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Fusione Wind-3: strada in discesa. Niel punterà ad accordo con Enel?

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E’ molto probabile, ormai, che il terremoto Iliad scombussolerà il già tormentato mercato mobile italiano: secondo delle fonti vicine al dossier citate da Reuters, la temibile Commissaria Antitrust, Margrethe Vestager, sembra orientata a dare l’Ok alla fusione tra Wind e 3 proprio in virtù dell’accordo siglato da Vimpelcom e Hutchison con il gruppo di Xavier Niel.

Ma le ambizioni di Iliad potrebbero anche non fermarsi al mercato mobile.

Quello nostrano è uno dei mercati mobili più attivi d’Europa – gli italiani, si sa, sono tra i più appassionati fan degli smartphone e di tutto quello che ruota attorno alla telefonia mobile – ma non è proprio il Bengodi per gli operatori, soprattutto quelli che non dispongono anche di una rete fissa (3 Italia tra questi). E in più – dopo una guerra dei prezzi che ha ridotto al lumicino i ricavi – sarà difficile proporre tariffe a prezzi stracciati. Tanto che secondo alcuni analisti l’accordo potrebbe rivelarsi un boomerang per Wind e 3.

Eppure Niel – unico francese a entrare nella top 100 delle personalità più influenti nella Silicon Valley – è pronto a lanciare la sfida, soprattutto a quel Vincent Bollorè, suo compatriota, che controlla la quota di maggioranza di Telecom Italia.

Sfida che partirà a metà del prossimo anno quando Iliad dovrebbe cominciare a lanciare le sue offerte ai consumatori italiani sfruttando l’accordo di roaming che rientra nei termini dell’accordo siglato con Wind-3.

Per arrivare, invece, a coprire l’intero territorio nazionale con una propria rete, ci vorranno almeno altri 4-5 anni, calcola il Sole 24 Ore. In questo arco di tempo, andrà più che bene se Iliad riuscirà a conquistare il 7% del mercato, dicono gli analisti di Oddo.

“Calcoliamo che sulla base dell’accordo e sull’esempio di Free Mobile in Francia che per cominciare a creare valore Iliad debba ‘captare’ un po’ più del 7% del mercato italiano in 5 anni”, spiegano gli analisti, secondo cui l’ingresso nel mercato mobile potrebbe essere solo un primo passo per Niel che potrebbe “approfittare dello sviluppo della rete in fibra ottica da parte di Enel Open Fiber per mettere poi un piede nel mercato del fisso”.

Resta il fatto che l’ingresso nel mercato mobile di un operatore notoriamente così aggressive sul versante delle tariffe, soddisferà sì la Commissione europea – che dall’arrivo della Vestager ha bocciato le fusioni che avrebbero ridotto da 4 a 3 il numero di operatori –  ma vanificherà i benefici attesi dal consolidamento in termini di recupero dei margini. Da qui il tonfo in Borsa di Telecom Italia all’indomani dell’ufficializzazione dell’accordo.

Anche Moody’s, che oggi ha espresso un giudizio positivo sull’accordo tra Iliad, Vimpelcom e Hutchison per l’impatto sul credito di 3 Italia e Wind – che grazie alla fusione potrebbero giovare di sinergie e della riduzione del debito – ha puntato il dito verso le ripercussioni dell’aumento della concorrenza per gli altri operatori del mercato

Iliad, spiega Moody’s, ha molta liquidità da investire e “vanta anche un track record di operatore molto aggressivo, come dimostrato in Francia”. Anche se le condizioni del mercato italiano sono molto diverse da quello francese di 4 anni fa, “se Iliad dovesse seguire una strategia simile a quella condotta in Francia, sarebbe negativo per gli operatori esistenti, ossia Telecom Italia, Vodafone e Fastweb”, dicono gli analisti.

Le azioni di Telecom Italia, che intanto ha annunciato il licenziamento di 1.700 dipendenti in Brasile per la prossima chiusura dei call center di Recife e Curitiba, stanno lentamente recuperando e segnano oggi una variazione in positivo di poco inferiore al 2% a 0,6605 euro.

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