Il provvedimento

Fake news, l’UE all’attacco delle bufale online

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La Commissione europea lancia consultazione pubblica e annuncia nuova task force anti bufale online. Scopo dell’iniziativa è porre un argine alle false notizie in rete e rinsaldare il legame di fiducia tra cittadini e mezzi di informazione.

In una recente indagine della BBC si affrontava a livello globale il problema delle bufale online. Le false notizie, o fake news, che corrono sulla rete riuscendo a insinuarsi un po’ ovunque, a volte anche su testate giornalistiche ritenute attendibili, sono un argomento che solleva preoccupazione e in alcuni casi disaccordo tra gli utenti del web.

La survey condotta in 18 Paesi da Globescan ci consegna un panorama globale in cui il 79% degli intervistati si dice molto preoccupato delle false notizie che girano in rete, ma soprattutto del fatto che è sempre più difficile comprendere e tenere separato ciò che è vero da ciò che on lo è.

Allo stesso tempo, però, quasi 6 utenti di rete su 10 si dicono contrari ad ogni forma di regolamentazione di internet (nel 2010 erano il 51%).

Per il 53% degli intervistati, inoltre, la cosa più grave è che le fake news stanno minando la credibilità dell’informazione stessa (il 49% nel 2010).

Un anno fa la Commissione ospitò il secondo convegno annuale sui diritti fondamentali, dedicato al tema “Pluralismo dei mezzi d’informazione e democrazia“. Da un sondaggio Eurobarometro risultava che i cittadini europei sono molto preoccupati per l’indipendenza dei mezzi di comunicazione e che il livello di fiducia nei media è calato.

Per affrontare una situazione che potrebbe solo che peggiorare, Ieri la Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica sulle fake news e la disinformazione online. Lo scopo, ha spiegato in una nota Frans Timmermans, primo Vicepresidente della Commissione, è proprio quello di “dare ai cittadini europei gli strumenti per individuare le notizie false, accrescere la fiducia online e gestire le informazioni che essi ricevono”.

Quindi rinsaldare il legame tra lettore e mezzi di informazione, ma anche riequilibrare il rapporto al momento minacciato tra “libertà di espressione, pluralismo dei media e diritto dei cittadini a informazioni diverse e affidabili”, ha affermato Andrus Ansip, Vicepresidente della Commissione e Commissario responsabile per il Mercato unico digitale, perché “tutti i soggetti interessati, come le piattaforme online e i media, dovrebbero partecipare alla ricerca della soluzione”.

Come spiega in un tweet il Direttore Generale della DG Connect della Commissione Europea, Roberto Viola, l’iniziativa consentirà ai cittadini di dire la propria sul tema e di suggerire delle soluzioni.

Intervenendo a fine ottobre alla XXXI edizione del Festival Eurovisioni, Viola aveva già annunciato che per il 2018 “nel programma di lavoro della Commissione Europea presentato c’è l’impegno di intervenire sui contenuti illegali in rete e sulle fake news. Ma non ci sarà il ministero della verità europeo e Nessuna nuova legislazione”.

Sarà inoltre istituito un gruppo di esperti ad alto livello che rappresenta il mondo accademico, le piattaforme online, i mezzi d’informazione e le organizzazioni della società civile.

Il lavoro del guppo  e i risultati della consultazione pubblica contribuiranno alla definizione di una strategia dell’UE per contrastare la diffusione di notizie false, che sarà presentata nella primavera del 2018.

L’invito a presentare candidature per entrare a far parte della task force è aperto fino a metà dicembre. Il gruppo di esperti ad alto livello dovrebbe diventare operativo a gennaio 2018 e svolgerà la sua attività nell’arco di diversi mesi.

La consultazione è finalizzata a raccogliere pareri sulle azioni che l’Unione europea può intraprendere per offrire ai cittadini strumenti efficaci per individuare informazioni affidabili e verificate e adattarsi alle sfide dell’era digitale.

Tre gli ambiti principali:

  • la portata del problema, ossia in che modo cittadini e parti interessate percepiscono le notizie false, quanto sono consapevoli della disinformazione online e in che misura si fidano dei diversi media;
  • la valutazione delle misure già adottate dalle piattaforme, dai mezzi d’informazione e dalle organizzazioni della società civile per combattere la diffusione di notizie false online e i pareri sui ruoli e sulle responsabilità delle parti interessate;
  • le possibili azioni future per migliorare l’accesso dei cittadini a informazioni affidabili e verificate e impedire la diffusione della disinformazione online.