Lettera aperta

Candidato al Cda Rai scrive ai parlamentari: ‘Servizio pubblico si concentri sul sociale’

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Iniziativa di 1 dei 194 candidati al Consiglio di Amministrazione Rai, che lamenta l’assenza di procedura comparativa e di trasparenza nel processo elettorale

Mercoledì 14 luglio 2021, alle ore 21, è calendarizzata a Montecitorio ed a Palazzo Madama l’elezione dei 4 componenti del Consiglio di Amministrazione Rai di competenza parlamentare.

I candidati che hanno trasmesso il loro curriculum di autocandidatura – entro il termine del 30 aprile 2021 previsto dall’avvisto pubblico del 31 marzo – sono 194.

Nessuno, a partire dalla presidenza della Camera e del Senato, ha promosso una iniziativa di confronto comparativo o di pubblico dibattito su queste candidature.

Non è stato nemmeno richiesto ai candidati di allegare al proprio cv un documento di “idea” di Rai possibile.

Key4biz”, tre anni fa, in occasione della precedente elezione del Cda Rai, aveva sostenuto la tesi seconda la quale sarebbe stato opportuno che venisse almeno somministrato ai candidati un questionario, affinchè il Parlamento – e la cittadinanza tutta – potesse avere idea di “chi” proponesse “cosa”.

A fine giugno 2018, in vista dell’elezione del nuovo Consiglio di Amministrazione di Viale Mazzini, gli allora candidati Piero De Chiara, Marco Mele, Raffale Barberio, Patrizio Rossano, Giandomenico Celata indirizzarono una “lettera aperta” al Presidente della Camera sulle modalità di valutazione dei 196 curriculum, chiedendo che tutti i candidati rispondessero ad una “griglia di domande” (vedi “Key4biz” del 2 luglio 2018, “Cda Rai, lettera aperta al Presidente della Camera Roberto Fico”).

La lettera indirizzata a Fico segnalava: “se, come Lei ha scritto,occorre premiare il merito, le competenze, la capacità di visione del servizio pubblico”, occorre trovare un metodo per far conoscere pienamente ai deputati le caratteristiche dei candidati al consiglio di amministrazione. Riteniamo difficile effettuare 196 audizioni, anche per la mancata costituzione, al momento in cui scriviamo questa lettera, della Commissione di Vigilanza sulla Rai. Vorremmo proporre allora che, dietro Sua proposta, un gruppo di deputati esperti della materia, come quelli dell’ufficio di presidenza della Commissione da Lei presieduta nella scorsa legislatura o da Lei comunque indicati, formuli una griglia di poche domande alla quale i candidati possano rispondere via email attraverso la posta certificata. A nostro avviso, domande e risposte dovrebbero essere pubbliche e consultabili non solo dai deputati ma da tutti i cittadini e utenti del servizio pubblico”. E prospettavano anche: “Un’alternativa, o un’integrazione a quanto sopra, potrebbe essere lo svolgimento di un incontro dei candidati con deputati e stampa in un’aula del Parlamento. sigenza di un approfondimento rispetto alla mera valutazione (se mai c’è stata realmente…) dei curricula”.

L’istanza non sortì purtroppo l’effetto auspicato: l’elezione avvenne in una cappa di silenzio.

Nel nuovo silenzio totale, quest’anno uno dei candidati, il Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale (IsICult) Angelo Zaccone Teodosi ha deciso di rivolgersi a tutti i membri di Camera dei Deputati e Senato della Repubblica con una sorta di “lettera aperta”, con la quale segnala la propria candidatura, propone la sua idea di Rai, e ri-lamenta la procedura non trasparente.

La notizia è stata rilanciata dall’agenzia stampa nazionale Ansa e dall’agenzia stampa specializzata AgCult.

Ha scritto Ansa: “Zaccone Teodosi propone che la Rai focalizzi la missione pubblica sulla propria funzione sociale, eliminando completamente la pubblicità e dotandola di risorse stabili allineate ai livelli del canone di Francia, Germania, Regno Unito. “La Rai deve proporre una visione del mondo che sia plurale, diversa, anticonformista, altra rispetto a quel che propongono – anche come “agenda setting” – i media commerciali (Mediaset, Sky, La7, Netflix…); deve dare voce alle infinite creatività e minoranze che rappresentano la ricchezza del nostro Paese”, scrive nel suo “manifesto programmatico”. Zaccone lamenta che non sia stata promossa dai Presidenti di Camera e Senato una procedura comparativa che consentisse un pubblico confronto tra i 194 candidati al Cda Rai. Zaccone teme che “alla fin fine, in totale assenza di pubblico dibattito, prevarrà – come in passato – l’indicazione all’ultimo minuto dei capigruppo, con un messaggino telefonico inviato ai parlamentari in aula, poco prima della votazione”. “Trasparenza zero”, conclude”.

