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Zonaro, pittore padovano alla corte dei Sultani Ottomani

Lo straordinario prestigio nel mondo dei grandissimi maestri del Rinascimento italiano – quelli per cui è sufficiente semplicemente pronunciare una parte del nome: Michelangelo, Raffaello, Tiziano, Botticelli e così via – ha generato una sorta di cono d’ombra che oscura il ricordo dei pur abili pittori italiani delle epoche più recenti.

James Hansen

Il pittore padovano Fausto Zonaro è uno di questi. Perlopiù dimenticato oggi, è stato tra le altre cose l’ultimo Pittore di Corte dei Sultani Ottomani prima della dissoluzione definitiva dell’Impero nel regno di Mehmed VI (1918-1922). Il ritratto che si vede qui sopra – del ‘Generalissimo’ turco Mahmut Şevket Pascià – è suo, per quanto questi quadri ‘ufficiali’ rappresentassero solo una parte limitata della sua vasta produzione di vedute orientaleggianti e quadri dai contenuti storici.

Zonaro (1854-1929) non nacque in condizioni agiate – fu il primo di sei figli di un muratore di Masi, un paesino del Padovano – ma il suo talento precoce venne presto riconosciuto e l’assistenza di una serie di mecenati lo portò infine all’Accademia delle Belle Arti di Roma. Finiti gli studi formali, aprì una sua scuola d’arte a Venezia. Non deve aver avuto molto successo, perché a un certo punto – e grazie anche alla lettura del libro di Edmondo De Amicis, Costantinopoli – il pittore  decise, come molti italiani dell’epoca, di cercare la sua fortuna all’estero…

Gli andò bene, anzi, più che bene. Un acquirente di alcuni suoi quadri, l’Ambasciatore russo in Turchia, Alexandr Ivanovič Nelidov, lo presentò alla corte del Sultano Abdul-Hamid II, dove più tardi ricevette l’importante nomina a Pittore di Corte. Resterà a Costantinopoli fino al suo rientro in Italia, nel 1910. Si ritirò a Sanremo, dove morì nel 1929.

Oggi le opere di Zonaro sono conservate nei principali musei di Istanbul, tra cui il Topkapi, il Palazzo Imperiale di Dolmabahçe e il Museo Militare, nonché in Italia alla Galleria degli Uffizi e alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze, alla Galleria d’Arte Moderna di Milano e al Museo Civico di Padova.

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