Open data

Wearables e obesità, l’Internet delle cose che fa perdere peso (Video)

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All’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma si sperimentano le tecnologie indossabili, gli open data e l’Internet of Things per accrescere il benessere fisico nei ragazzi e ridurre i problemi di sovrappeso.

Secondo i dati illustrati in occasione della riunione informale dei Ministri della Salute dell’Unione Europea svoltasi il 20 marzo scorso a Malta, i bambini italiani di 8-9 anni che nel 2014 hanno mostrato evidenti segni di sovrappeso e obesità sono stati rispettivamente il 20,9% e il 9,8%, in calo rispetto ai dati del 2008 (23,2% e 12%).

Secondo la “European health interview survey” del 2016, il nostro Paese è uno dei migliori in termini di percentuale di obesi sulla popolazione: il 10,7% contro la media Ue del 16%.

Al tema della salute, del benessere fisico, dell’alimentazione e del peso corporeo, l’Unione europea ha dedicato il progetto “Daphne, acronimo inglese per “Data-as-a-Service platform for healthy lifestyle and preventive medicine”, focalizzando l’azione sull’utilizzo di tecnologie indossabili (wearable technologies) nella raccolta dati sul nostro fisico e loro elaborazione.

In tal modo è possibile collezionare giornalmente informazioni dettagliate sul nostro stato di salute relativamente alla forma fisica e renderle accessibili a chiunque vogliamo, in primis a noi, al nostro medico curante e quindi al personale medico.

Si tratta di una piattaforma cloud based che adopera software e hardware standardizzati e aperti, per consentire agli sviluppatori di terze parti, al netto della privacy, di potere accedere ai dati e creare nuovi servizi al cittadino.

C’è un portale web con aree accessibili sia ai medici, sia alle famiglie dei ragazzi coinvolti nel test, per valutare i trend e gli eventuali miglioramenti. I dati sono caricati grazie ad un’applicazione mobile per smartphone, che illustra i grafici, coinvolge il bambino/la bambina nell’aggiornamento del diario settimanale della dieta alimentare e consente ai pazienti di interagire con il programma e i ricercatori.

Tutti i dati contenuti sono aperti (open data) e facilmente consultabili dai diretti interessati e dalle terze parti per lo sviluppo delle apps.

Il direttore della World Obesity Federation, Tim Lobstein, membro del progetto “Daphne”, ha dichiarato sul British Medical Journal, che “grazie alle nuove tecnologie digitali indossabili ed interconnesse tra loro e con la piattaforma di progetto, molti ragazzi tra i 12 ed i 17 anni riusciranno a perdere peso in maniera significativa già in due o tre mesi di sperimentazione”.

Un progetto che vede tra i partner internazionali (Gran Bretagna, Israele, Spagna, Irlanda) anche l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Qui, ha spiegato Lobstein, “i ragazzini vestono dei sensori connessi in rete per la raccolta e l’elaborazione dei dati corporei rilevati”.

L’obiettivo più importante è il risultato raggiunto in termini non solo di benessere fisico, ma anche mentale, perché i pazienti dopo qualche settimana si sentono più forti psicologicamente e si dicono molto più motivati a perdere peso grazie al controllo immediato dei valori corporei in tempo reale e tramite dispositivi elettronici portatili”.