L’intervista

Fieg contro Telegram: “Con giornali piratati perdita fino a 180 milioni l’anno”. Cosa fare?

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Intervista a Francesco Paolicelli, tra i massimi esperti in Italia di Telegram e sviluppatore di Bot per l’app: “Certo che può bloccare la condivisione i giornali piratati. Consiglio una raccolta firme su Change.org inviandola al Ceo Pavol Durov, che potrebbe decidere di implementare una regola etica e chiudere i canali incriminati”.

La Federazione degli editori dei giornali (Fieg) punta l’indice contro Telegram, perché su circa 8 canali dell’app di messaggistica gratuita sono condivisi quotidiani piratati, che creano un danno economico “fino a 180 milioni l’anno”.

Come è stato calcolato il dato? È una stima prudenziale elaborata dalla Fieg, e riportata da MilanoFinanza, assumendo che solo il 7-10% degli utenti che accedono ai canali di Telegram sia disposto a comprare ogni giorno un giornale, si registra una perdita di valore di 4-500mila euro per minori introiti su base annua di 144-180 milioni.

Per questo motivo, continua MF, alcuni gruppi editoriali, come Gedi e Rcs, stanno valutando di intraprendere azioni specifiche contro Telegram. Ma il fenomeno è frequente anche su WhatsApp, e sull’app di proprietà di Facebook è più facile individuare i colpevoli perché i quotidiani “craccati” sono inviati da amici, e non da canali o da bot.

Concretamente cosa potrebbe fare Telegram contro la condivisione di giornali piratati?

Lo abbiamo chiesto a Francesco Paolicelli, tra i massimi esperti in Italia di Telegram e sviluppatore di Bot per l’app.

Key4biz. Secondo lei Telegram può bloccare la condivisione dei giornali piratati?

Francesco Paolicelli. Certo che sì. È un operatore privato. Può decidere di cambiare le regole come meglio crede. Magari con una bella raccolta firme su Change.org inviandola al fondatore e Ceo Pavel Durov, che potrebbe decidere di implementare una regola etica e nel caso dell’editoria, decidere che dato che dà nocumento, può chiudere il canale incriminato.

Key4biz. Nelle Faq, Telegram spiega “in caso di un bot o un canale che sta violando il copyright non possiamo intervenire perché le chat sono private”. Come commenta?

Francesco Paolicelli. Ma qui non è solo una questione di copyright. Molti articoli di molte testate giornalistiche sono rilasciati con una licenza creative commons (quindi in deroga al copyright). Sono infatti dette licenze copy left. Il canale Telegram non ha un vantaggio economico e non credo quindi vìoli la licenza applicata. Il punto è il danno economico, diversa cosa, per il fatto che molti leggono i quotidiani senza averli comprati. Ma il “dolo” è di chi immette i contenuti, non di Telegram che li ospita. Per questo parlavo di etica e lascerei stare il diritto (internazionale in questo caso).

È vero che Telegram non trae un diretto vantaggio economico dalla condivisione dei giornali piratati, ma questo fenomeno illegale genera utenti, quindi dati, che contribuiscono al valore dell’app di messaggistica.

In attesa delle possibili azioni legali contro Telegram, alla Fieg consigliamo di inviare un reclamo a dmca@telegram.org. È la stessa società ad indicare questa modalità in caso di bot o canali che violano il copyright.