Big data

Dati finanziari, generano fino al 34% dei ricavi per “Big Board” e London Stock Exchange

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Il sistema bancario mondiale ha speso più di tutti in big data e soluzioni business analytics, circa 21 miliardi di dollari, oltre il 13% del mercato mondiale. Alla base di questo trend in crescita ci sono le tecnologie emergenti, come l’IoT, il machine learning, l’IA, le tecnologie software più avanzate.

I dati sono il nuovo petrolio dell’economia mondiale futura, ma anche il nuovo filone d’oro per la Borsa valori. Tutti i Gruppi che gestiscono i listini delle più importanti capitali che ospitano i principali stock exchange hanno visto aumentare in maniera decisa i propri guadagni dall’attività di info provider.

Gli info provider si occupano della raccolta e distribuzione di flussi di informazioni e dati provenienti dai mercati. Informazioni, in questo caso, necessarie per effettuare ricerche, analizzare, negoziare e contabilizzare strumenti finanziari di tutte le classi di investimenti dei mercati mondiali (asset class).
Il market data spazia da servizi e contenuti “semplici”, standard e individuali a complessi flussi di dati e sofisticate piattaforme di elaborazione degli stessi al servizio di più aree di business.

Ma quanto valgono questi dati finanziari?
Tanto, come ha illustrato Be Consulting nell’analisi dei bilanci delle principali Borse valori di tutto il mondo e come riportato da un articolo di oggi sul Sole 24 ore.
L’IntercontinentalExchange (Ice), la vecchia “Big Board”, la più grande borsa valori del mondo per volume di scambi e la seconda per numero di società quotate, e la London Stock exchange, hanno generato il 34% dei loro ricavi direttamente dal market data.
Un trend in crescita per le due società, visto che il dato per l’Ice era al 29,7% nel 2016 e al 31,1% per Londra.

Il Nasdaq, il primo mercato borsistico completamente automatizzato ed elettronico, ha tirato fuori dagli info provider il 28% del suo giro di affari, mentre Euronext e Deutsche Borse nel vecchio continente rispettivamente il 19% e l’11%.
Molto più bassi i ricavi per la bosa di Hong Kong, che raccoglie direttamente dai dati finanziari il 6% dei ricavi.

Secondo un’indagine IDC, nel 2016/2017 il sistema bancario mondiale ha speso più di tutti in big data e soluzioni business analytics, circa 21 miliardi di dollari, oltre il 13% di in un mercato che complessivamente vale 130 miliardi di dollari e che è stimato raggiungere i 260 miliardi di dollari entro il 2022.
Oggi, a livello globale, ogni giorno si generano 2,5 quintilioni di dati (studio IBM) e ogni secondo che passa i dati immessi nel flusso generale aumentano del 700% (dati GDC).

Alla base di questo nuovo mercato basato sui dati generati dal processo di finanziarizzazione dell’economia (e non solo) in atto a livello planetario ci sono certamente le tecnologie emergenti.
L’Internet delle cose ha dato la spinta maggiore al grande flusso dei dati di questi ultimi anni, seguita dal machine learning, dal mondo delle applicazioni, dalla nascente intelligenza artificiale, dalle software technologies e dai nuovi sistemi di autenticazione biometrica, con a chiudere le open API (fulcro dell’open banking e della fintech, utili alla condivisione di dati dei clienti con aziende o app di terze parti).