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xAI vale ora 113 miliardi di dollari, ma quanto durerà il ‘magnetismo finanziario’ di Elon Musk?

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Il miliardario americano ha lasciato Washington per tornare alle sue aziende. Una scelta condizionata, più che volontaria, dalle richieste degli investitori di riprendere in mano la turbolenta situazione di Tesla. Ora c'è la supervalutazione finanziaria della sua società di AI, ma è valore reale o strategia speculativa?

xAI conquista il centro della scena finanziaria

La società di intelligenza artificiale xAI di Elon Musk conquista il centro della scena finanziaria con una vendita di azioni da 300 milioni di dollari, che fissa la sua valutazione di mercato a uno sbalorditivo valore di 113 miliardi di dollari.

Questa operazione secondaria—pensata per consentire ai dipendenti esistenti di liquidare parte delle proprie quote—segue la fusione avvenuta a marzo con la piattaforma social X (ex Twitter), un accordo che ha valutato xAI 80 miliardi e X 33 miliardi di dollari.

Il ritorno di Musk al timone, imposto dagli investitori Tesla

La vendita di azioni arriva mentre Musk si allontana dal controverso e criticato ruolo all’interno dell’amministrazione Trump, dove guidava il Dipartimento per l’Efficienza del Governo (soprannominato “Doge“).

Frustrato da divergenze politiche e attacchi continui, Musk ha annunciato il suo ritorno al controllo diretto delle sue aziende principali, promettendo di “Torno a passare 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, al lavoro e a dormire in sale conferenze/server/fabbriche”, secondo quanto riportato dal Financial Times in un articolo scritto da Tabby Kinder, George Hammond, Hannah Murphy e Ivan Levingston. Da questo momento in poi, il suo focus personale e top manager si concentra sui tre progetti principali: xAI, Tesla e X.

Secondo Musk, questa rinnovata dedizione è necessaria a causa delle “ripercussioni” che le sue aziende, Tesla in particolare, hanno subito per la sua vicinanza all’ex presidente. Gli investitori vedono in questa mossa una strategia difensiva per stabilizzare il suo impero tra pressioni politiche e incertezza di mercato.

In realtà non è stata tanto una libera scelta del miliardario americano, quando un’esplicita richiesta di un cospicuo gruppo di investitori che ha imposto al consiglio di amministrazione di Tesla che il Musk torni al timone, “lavorando 40 ore a settimana all’interno dell’azienda, come condizione necessaria per qualsiasi nuovo piano di remunerazione” (riferimento diretto al discusso pacchetto retributivo assegnato a Musk da 56 miliardi di dollari e alla sua richiesta di ulteriori azioni che lo porterebbero al 25% del pacchetto societario).

Sinergie reali tra xAI e X o impacchettamento strategico?

La fusione di marzo tra xAI e X non è stata soltanto simbolica. Musk sostiene che xAI ottiene accesso a grandi quantità di dati social per l’addestramento dei suoi modelli, mentre X beneficia di un rilancio reputazionale e di una maggiore integrazione tecnologica.

Il problema, non da poco, è che la struttura dell’accordo resta poco trasparente. Non è chiaro come sia stato distribuito il valore o come le società siano collegate a livello operativo e legale.

In precedenza, Musk aveva concesso il 25% delle azioni di xAI agli investitori che avevano finanziato l’acquisizione di Twitter, allineando strategicamente gli interessi della sua nuova impresa AI con quelli già esposti al suo stile imprenditoriale ad alto rischio.

Valore reale o azione speculativa?

Nonostante la scarsa trasparenza finanziaria, la valutazione della società di intelligenza artificiale (AI) di Musk continua a crescere vertiginosamente. Il suo aumento di capitale da 5 miliardi di dollari a fine 2023 la aveva già portata a una valutazione di 45 miliardi, oggi quasi raddoppiata. È previsto un ulteriore round di investimenti, oltre a un pacchetto di debito da 5 miliardi di dollari in fase di organizzazione da parte di Morgan Stanley.

