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World Happiness Report, il digitale porta la felicità?

Felicità e digitale possono andare a braccetto? Forse si. A certificare la veridicità ci pensa il World Happiness Report dell’Onu, la classifica annuale dei Paesi più contenti del pianeta diffusa in occasione della Giornata mondiale della felicità che si celebra il 20 marzo. Rilasciato ogni anno dal 2012, lo studio classifica 156 paesi per i loro livelli di felicità, misurati in base a sei variabili chiave.

Ogni anno questo indice diventa un trionfo della Scandinavia. Infatti nel 2018 nel podio più felice si posiziona la Finlandia.

L’Italia fa un passo avanti rispetto al 2017, ma resta comunque nelle retrovie della classifica, attestandosi al 47esimo posto. Migliorano tuttavia le aspettative di vita, salite in media da 70 anni a 72,8 anni dal 2000 al 2015: terza alle spalle di Giappone e Islanda.

Peggiora invece la situazione degli Stati Uniti, che – nonostante l’aumento della ricchezza – passano dal 14esimo al 18esimo posto: una retrocessione da attribuire ai livelli di corruzione, obesità e abuso di oppioidi.

La Top 20:

  1. Finlandia
  2. Norvegia
  3. Danimarca
  4. Islanda
  5. Svizzera
  6. Paesi Bassi
  7. Canada
  8. Nuova Zelanda
  9. Svezia
  10. Australia
  11. Israele
  12. Austria
  13. Costa Rica
  14. Irlanda
  15. Germania
  16. Belgio
  17. Lussemburgo
  18. Stati Uniti
  19. Regno Unito
  20. Emirati Arabi Uniti

E sul triste fondo della lista? Yemen, Tanzania, Sud Sudan, Repubblica Centrafricana e Burundi.

Le sei variabili che il Report considera sono: PIL pro capite; aspettativa di vita; sostegno sociale (misurato dall’avere qualcuno su cui contare nei momenti difficili); fiducia (misurata da una percepita assenza di corruzione nel governo e negli affari); percezione della libertà di prendere decisioni di vita; e generosità (misurata dalle recenti donazioni). I dati vengono raccolti da sondaggi di persone e come valutano le loro vite su una scala che va da 0 a 10.

La cosa però che colpisce maggiormente e che tutti i paesi europei presenti nelle prime posizioni della lista, sono anche i più digitalizzati. Incrociando i dati forniti dall’ONU e quelli dell’indice europeo per la digitalizzazione DESI (Digital Economy and Society Index) del 2017, si nota questa particolarità.

Il DESI è un indice che riassume gli indicatori pertinenti sulle prestazioni digitali dell’Europa e tiene traccia dell’evoluzione degli Stati membri dell’UE nella competitività digitale.

Fonte: Desi

Nel indice DESI del 2017 vediamo come la Danimarca, Finlandia, Svezia e Paesi Bassi hanno le economie digitali più avanzate nell’UE, seguite da Lussemburgo, Belgio, Regno Unito e Irlanda. Gli 8 paesi sono tutti presenti nella top 20 dell’Onu.

Hanno i punteggi più bassi sul DESI Romania (52esima nel’index della felicità), Bulgaria (100esima), Grecia (79esima) e Italia(47esima).

Nel 2017, le nazioni che hanno migliorato il loro punteggio nel DESI sono state la Slovacchia (39esima) e la Slovenia(51esima) hanno registrato il maggior progresso (oltre 0,04 rispetto a una media UE di 0,028).

Quindi che dire. Ricchezza e digitale si, vanno a braccetto.

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