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Zuckerberg annuncia che Meta è al lavoro sulla “superintelligenza”

Mark Zuckerberg ha annunciato un’importante espansione delle attività di Meta nell’ambito della cosiddetta “superintelligenza”, accelerando la competizione globale tra i principali player dell’intelligenza artificiale. Come riportato da Bloomberg, il CEO ha dichiarato che l’azienda potenzierà il team dedicato allo sviluppo di sistemi AI avanzati, con nuovi investimenti e un piano di assunzioni mirato a reclutare i migliori talenti. Una strategia portata avanti da un pò di tempo dal capo di Meta che ha già “strappato” tre top manager a OpenAI a colpi di maxi bonus.

L’obiettivo dichiarato è realizzare capacità di intelligenza artificiale superiori a quelle umane in aree specifiche, con un’attenzione particolare all’efficienza energetica, al perfezionamento dei modelli linguistici e alla loro integrazione nei prodotti di largo consumo, come gli assistenti virtuali e i dispositivi Ray-Ban Meta.

Sempre secondo Bloomberg, Zuckerberg ha inoltre evidenziato l’intenzione di coniugare la ricerca open source con un’infrastruttura proprietaria di grande scala, alimentata da oltre 600.000 GPU H100 di NVIDIA. Grazie a questa dotazione, Meta diventerà uno dei principali centri di calcolo al mondo per l’AI.

L’iniziativa si configura come una risposta diretta ai progressi di concorrenti come OpenAI e Google DeepMind, accentuando la corsa per affermarsi nella nuova era dei grandi modelli linguistici, dei dataset monumentali e dell’hardware specializzato.

Mantenendo il codice open source della famiglia di modelli Llama, Meta intende anche sostenere la comunità scientifica e gli sviluppatori indipendenti, puntando a un ecosistema che sia allo stesso tempo collaborativo e competitivo ma l’ambizione di conquistare un ruolo di leadership nella superintelligenza solleva interrogativi rilevanti su questioni di sicurezza, etica e governance.

La questione dei talenti

La corsa alla superintelligenza si intreccia sempre più con una competizione serrata per attrarre i migliori talenti del settore. Sam Altman, CEO di OpenAI, ha rivelato che Meta ha tentato di reclutare i principali ricercatori della sua azienda con offerte economiche di dimensioni straordinarie, superando i 100 milioni di dollari, ma senza successo, evidenziando come la cultura interna e la motivazione legata alla missione dell’AGI pesino più dei compensi.

Parallelamente anche la nuova startup fondata da Mira Murati, ex CTO di OpenAI, sta adottando una strategia aggressiva per conquistare ingegneri e ricercatori altamente qualificati, puntando su stipendi molto elevati, stock option consistenti e ambienti di lavoro flessibili.

Questi sviluppi confermano una tendenza crescente: le grandi aziende si sfidano non solo sul piano tecnologico, ma anche in una vera e propria guerra per il talento, che sta ridefinendo le dinamiche occupazionali e i livelli retributivi nell’industria dell’intelligenza artificiale.

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