L'audit

5G e sicurezza, Ue frammentata secondo la Corte dei Conti europea

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L’Istituzione europea ha intrapreso un audit per verificare se l’Unione europea e gli Stati membri che la compongono realizzino reti 5G sicure in modo sicuro, tempestivo e concertato.

È in corso l’audit della Corte dei Conti europea sui livelli di sicurezza delle reti 5G a livello di singolo Stato membro dell’Unione.

Al centro della verifica c’è lo stato di realizzazione delle reti mobili di nuova generazione, soprattutto i livelli di sicurezza stabiliti, tra cui la cybersecurity e il materiale hardware impiegato.

Il 5G tra crescita e bisogno di sicurezza

È indispensabile che questa nuova fondamentale tecnologia trovi una realizzazione rapida, sicura e concertata”, ha dichiarato Annemie Turtelboom, Membro della Corte e responsabile dell’audit.

In questo caso, è precisato nel testo del comunicato della Corte, non rientra nella verifica il tema della sicurezza del 5G per la salute umana, animale e ambientale.

Sostanzialmente, si parla di infrastruttura di rete.

Il modo in cui il 5G sarà offerto nell’UE influirà su molti aspetti della vita dei cittadini, grazie a sviluppi quali la sanità elettronica, le automobili intelligenti e le reti elettriche intelligenti. Il 5G avrà ripercussioni anche sull’opera di digitalizzazione in Europa e, data la sua natura transfrontaliera, sul funzionamento del mercato unico”, ha aggiunto Turtelboom.

La Corte esaminerà l’impostazione del 5G nell’Unione e il sostegno della Commissione europea agli Stati membri”, si legge nel testo, “nonché come questi ultimi abbiano introdotto il 5G e tenuto conto dei problemi di sicurezza”.

Parola d’ordine: concertazione tra gli Stati Ue

L’esame riguarderà le azioni intraprese dal 2016 e i dati raccolti in un campione costituito da quattro Stati membri: Finlandia, Germania, Polonia e Spagna. La relazione finale dovrebbe essere stilata tra un anno.

La Corte aveva già pubblicato in settembre un’analisi in cui venivano evidenziata, come criticità, “l’assenza di un approccio concertato tra gli Stati membri alla sicurezza del 5G”.

La rilevanza di un approccio concertato alla nuova tecnologia è data dal fatto che tutte le potenziali minacce alla sicurezza hanno anche un significativo carattere transfrontaliero.

Qualsiasi vulnerabilità significativa o incidente di cibersicurezza riguardante le reti in uno Stato membro si ripercuoterebbe su tutta l’Ue”, è sottolineato nel documento.

Primi risultati

Dai primi dati in possesso dell’Istituzione europea, gli Stati membri sono andati avanti in maniera frammentata.

Non sono state rispettate le scadenze stabilite dalla legge, tra cui assegnare le frequenze dello spettro entro la fine dell’anno appena passato.

Gli approcci sono quindi singoli e “divergenti”, con tempi diversi nell’implementazione della rete Stato per Stato. Ancora scarso il livello di armonizzazione degli standard di sicurezza.

A metà dicembre, gli stati membri, incluso il Regno Unito, avevano assegnato in media solo il 36,1% delle bande pioniere del 5G, secondo quanto riportato da Euractive.

Quanto vale il 5G

Rimane il fatto che le reti 5G rappresentano ad oggi un fattore di crescita fondamentale, su cui puntare rapidamente.

Secondo uno studio della Commissione europea, con l’introduzione delle capacità della rete 5G si otterranno benefici del valore di 113 miliardi di euro all’anno.

Quattro i settori strategici individuati: automobilistico, sanitario, dei trasporti ed energetico. Secondo lo studio, infine, gli investimenti per il 5G potrebbero arrivare a creare circa 2,3 milioni di posti di lavoro.

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