Audizione

5G, Roberto Viola (DG Connect) ‘Italia ha fatto passo in avanti notevoli negli ultimi 5 anni’

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Roberto Viola, direttore generale Dg Connect della Commissione europea, audito in Commissione Trasporti e Tlc nell'ambito dell'indagine conoscitiva su 5G e Big Data.

“Abbiamo introdotto un nuovo indice Ue, che si chiama ‘Preparazione al 5G’, dove l’Italia è seconda in Europa, è quasi ‘medaglia d’oro’. E’ leader in Europa, ed è una bellissima notizia. Esprimiamo un ringraziamento sincero alle autorità italiane che in questi anni hanno seguito lo sviluppo del 5G in Italia. L’Italia ha fatto un salto in avanti notevole negli ultimi 5 anni, e l’indice di connettività che noi misuriamo con una serie di parametri era di circa 20 su 100 nel 2014, e nel 2019 è 60 su 100, che è esattamente la media Ue. Quindi, possiamo dire che nell’ambito delle strutture a banda larga l’Italia ha raggiunto la media Ue grazie al lavoro fatto dalle istituzioni, dal Governo e anche dall’Europa, perché ci sono grandi investimenti fatti dal Fondo strutturale”. Lo ha detto oggi Roberto Viola, direttore generale Dg Connect della Commissione europea, ripreso dall’agenzia Public Policy nel corso di un’audizione in videoconferenza alla Camera in commissione Trasporti nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle nuove tecnologie delle telecomunicazioni, con particolare riguardo alla transizione verso il 5G ed alla gestione dei big data.

Frequenze acquistate a peso d’oro in Italia

A proposito delle frequenze 5G, “nell’asta organizzata dal Governo italiano” per le frequenze 5G “la competizione è stata molto viva, e ha portato all’aggiudicazione delle frequenze ad un prezzo per abitante che è il più alto in Europa. Questo deve far riflettere sull’importanza che gli investitori danno al mercato italiano. Quindi, non è vero che il mercato italiano non ha una una domanda che supporta, e non è vero che i consumatori italiani non hanno interesse alla banda larga. Questo può essere il trait d’union anche con la banda larga, perché le frequenze più alte del 5G ben si prestano anche alla connettività fissa. E’ una grande opportunità per accelerare la copertura della banda larghissima in Italia”, ha detto Viola.

Banda larga, prezzi a buon mercato in Italia

“Un elemento positivo per i consumatori è che l’indice dei prezzi italiani per i servizi a banda larga è il sesto meno caro in Europa, ed è un ottimo risultato. E se si guarda la banda larga mobile questo risultato è ancora migliore. Indubbiamente la concorrenza nel mondo Tlc italiano ha fatto sì che i benefici si vedano e vengano trasferiti ai consumatori. Il 5G è un po’ il fiore all’occhiello della politica italiana sulle Tlc”, ha detto Roberto Viola.

Digital Index, Italia 24esima nella Ue ma anche la Germania è indietro

“L’indice italiano ‘Desi’ (indice Ue di digitalizzazione dell’economia e della società; Ndr) indica un Paese che sta facendo dei progressi, ma che nella media generale dei Paesi Ue si pone al 24esimo posto della classifica. Questa cosa ci deve preoccupare, perchè insieme a questo 24esimo posto dell’Italia c’è anche la Germania che non va bene. I due Paesi più industrializzati d’Europa, la Germania e l’Italia, non sono adeguatamente attrezzati per affrontare la trasformazione digitale”, ha aggiunto il direttore generale della DG Connect.

Digitale e clima priorità della nuova commissione Von Der Leyen

“Il digitale rimane, e l’ha detto la presidente Von der Leyen, una delle grandi priorità per la prossima Commissione europea, insieme al cambiamento climatico. Sono due temi che vanno insieme, perché se da un lato il digitale aiuta un’utilizzazione migliore delle risorse e a mettere in piedi l’economia circolare, dall’altro i grandi data center o i nostri telefoni consumano energia, quindi andare verso un sistema digitale più rispettoso dell’ambiente indubbiamente è qualcosa che fa parte delle priorità della prossima Commissione”, ha detto Viola, aggiungendo che per il digitale nell’Ue “abbiamo un gruppo di testa, fatto soprattutto dai Paesi del Nord Europa, che sono non solo eccellenze in Europa ma mondiali. Poi abbiamo un gruppo di Paesi che faticano, e tra questi ci sono le economie più avanzate d’Europa. Questo dà un po’ il polso della situazione e del tipo di problema che abbiamo di fronte: cioè un’Europa che in generale, non solo l’Italia, fatica ad affrontare le sfide del digitale per una serie di motivi, che vanno dalla struttura produttiva all’intensità degli investimenti, dalla forza lavoro all’istruzione”.

