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Wearables, la pandemia spinge ancora la spesa in tecnologie indossabili

I consumatori spenderanno molto di più in dispositivi indossabili quest’anno dell’anno scorso. A trainare la spesa il Covid-19, secondo stime di Gartner, che già nel 2020 ha registrato al crescita doppia della spesa globale in wearables, a 81,4 miliardi di dollari trainata dal lavoro a distanza. Gli smart worker l’anno scorso hanno speso a bizzeffe per l’upgrade delle loro cuffie da videochiamata per lo smartphone, più che raddoppiata in un anno oltre i 32 miliardi di dollari.

La spesa per dispositivi che si mettono all’orecchio (cuffiette, auricolari) è vista in crescita anche quest’anno del 20%, a 39,2 miliardi di dollari.

La seconda categoria per crescita maggiore sono gli smartwatch, che l’anno scorso sono aumentati del 17,6% e quest’anno sono visti in aumento del 18,7%.

A spingere questi device è l’interesse per i parametri medici connessi al fitness e al rinnovato interesse per i parametri vitali legato alla pandemia.

Una nuova categoria di device sono gli smart patches, le patch che contengono sensori e chip sovra cutanee, usate sempre per il monitoraggio della salute e al somministrazione di medicinali come ad esempio l’insulina. Ma con l’accresciuto ricorso alla telemedicina da Covid 19 il ricorso alle smart patch, sempre più miniaturizzate, è molto aumentato, così come la loro accettazione da parte di medici e pazienti.

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