Tuttavia, questa rapida espansione di valore solleva dubbi. Il prodotto principale della società, Grok—un chatbot concorrente di ChatGPT—è ancora in fase iniziale. Sebbene progetti come il supercomputer Colossus e le partnership con Microsoft e Telegram aggiungano credibilità, si tratta di scommesse sul futuro più che di attività redditizie nel presente.

Ciò porta i critici a chiedersi se la valutazione di xAI rifletta un valore tecnologico intrinseco o sia semplicemente una bolla finanziaria alimentata dal carisma di Musk e dalla paura degli investitori di restare fuori dai giochi (FOMO).

Un dubbio che già riguarda tutte le sue aziende. Nel caso di Tesla, il crollo del valore delle azioni dell’azienda (del 40% nelle ultime sei settimane) ha praticamente azzerato il guadagno complessivo ottenuto da novembre, subito dopo l’elezione di Trump.

Una fortuna costruita su aspettative finanziarie ‘gonfiate’?

Questa rapidissima inversione di tendenza, ha spiegato DiMihir A. Desai, professore alla Harvard Business School e alla Harvard Law School, in un articolo pubblicato sul New York Times, sta chiaramente rivelando il punto debole di Musk: “la sua fortuna dipende in larga misura dalle aspettative gonfiate del suo accanito seguito. Con il calo di queste aspettative, diminuirà anche il suo potere, a dimostrazione del fatto che i mercati finanziari rappresentano un baluardo sottovalutato contro i programmi sia di Musk che del Presidente Trump”.

Sebbene Musk abbia costruito un’azienda automobilistica da zero – un’impresa non facile – la sua ricchezza è in gran parte dovuta a una setta finanziaria, in cui legioni di investitori-seguaci abbagliati gli hanno permesso di avviare un numero sempre crescente di iniziative disparate e gli hanno garantito l’immunità dai critici che mettono in discussione il suo decisionismo operativo, la sua governance aziendale, i suoi pacchetti retributivi esagerati – se non osceni – e ora il suo ingresso nella sfera politica”, si legge sul quotidiano americano.

Insomma, una buona strategia di marketing, una comunicazione social ben pensata e orchestrata, tarata sulla vecchia immagine del ‘self-made-man”, che un America funziona sempre, con un pizzico di “messianesimo” in più che non guasta in questo momento storico.
Per diventare ricchi, basta sapere gestire gli investitori? I social potrebbero aver giocato un ruolo fondamentale in questo.

In sintesi, appare sempre più evidente, che “le aziende da lui create valgono molto meno delle valutazioni che lo hanno reso l’uomo più ricco del mondo”, uno status da cui oggi deriva anche il suo enorme potere politico (che ha fatto molto comodo alla campagna elettorale di Trump per le presidenziali 2024).

Il magnetismo finanziario di Musk quanto durerà?

Se la valutazione di xAI reggerà, potrebbe ridefinire i parametri del mercato degli investimenti in AI, stabilendo nuovi standard per i round di finanziamento privato. Ma se dovesse rivelarsi troppo ottimistica, potrebbe esporre gli investitori—e forse l’intero impero di Musk—a un rischio significativo.

Inoltre, il coinvolgimento diretto di Musk in numerosi progetti tecnologici d’avanguardia (xAI, Tesla, SpaceX, Neuralink) concentra molto potere decisionale su una sola persona. Sebbene si dichiari “super focalizzato”, l’eccessiva dispersione delle sue energie potrebbe generare vulnerabilità operative.

La valutazione da 113 miliardi di dollari di xAI è al tempo stesso un simbolo del magnetismo finanziario di Musk e un banco di prova per capire se le valutazioni guidate dalla narrazione possano davvero riflettere i risultati concreti. Mentre Musk scommette tutto sul futuro dell’intelligenza artificiale, il mercato scoprirà presto se si tratta di una nuova discontinuità industriale o della prossima grande bolla speculativa.

Musk ha abbandonato l’attività a tempo pieno (forse un part-time) nell’amministrazione Trump, ma i suoi problemi non erano solo politici, molto probabilmente la battaglia più grande che si troverà di fronte è finanziaria, si svolgerà sui mercati globali (o magari anche nei tribunali).

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