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Whatsapp, lo stop tedesco alla nuova privacy policy si allarga in tutta la Ue?

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La nuova controversa privacy policy di Whatsapp entrerà in vigore ovunque in Europa domani, tranne che in Germania. Il Garante privacy di Amburgo in base al GDPR ha sospeso per tre mesi la condivisione dei dati di Whatsapp con la casa madre Facebook.

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WhatsApp, spunta la nuova privacy policy. “Se non accetti non puoi usare l’app dopo il 15 maggio”. Ancora non c’è chiarezza

Ma il consenso non è libero

Il divieto è stato applicato dal Garante di Amburgo per la protezione dei dati e la libertà di informazione, Johannes Casper, secondo cui “le disposizioni sul trasferimento dei dati sono sparse a diversi livelli della privacy policy, sono poco chiare e difficili da distinguere nelle loro versioni europee e internazionali”.  Per Casper “i contenuti siano fuorvianti e mostrano notevoli contraddizioni. Anche dopo un’attenta analisi, non è chiaro quali conseguenze abbia l’approvazione per gli utenti. Inoltre, il consenso non è dato liberamente, poiché WhatsApp richiede l’accettazione delle nuove disposizioni come condizione per il continuo utilizzo delle funzionalità del servizio”.

Cosa deciderà il Garante Ue?

Il blocco tedesco vale per tre mesi e in questo lasso di tempo il Garante di Amburgo vuole portare il caso all’attenzione dell’organismo europeo che raccoglie tutti i garanti della Ue (European Data Protection Board). La decisione del Board potrebbe portare ad una sentenza legale a livello europeo, che potrebbe imporre di proteggere tutti i cittadini Ue di tutti gli stati membri dalla nuova privacy policy di Whatsapp.

E’ possibile inoltre che Facebook sia obbligato a ripensare la sua policy internazionale, il che potrebbe risultare però in una ulteriore frattura di internet fra diverse policy a livello internazionale. Whatsapp dal canto suo ha rispedito al mittente le contestazioni del Garante di Amburgo, sostenendo che sono basate su basi sbagliate. La maggior parte degli utenti ha già accettato le nuove regole, ha fatto sapere la società controllata da Facebook. E non potrebbe essere altrimenti, anche perché senza l’ok alla lunga l’account va chiuso perché le funzionalità vengono gradualmente ridotte.

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