Concorrenza

Covid-19, Vestager ‘Adozione della web tax sempre più urgente’

di |

Per la vicepresidente della Commissione Ue con delega al digitale Vestager l'entrata in vigore della web tax diventa un must in questo periodo alla luce della crisi economica legata al virus.

Dall’inizio del lockdown, la stragrande maggioranza delle imprese europee ha visto crollare il proprio fatturato, mentre i giganti del web sono cresciuti. Per Margrethe Vestager, vicepresidente della Commissione Ue con delega al digitale, è arrivato il momento di presentare il conto: l’adozione di una Web tax “non solo è importante, ma urgente”.

Lo ha detto la vicepresidente della Commissione Ue Margrethe Vestager alla Stampa spiegando che “in tempi così critici è importante che tutte le imprese che realizzano profitti contribuiscano alle finanze pubbliche dei Paesi in cui svolgono le loro attività”.

Vestager: Web tax, ci lavoreremo io e Gentiloni

L’Europa continua “a preferire una soluzione globale, per questo considero una buonanotizia il fatto che l’Ocse abbia iniziato a occuparsene. Noi ovviamente lavoriamo con l’Ocse. Ma senza un’intesa globale su come intervenire, riprenderemo nuovamente il dossier al livello Ue. Ci lavoreremo io e Gentiloni e cercheremo una soluzione con tutte le nostre forze”.

“Dal mio punto di vista, è sempre più urgente che ci siano in vigore regole adatte. Le norme sulla Concorrenza possono fare molto e dobbiamo rimanere vigili. Abbiamo già aperto indagini, su casi specifici, con Google, Apple, Facebook, Amazon. Restiamo vigili, ma al tempo stesso vediamo che non è abbastanza. Per questo diventa sempre più urgente l’adozione di una regolamentazione utile a inquadrare questi mercati digitali”, ha continuato Vestager spiegando che “abbiamo bisogno di tre cose. Prima di tutto dobbiamo assicurarci che ci siano degli obblighi chiari per gli intermediari, per esempio la conoscenza del cliente. In secondo luogo, se sei un “guardiano digitale” serve una regolamentazione che ti dica quali sono le cose che puoi fare e quelle che non puoi. Per esempio: se sei un guardiano digitale, e hai un potere di mercato dominante, non puoi promuovere te stesso. Infine, servirebbe un nuovo strumento di concorrenza per impedire che emergano nuovi guardiani digitali”. 

Aiuti di Stato, rischio uso distorto

In un’altra intervista concessa al quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung, Vestager ha detto chiaro e tondo di essere preoccupata per il modo differenziato con cui sono applicati gli aiuti di stato nei diversi paesi della Ue per l’emergenza virus. Ad oggi, la Germania rappresenta più del 50% dei fondi utilizzati a questo scopo approvati dall’esecutivo Ue, con effetti potenzialmente distorsivi sulla concorrenza. Ed è per questo che secondo la vicepresidente della Commissione Ue è necessario un fondo molto consistenti per la ripresa.

Cgia, dai giganti del web soltanto 64 milioni nel 2018

Nel 2018, secondo dati della Cgia di Mestre, l’aggregato “delle controllate in Italia appartenenti a una quindicina circa di big tecnologici ha fatturato 2,4 miliardi di euro (pari allo 0,3 per cento del totale WebSoft mondiale). Gli addetti che lavorano nel nostro Paese sono quasi 10 mila e al fisco italiano questi colossi dell’hi-tech fanno pervenire poche ”briciole: solo 64 milioni di euro” sottolinea la Cgia. Nello stesso anno, invece, le nostre micro e piccole imprese, con meno di 5 milioni di fatturato, hanno generato un volume di affari di 926,7 miliardi, dando lavoro a più di 10 milioni di addetti. Il contributo fiscale giunto all’erario da queste piccole realtà è stato di quasi 39,5 miliardi di euro: un importo di 600 volte superiore al gettito versato dalle multinazionali del web.

Le filiali italiane monitorate nello studio della Cgia “sono riconducibili ai seguenti gruppi: Amazon, ADP; Alibaba, Alphabet, Booking, Expedia, Facebook, Microsoft, Oracle, Otto, Qurate Retail, Salesforce, SAP, Uber, Vipshop e Apple”, precisa la nota.