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Digitale in sanità, Bisciglia (Aidr):’In arrivo nuove figure professionali’

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A tracciare la rotta da seguire, nel corso del convegno “La responsabilità medica e la tutela della privacy nell’era della medicina digitale”, tenutosi ieri presso la Corte d’Appello civile di Roma, è stato il cardiologo Andrea Bisciglia, responsabile dell’Osservatorio sulla sanità digitale di Aidr.

La “centralità” del rapporto medico-paziente “non viene mai messa in discussione”. E l’apporto delle nuove tecnologie va sempre inquadrato come “un mezzo, non certo un fine”. Detto questo, è fuor di dubbio che “oggi, con la sanità digitale, si è aperto un nuovo fronte. E intorno a ruolo del medico ruotano anche altre figure professionali, dagli operatori informatici fino ai dirigenti delle aziende sanitarie, che devono rispondere della finalità dei dati dei pazienti, oltre che alla sicurezza degli stessi”. A tracciare la rotta da seguire, nel corso del convegno “La responsabilità medica e la tutela della privacy nell’era della medicina digitale”, tenutosi ieri presso la Corte d’Appello civile di Roma, è stato il cardiologo Andrea Bisciglia, responsabile dell’Osservatorio sulla sanità digitale di Aidr (Associazione italian digital revolution).

“Il Fascicolo sanitario elettronico (Fse) – ha subito inquadrato Bisciglia – è lo strumento attraverso il quale il cittadino può tracciare e consultare tutta la storia della propria vita sanitaria, condividendola con i professionisti sanitari per garantire un servizio più efficace ed efficiente. È un insieme di dati e documenti. Tra questi, alcuni sono – per legge – obbligatori e fanno parte del cosiddetto ‘nucleo minimo’, altri sono, invece, documenti di tipo integrativo e servono ad arricchire il Fse, ma rimangono comunque facoltativi: prescrizioni, prenotazioni, cartelle cliniche…”.

“A oggi, tutte le Regioni hanno dato il consenso al Fascicolo sanitario elettronico e oltre 11 milioni e mezzo di italiani hanno dato il consenso all’apertura del proprio Fse, arrivando a oltre 239 milioni di referti digitalizzati. Il trattamento dei dati sanitari – ha evidenziato inoltre Bisciglia – è effettuato al fine di migliorare i processi di: a) prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione; b) studio e ricerca scientifica in campo medico, biomedico ed epidemiologico; c) programmazione sanitaria, verifica della qualità delle cure e valutazione dell’assistenza sanitaria. Va ricordato che in qualsiasi momento è possibile oscurare i dati o cancellarli”.