio, d’intesa con il Ministro dello Sviluppo Economico, previo parere favorevole delle Commissioni parlamentari competenti.