Frequenze

WRC15, il compromesso di Ginevra: la Banda UHF alla tv fino al 2023

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In linea con il Rapporto Lamy, a Ginevra si è deciso che la banda UFH resterà a uso esclusivo delle tv per consentire di completare il passaggio al digitale.

Si chiude oggi a Ginevra, dopo 4 settimane di lavori, la Conferenza mondiale delle radiocomunicazioni (WRC-15) organizzata dall’ITU, Intenational Telecommunication Union.

Tanti i temi sul tavolo: dalla banda larga mobile al 4K, passando per l’Internet of Things, i futuri usi dei satelliti e il 5G.

Durante gli incontri di vertice dibattito aperto anche su altre tematiche sociali con un messaggio molto forte anche nella Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

  Ma anche sull’impiego dell’ICT nell’agricoltura per risolvere i problemi del cambiamento climatico.  

Centrale in questo appuntamento il confronto sul futuro uso della banda UHF. A Ginevra è stato deciso che queste frequenze potranno essere usate dalle tv fino al 2023.

Una decisione che è stata definita ‘storica’ dalla European Broadcasting Union (EBU) che l’ha accolta con grande apprezzamento.

In queste intese settimane di lavoro broadcaster, regolatori, produttori, organizzazioni e associazioni di settore si sono confrontati con l’obiettivo di aggiornare il quadro normativo e armonizzare i diversi interessi in gioco.

Un appuntamento importante e fondamentale, tanto più che si tiene ogni tre-quattro anni circa, che ha offerto l’opportunità di rivedere le norme del Trattato internazionale relative all’uso dello spettro di radiofrequenze e le orbite dei satelliti per adattarle alle nuove esigenze e alle maggiori richieste di banda.

Va da sé che una volta approvate, le nuove regole saranno obbligatorie per tutti i membri dell’ITU.

Banda UHF alla tv per altri dieci anni

I rappresentanti di oltre 150 governi hanno deciso a Ginevra che la banda UHF resterà assegnata esclusivamente ai servizi della tv digitale terrestre nella Regione 1 dell’ITU (Europa, Africa, Medio Oriente -a ovest del Golfo Persico -, e tutto il territorio di Armenia, Azerbaigian, Federazione Russa, Georgia, Kazakistan, Mongolia, Uzbekistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan, Turchia e Ucraina) anche per i prossimi dieci anni.

I delegati sono arrivati a questa conclusione dopo essersi confrontati sulle frequenze più basse della banda UHF (470-694 MHz) che dovrebbero essere mantenute solo per il broadcasting o assegnate alla banda larga mobile.

Ieri, ha commentato l’EBU, “i rappresentanti hanno raggiunto l’accordo per questa porzione di spettro, attualmente usata per i servizi televisivi come appunto il digitale terrestre e i radio microfoni, è troppo importante per essere allocata ai servizi mobili”.

Le decisioni per le frequenze 470-694 MHz restano queste e non saranno modificate neanche in occasione del WRC19 che si terrà tra quattro anni.

Revisione in vista invece per l’uso dello spettro dell’intera banda UHF (470-960 MHz) per il WRC del 2023.

Solo allora si deciderà se modificare le disposizioni ITU in materia.

Questo, secondo l’EBU, garantirà maggiore sicurezza a molti Paesi della Regione 1 dell’ITU che potranno continuare i loro programmi di passaggio al digitale senza il rischio di un cambio imminente nell’uso dello spettro.

I delegati sono pervenuti a queste conclusioni evidenziando l’importanza della coesione sociale che sta alla base della tv terrestre che per molti governi è vista come motore di crescita per la cultura.

Diversi Stati hanno poi effettuato pesanti investimenti – e molti sono ancora in previsione – sulle piattaforme del digitale terrestre.

L’EBU ha apprezzato “il forte supporto a favore dei servizi di broadcasting da parte dei governi nazionali, evidenziando che la decisione presa garantirà certezza regolamentare e fungerà da incentivo per ulteriori investimenti nella tv digitale terrestre”.

Simon Fell, Direttore Tecnologie e Innovazione dell’EBU, ha sottolineato la soddisfazione della “comunità mondiale dei broadcaster per questa importante decisione del WRC15 e così sarà anche per tutti quei milioni di spettatori che guardano la tv sul digitale terrestre”.

“Adesso che abbiamo certezza sull’accesso allo spettro – ha indicato Fell – l’industria può completare il passaggio alla trasmissione televisiva completamente digitale. Potranno anche continuare a innovare e garantire che tutti abbiano i benefici che i nuovi servizi comportano”.

L’EBU ha pure evidenziato la soddisfazione che una grande maggioranza di Stati Membri dell’Unione europea abbia sostenuto la decisione di mantenere le frequenze basse della banda UHF per la trasmissione terrestre.

La decisione presa al WRC15, conclude l’EBU, avrà un impatto positivo nella Ue, affermando la direzione proposta dal Rapporto Lamy del 2014 secondo il quale la tv digitale terrestre potrebbe continuare almeno fino al 2030.