Il premio

Women Innovators 2016: primo premio a Susanna Sargento, imprenditrice dell’Internet of Things

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Innovazione tecnologica al femminile nell’Ue: il primo premio va alla soluzione “Internet of moving Things”. I riconoscimenti sono stati consegnati da Carlos Moedas, Commissario europeo per la Ricerca, la scienza e l'innovazione.

Si chiama ‘Internet of moving Things’ l’ultima frontiera dell’Internet delle Cose, in cui si utilizzano i veicoli in strada per ampliare la copertura della rete Wi-Fi in città.

L’idea è dell’imprenditrice portoghese Susanna Sargento e della sua azienda Veniam: automobili, taxi, autobus, perfino i mezzi per la raccolta dei rifiuti urbani, ogni veicolo in circolazione può trasformarsi in un hot spot per rilanciare il segnale Wi-Fi e facilitare l’accesso in rete e ai servizi smart city di cittadini e turisti.

Per quest’applicazione dell’Internet of Things, l’azienda si è aggiudicata i 100 mila euro del primo premio di Women Innovators 2016, riconoscimento dell’Unione europea assegnato la settimana scorsa a Bruxelles per promuovere l’innovazione tecnologica e imprenditoriale al femminile.

Al secondo posto si è piazzata la finlandese BioTie e il premio di 50 mila euro è andato alla professoressa Sirpa Jalkanen, per i suoi studi avanzati sulle nuove ricerche mediche per la cura dei tumori.

Terzo premio da 30 mila euro è stato invece consegnato a Sarah Bourke, chief executive di Skytek, azienda irlandese impegnata nel settore delle tecnologie aerospaziali. Nello specifico, si tratta di soluzioni tecnologiche per affrontare emergenze di varia natura sulla stazione spaziale internazionale ISS in orbita attorno alla Terra.

I premi sono stati consegnati da Carlos Moedas, Commissario europeo per la Ricerca, la scienza e l’innovazione. L’accesso crescente delle donne nel mondo della ricerca ad alto contenuto tecnologico è uno degli obiettivi che l’Ue si è data per sostenere il tema delle pari opportunità sul mercato del lavoro.

In Europa più di un terzo dei ricercatori è donna, si legge in un nuovo studio dal titolo “She Figures 2015. Gender in research and innovation”, ma solo nel 19% dei casi le donne ricercatrici sono assunte in aziende che fanno innovazione tecnologica.