Frequenze

Asta 5G in Germania chiusa a 6,5 miliardi. Telco critiche: ‘Ora poche risorse per investire’

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Dopo tre mesi di offerte si è conclusa l'asta 5G in Germania con qualche polemica da parte degli operatori di telecomunicazioni, dato che l'asta è risultata una delle più costose a livello europeo.

La Federal Network Agency tedesca (Bundesnetzagentur) ha dichiarato che l’asta 5G in Germania si è conclusa con 6,5 miliardi di euro offerti in totale dai quattro offerenti, dopo 497 round di gare.

Deutsche Telekom

Il leader di mercato Deutsche Telekom è stato l’operatore che ha speso di più con 2,17 miliardi di euro di offerte totali. Si è aggiudicato quattro lotti di un totale 2×20 MHz nella banda a 2 GHz e nove blocchi di spettro non appaiato a 10 MHz nella banda a 3,6 GHz.

Vodafone

Vodafone ha acquisito la stessa quantità di frequenze a un prezzo inferiore di 1,88 miliardi di euro. Nella banda da 3,6 GHz, la società ha acquisito 90 MHz per 1 miliardo. A 2,1 GHz, ha acquistato 40 MHz per 806 milioni di euro, con 2×15 MHz disponibili dal 2021 e 2×5 MHz disponibili dal 2026, ciascuno concesso in licenza fino al 2040.

Telefonica Germania

Telefonica Germania ha offerto 1,42 miliardi di euro per nove lotti. L’operatore ha dichiarato in una nota che le sue partecipazioni a spettro completo lo aiuteranno ad affrontare la concorrenza nel mercato. La società ha acquisito uno spettro totale di 90 MHz, inclusi due blocchi accoppiati di 5 MHz nell’intervallo 2.1 GHz e sette blocchi spaiati a 3.6 GHz.

Compreso lo spettro esistente, Telefonica ha 310 MHz di spettro mobile con effetto fino alla fine del 2025.

Il lancio di 1 & 1 Drillisch

L’asta apre la strada al lancio di un quarto operatore di rete in Germania, 1 & 1 Drillisch. La controllata di United Internet ha acquisito due blocchi di frequenza di 2×5 MHz nella banda da 2 GHz e cinque blocchi di 10 MHz nella banda da 3,6 GHz per un prezzo totale di poco più di 1 miliardo di euro.

La società ha dichiarato in una nota che grazie a queste frequenze ci sarà l’apertura di nuovo capitolo nella storia dell’azienda, dato che ha raggiunto il suo obiettivo di diventare il quarto operatore di rete.

Le critiche degli operatori

Finalmente, dopo tre mesi di offerte, si è conclusa l’asta nel Paese tedesco, non senza polemiche da parte degli operatori di telecomunicazioni, dato che l’asta è risultata una delle più costose a livello europeo.

Telekom ha lo spettro che voleva per poter costruire una rete 5G”, ha dichiarato l’Ad Deutsche Telekom Dirk Wossner, “ma l’asta è stata troppo costosa. Il ricavato avrebbe potuto essere utilizzato per costruire circa 50.000 nuovi siti mobili”.

Anche Vodafone è stato critica sull’eccessivo costo raggiunto. La società ha dichiarato che sarebbe importante costruire una cooperazione tra politica e industria per sviluppare un programma di reinvestimento per utilizzare i proventi per l’espansione delle comunicazioni mobili.

“Sono molto dispiaciuto di quanto tempo ci sia voluto e dell’elevato prezzo che noi in quanto offerenti dobbiamo pagare”, ha dichiarato alla Westdeutsche Allgemeine Zeitung l’amministratore delegato di Vodafone Germany, Hannes Ametsreiter .“ In Europa, non saremo tra i primi a lanciare i servizi 5G“.

Situazione analoga a quella italiana

In Germania quindi si è ripresentata una situazione analoga a quella italiana, quando l’ex Ceo di Vodafone Group Vittorio Colao andò contro i criteri di gara dell’asta 5G: ‘”Se fossi io un governante direi che lo Stato dovrebbe incassare un ammontare giusto bilanciato onesto, perché sono risorse pubbliche quindi è giusto che vengano vendute all’asta”.

Intervistato a 24Mattino di Maria Latella e Oscar Giannino su Radio 24 Colao attaccò la configurazione della recente asta 5G, che ha fruttato 6,55 miliardi alle casse dello Stato italiano. L’asta è costata 2,4 miliardi di euro a Vodafone, la stessa cifra sborsata peraltro da Tim“L’autorità in Italia ha deciso di spezzettare le frequenze in una maniera che è risultata estremamente costosa per gli operatori. Il risultato di questa asta è che ci saranno meno risorse in Italia per investire, e ci saranno più risorse nelle tasche del ministro dell’economia” aveva dichiarato l’ex CEO del Gruppo Vodafone.