Banda ultralarga, Italia penultima in Italia per adozione

Per quanto riguarda la banda ultra larga, in Italia “c’è tanto lavoro da fare per quanto riguarda la connettività ad altissima velocità, quella fatta con la fibra ottica. In questo ambito purtroppo l’Italia si piazza ad un non onorevole 27esimo posto su 28 Paesi, soprattutto per quanto riguarda l’adozione della banda larghissima, quella oltre i 100 megabit di connessione. E’ un dato che deve far riflettere, e deve far anche accelerare il completamento di questo ottimo lavoro che è stato fatto negli anni passati. Mi riferisco alla seconda fase del Piano banda larga, che prevede interventi nelle cosiddette aree grigie. Sulle aree bianche l’Italia è intervenuta, e adesso deve notificare in Europa gli interventi relativi alle aree grigie. Questa notifica la stiamo aspettando da un po’ di tempo, e io credo che sia necessaria un’accelerazione”, ha lamentato Viola.

5G, rischio attacchi esiste

In base al rapporto del gruppo di lavoro Ue sui rischi del 5G, “i rischi sono riferiti alla parte cosiddetta ‘core’, ma anche gli elementi radio più periferici. Gli attori” degli attacchi “sono non solo criminalità organizzata o altri attori non statali, ma anche gruppi terroristici o entità non europee che hanno interesse allo spionaggio industriale o all’attacco informatico che destabilizzi l’Ue. Questo rischio è considerato esistente e possibile, e va prevenuto. Un altro rischio è quello di una fornitura che viene da un solo fornitore o da un numero limitato, che ovviamente crea un sistema di dipendenza tecnologica che può essere preoccupante”, dice Viola.

Big Data, molte aziende in Italia non li usano a sufficienza

Riguardo all’utilizzo dei big data “emerge chiaramente che molte aziende italiane non li utilizzano sufficientemente, soprattutto se comparate ai Paesi Ue più virtuosi. Un altro aspetto che emerge con chiarezza è che mancano competenze digitali sufficienti per l’utilizzo dei dati nell’impresa. Forse questi sono i due aspetti più importanti che emergono dagli indicatori. Ci sono anche cose positive: ad esempio, l’uso del cloud da parte delle aziende italiane è molto diffuso ed è sicuramente nella media Ue, e anche l’uso della fatturazione elettronica è molto diffuso. Però sull’utilizzo dei big data c’è molto lavoro da fare”, ha detto Viola.

5G, il golden power non è l’unica soluzione

“Sulla sicurezza 5G c’è l’interesse dell’Europa perché si arrivi a decisioni simili, ma dall’altro lato, essendo sicurezza nazionale, le istituzioni europee non hanno alcun potere per quanto riguarda le decisioni prese dagli Stati membri nell’interesse della difesa nazionale. Noi speriamo che qualunque idea sia discussa. Golden Power sul 5G? Non è l’unico strumento possibile, ne esistono altri anche nell’ordinamento italiano”, aggiunge Viola.

Tlc, Morelli (Lega) ‘L’Italia sviluppi cloud nazionale’

“Il direttore generale DG Connect della Commissione europea, Roberto Viola, ci informa che ci sono buone possibilità per una svolta sul tema cloud. L’Italia può e deve sviluppare un piano per la creazione dell’infrastruttura cloud nazionale, sfruttando anche i fondi della Banca Europea per gli Investimenti. Mentre il governo Merkel annuncia la federazione di aziende tedesche per un cloud pubblico, noi non possiamo stare a guardare”. Così Alessandro Morelli, deputato della Lega e presidente della commissione Trasporti e telecomunicazioni alla Camera, a margine dell’audizione del direttore generale DG Connect Commissione europea.“Cloud, banda larga, 5G e intelligenza artificiale sono tasselli di uno stesso mosaico e sforzarsi di proteggerne uno senza considerare gli altri significa lasciare scoperte parti dell’infrastruttura vulnerabili, che nella gestione dei dati rappresentano l’interesse nazionale nell’industria, privacy e sicurezza”, conclude Morelli.