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Web 4.0, Bruxelles lancia la prossima transizione verso la realtà mista (mercato da 800 miliardi di euro entro il 2030)

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La Commissione europea ha adottato la nuova strategia sul web 4.0 e i mondi virtuali. Obiettivo: guidare la prossima transizione tecnologica e garantire ai cittadini, alle imprese e alle amministrazioni pubbliche europee un ambiente digitale aperto, sicuro, affidabile, equo e inclusivo. I punti chiave, le opportunità e i dubbi.

INIZIATIVA UE SUL WEB 4.0 E I MONDI VIRTUALI

La strategia web 4.0 e i mondi virtuali

La transizione digitale di cui parliamo da anni non è neanche terminata che già la Commissione europea rilancia sul passaggio successivo: il web 4.0.

Le prospettive dell’economia dell’UE dopo il 2030, pubblicate a marzo, già indicano il web 4.0 come un importante elemento di transizione tecnologica, capace di “creare un mondo interconnesso senza soluzione di continuità, intelligente e immersivo”. 

Un mercato aperto, sicuro, inclusivo, equo e affidabile, così lo descrive la Commissione nel documento di presentazione della strategia web 4.0, allo stesso tempo decentrato, basato sulla piena responsabilizzazione degli utenti, in grado di favorire l’ibridazione tra oggetti fisici e digitali e di offrire esperienze immersive.

Tutte condizioni presentate come indispensabili per “una migliore interazione tra esseri umani e macchine”, che da qui in poi dovranno essere in grado di lavorare assieme.

La dimensione virtuale varrà un mercato da 800 miliardi di euro entro la fine del decennio

Un modo per ribadire che la digitalizzazione rimane, è e sarà, uno dei principali motori dell’economia europea e globale.

L’UE però ha comunicato di fatto anche la volontà di investire nella dimensione virtuale. Secondo le stime riportate nel documento ufficiale, il mercato mondiale dei mondi virtuali passerà dagli attuali 27 miliardi di euro a oltre 800 miliardi di euro entro il 2030.

I punti chiave della strategia web 4.0

Per arrivare a sfruttare nel più breve tempo possibile tutte le opportunità e i vantaggi di questa nuova fase della transizione tecnologica, servono però alcuni passaggi chiave individuati dalla Commissione.

Il primo tra tutti, il sostegno allo sviluppo di un ecosistema europeo a livello industriale, capace cioè di riunire i diversi attori della catena del valore dei mondi virtuali e del web 4.0.

I primi partneriati potrebbero nascere nel 2025 e per far questo serve puntare sull’eccellenza nella ricerca e l’innovazione.

Saranno coinvolti anche il settore dei media e della comunicazione, per sperimentare strumenti creativi innovativi, ma anche i Governi dei singoli Paesi dell’Unione, per quel che riguarda le future normative e gli standard regolatori.

In questo nuovo ambiente, ulteriore spazio sarà offerto alla Pubblica Amministrazione centrale e locale, con il ruolo di facilitatore per l’accesso dei cittadini ai servizi 4.0 e per lo sviluppo anche a livello industriale di applicazioni di precisione, che comunque torneranno utili nel momento di prendere decisioni informate in materia di politiche pubbliche.

A riguardo, la Commissione sta avviando due nuove iniziative faro pubbliche: “CitiVerse“, un ambiente urbano immersivo che può essere utilizzato per la pianificazione urbana e la gestione; lo “Virtual Human Twin” (“essere umano virtuale gemello”) europeo, che riprodurrà il corpo umano a supporto di decisioni cliniche e terapie personalizzate.

Par garantire che il mercato sia fin dall’inizio inclusivo ed equo, sarà fondamentale definire standard a livello mondiale per mondi virtuali e un web 4.0 aperti e interoperabili, impedendo che siano dominati da pochi operatori di grandi dimensioni.

Tutte soluzioni made in EU? Che ne sarà della sicurezza dei dati e dei diritti individuali?

Per questo la Commissione europea non chiede solo di condividere la nuova strategia tra tutti i Paesi dell’Unione, ma anche di investirci massicciante su più fronti per raggiungere nel più breve tempo possibile una posizione di leadership, l’unica che consenta alle nostre imprese di acquisire posizioni stabili di vantaggio sui competitor globali.

Una strategia che avremo tempo e modo di valutare meglio, ma che segue un po’ lo schema abbozzato con l’industria 4.0, in cui già si chiedeva agli umani di imparare a lavorare con le macchine, che già accendeva un faro sulla mancanza di competenze e che già apriva un confronto difficile su temi sociali di massima rilevanza, come la disoccupazione tecnologica.

Ma questa strategia pone anche fin da subito dei dubbi e quindi delle domande. Che ne sarà della dimensione umana nei mondi virtuali e della realtà mista? In che termini saranno concepiti come umanocentrici? Che ne sarà dei diritti democratici e dell’individuo? E la privacy? Le tecnologie da impiegare per accelerare lo sviluppo di questo nuovo quadro di transizione saranno tutte made in EU? In caso contrario, come dovremo regolarci con i fornitori esteri? In quest’ultimo caso, di quali tutele disponiamo in termini di sicurezza dei dati e di affidabilità delle soluzioni impiegate?

Tutti quesiti che abbiamo dovuto già affrontare, ogni qual volta sono state prese in considerazione le principali tecnologie chiave di questo decennio e che con ogni probabilità riguarderanno anche la transizione al web 4.0 e la dimensione virtuale.