AgCult ha scritto: “Zaccone (classe 1960) si pone come candidato indipendente, forte di trent’anni di esperienza di ricerca sul sistema mediale italiano ed internazionale: laurea in economia alla Luiss, borsista del Centro Sperimentale di Cinematografia, già Direttore dell’Ufficio Studi dell’Anica e Consigliere di Amministrazione di Cinecittà. Lamenta che non sia stata promossa dai Presidenti di Camera e Senato una procedura comparativa che consentisse un pubblico confronto tra i 194 candidati al Cda Rai”.

Questo il testo della lettera di Zaccone, inviata a tutti i parlamentari di Camera e Senato:

Gentile Onorevole / Senatore (…),

Le scrivo per segnalare, con modalità tradizionali (una epistola, seppur digitale), la mia candidatura al Consiglio di Amministrazione della Rai, procedura che la Camera aveva calendarizzato per mercoledì prossimo 7 luglio e che invece, nel pomeriggio di martedì 6, è stata rimandata a mercoledì della prossima settimana, in intesa tra Montecitorio e Palazzo Madama.

Sono uno dei 194 italiani che ha deciso di rispondere all’avviso pubblicato sui siti web di Camera e Senato il 31 marzo, con scadenza al 30 aprile.

Il mio curriculum professionale è ovviamente disponibile sui siti dei due rami del Parlamento, ma lo allego alla presente per Sua comodità di consultazione.

Verosimilmente, nella Sua attività parlamentare e/o professionale, avrà avuto occasione di intercettare una qualche iniziativa dell’istituto di ricerca indipendente che ho fondato trent’anni fa e che presiedo, nonché qualche traccia della mia intensa attività pubblicistica, soprattutto sulle colonne del quotidiano online “Key4biz”: qui il link alla rubrica che curo, denominata “ilprincipenudo” (ovvero “ragionamenti eterodossi di politica culturale ed economia mediale”):

Ho scritto alcuni libri sul servizio pubblico radiotelevisivo – soprattutto a livello di analisi comparativa internazionale – ed ho maturato alcune precise idee sulla necessità di una Rai da riformare, anzitutto definendo meglio il suo profilo identitario verso lo stimolo della coesione sociale, per poi affrontare la necessità di eliminare la fonte di finanziamento pubblicitaria ma dotandola di risorse adeguate e stabili, assegnandole una “governance” sganciata dall’influenza del Governo.

Le ricette per curare queste patologie – volendo – sono semplici, ed il Consiglio di Amministrazione può fornire un contributo, dall’interno, a queste prospettive.

Mi sono auto-candidato anche tre anni fa, e, nel rileggere quel che era un mio breve “manifesto programmatico” di allora, mi ritrovo oggi a non ritenere di voler aggiungere molto, se non l’esigenza di rapportarsi in modo non suddito verso gli “over-the-top” (da Netflix ad Amazon passando per Google).

La mia storia personale e professionale mi connota come tecnico indipendente, in una visione di “civil servant”.

Allego quindi le mie dichiarazioni di intenti di allora, convinto che restino sostanzialmente valide: ho veramente ritoccato assai poco.

Lieto se vorrà dedicare una qualche attenzione a questa mia postulazione.

Onorato se vorrà assegnarmi il Suo voto, al di là delle prevedibili indicazioni delle segreterie di partito e dei capi-gruppo.

Nel segreto dell’urna – come s’usava dire un tempo, anzi parafrasando Guareschi – “Iddio non ti vede”.

Sicuramente posso vantare di essere un professionista qualificato ed appassionato: ho la presunzione di ritenere di avere i titoli per poter essere eletto nel Consiglio di Amministrazione della Rai. Al di là dei “giochi” delle segreterie di partito.

La ringrazio vivamente per l’attenzione.

Resto naturalmente a disposizione.

Buon lavoro.

Con i migliori saluti,

Angelo Zaccone Teodosi”.

La “lettera aperta” è accompagnata da una sorta di breve “manifesto programmatico”, nel quale Zaccone si candida nel nome di “una tv pubblica senza pubblicità, aperta radicalmente al sociale, al terzo settore, alla società civile, alle minoranze di ogni tipo, strumento di alfabetizzazione digitale critica, ricerca e sperimentazione, culturale e sociale, agente provocatore per una cultura non conformista”.

Clicca qui, per leggere il documento di Angelo Zaccone Teodosi “Perché mi candido al Cda Rai (in 1.000 parole)”