La causa

Batterie, cobalto e sfruttamento del lavoro: class action contro Google, Apple e Microsoft

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IRAdvocates porta in tribunale alcune tra le più grandi corporation dell’high tech mondiale per aver assecondato, intenzionalmente e consapevolmente, l'utilizzo di bambini nelle miniere del Congo, molti dei quali sono morti a causa delle terribili condizioni di lavoro: “Faremo tutto il possibile per ottenere giustizia e porre fine a questo sfruttamento”.

Tutti vorremmo poter guidare un’auto elettrica per non inquinare, o comunque per inquinare molto meno di quanto facciamo ora. Le batterie che servono ad alimentare i veicoli a motore elettrico, però, hanno bisogno di materiali considerati rari e preziosi, perché scarsi, per la loro costruzione. Gli stessi materiali si trovano anche nelle batterie dei più diffusi device elettronici in circolazione.

Un gruppo americano per la difesa dei diritti umani, IRAdvocates, ha intentato una causa federale contro il Gruppo Alphabet (di cui fa parte Google), Apple, Microsoft, Dell e Tesla.

L’accusa è la seguente: le aziende menzionate sono state denunciate per aver “beneficiato consapevolmente e favorito lo sfruttamento crudele e brutale dei bambini nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) per estrarre il cobalto”.

La causa è stata depositata presso il tribunale distrettuale di Washington per conto di 14 persone, per lo più genitori dei bambini che hanno preferito rimanere in anonimo, ma testimoni oculari di quanto accadeva ai propri figli sul luogo di lavoro. Molti dei piccoli, infatti, hanno subito mutilazioni conseguenti gli incidenti all’interno dei tunnel scavati per l’estrazione del cobalto, o sono morti (6 i decessi accertati), soprattutto a causa di crolli improvvisi.

La causa è stata portata dinanzi al tribunale di Washington per violazione del Trafficking Victims Protection Reauthorization Act, evidenziando ingiusto arricchimento, controlli negligenti, intenzionale inflizione di sofferenza fisica ed emotiva alle vittime.
Faremo tutto il possibile per ottenere rapidamente giustizia in nome dei bambini che rappresentiamo. Crudeltà e avidità sulla pelle di questi bambini devono cessare immediatamente”, ha dichiarato il consulente legale Terry Collingsworth.

Il punto è, secondo gli accusatori, che queste aziende sul banco degli imputati, multinazionali delle tecnologie tra le più grandi al mondo, sapevano bene cosa accadeva ai bambini durante l’estrazione del cobalto e in quali condizioni tutto questo avveniva (12 ore di lavoro per pochi dollari al giorno), quindi sono ritenute colpevoli di aver sfruttato la loro posizione dominante per trarre enormi profitti e vantaggi sulla pelle dei lavoratori, in questo caso bambini dai 6 anni in su.

Il cobalto, assieme ad altri materiali strategici, è utilizzato per realizzare batterie al litio ricaricabili necessarie al funzionamento di auto elettriche, smartphone, pc, mac e altri device elettronici connessi in rete di uso comune.
Un mercato che offrirà ricavi alle industrie per più di 1,2 miliardi di dollari entro il 2026, per un valore complessivo di 10 miliardi di dollari già nel 2024, secondo dati Market Research Future.

Secondo stime della Commissione europea, infine, la domanda mondiale di cobalto aumenterà fino al 13% l’anno, nel prossimo decennio.