Giornata mondiale dell'acqua

World water day, vale 4 miliardo il mercato tecnologico per l’efficienza idrica

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Oggi quasi 1 miliardo di persone al mondo non può bere acqua potabile. In Italia sprechiamo a testa 960 litri di “oro blu” al mese. Entro il 2024 saranno installati a livello globale 130 milioni di dispositivi elettronici ed automatici di monitoraggio dei consumi dell’acqua.

È stato diffuso in questi giorni, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua (World water day), che si celebra oggi, il nuovo report delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche: “Acque reflue: la risorsa inesplorata”. In questo momento più di 900 milioni di persone in tutto il mondo non hanno accesso all’acqua potabile e 1,8 miliardi di uomini e donne beve acqua contaminata, per un costo generale di 500 miliardi di dollari secondo dati del Consiglio mondiale dell’acqua (WWC).

Il non poter accedere in sicurezza ad acque potabili, infatti, genera malattie, decessi, malformazioni, inquinamento. Tra le regioni con la minore disponibilità di fonti idriche ritenute sicure, c’è la Papua Nuova Guinea, che ha la disponibilità minore (solo il 40% degli abitanti ha accesso a fonti di acqua pulita), quindi la Guinea Equatoriale (48%), l’Angola (49%), il Ciad e il Mozambico (51%), la Repubblica Democratica del Congo, il Madagascar (52%) e l’Afghanistan (55%).

Solo l’8 per cento del consumo totale di acqua su scala globale si riferisce a bere, pulire, lavare, e alla produzione di prodotti industriali come acciaio, carta, vestiti.

Il 92% del consumo totale di acqua su scala globale è destinato alla produzione alimentare.

Un abitante su tre dell’Africa sub sahariana non può bere acqua dal rubinetto. Stessa sorte tocca al 13% degli asiatici. Tra gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, sottoscritta nel 2015 da 193 Paesi membri dell’Onu, c’è quello di dimezzare i quantitativi di acque reflue non trattate e di aumentare il riutilizzo di acque sicure.

Le tecnologie digitali dedicate a questo scopo sono diverse e tutte assieme prendono il nome di Smart water systems. Un mercato tecnologicamente avanzato che vale oggi 3,9 miliardi di dollari secondo uno studio Markets and Markets.

Soluzioni innovative per la gestione delle risorse idriche, per la depurazione delle acque reflue, per il recupero e il trattamento di quelle piovane e di scarico, per la riduzione degli sprechi nei consumi e dei costi grazie all’Amr, l’Automatic meter reading (dispositivo simile allo smart meter per l’energia elettrica, molto utilizzato nel monitoraggio dei consumi anche da remoto).

Entro il 2024 saranno installati 130 milioni di Amr in tutto il mondo, secondo uno studio Global Market Insights.

In pochi anni, entro il 2021, tale settore è atteso crescere con un tasso annuo composto del 7% fino a raggiungere la soglia dei 5,5 miliardi di dollari di valore. Sempre nel 2024, gli Smart water meters supereranno per installazioni i contatori intelligenti per l’energia elettrica e del gas negli Stati Uniti. I Paesi che più di altri investiranno in queste tecnologie saranno quelli del Nord America e dell’Unione europea.

In Italia sprechiamo a testa fino a 8 litri di acqua al minuto per un rubinetto lasciato aperto. Possiamo arrivare anche 960 litri di acqua sprecata ogni mese secondo Legambiente.

I prelievi di acqua (relativi al 2012) sono stati destinati per il 46,8% all’irrigazione delle coltivazioni, per il 27,8% a usi civili, per il 17,8% a usi industriali, per il 4,7% alla produzione di energia termoelettrica e per il restante 2,9% alla zootecnia.

Qui sotto l’infografica riassuntiva dei dati Istat sul consumo idrico in Italia.

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