il caso

Vorticidigitali. ‘Il nostro segreto? Pensare in ottica Facebook’. Intervista a Guglielmo Nappi (Leggo)

di Andrea Boscaro |

Leggo è la free press italiana che, tramite l'uso dei social network, è riuscita nel 2014 ad arrivare al  2° e 8°  posto come news più lette sulle piattaforme social.

#vorticidigitali è una rubrica settimanale a cura di @andrea_boscaro promossa da Key4biz e www.thevortex.it.

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Passata da 125.000 visitatori unici mensili nel 2009 a 9,5 milioni nel 2014. È questa la progressione abbastanza impressionante registrata dalla free press Leggo.it che usa i social network come strumenti principali per aumentare i volumi di traffico.

Della strategia di Leggo abbiamo parlato con  Gugliemo Nappi, Caporedattore e responsabile delle pagine di attualità della free press.

Andrea Boscaro. Leggo non è solo un successo – e per certi aspetti ‘un caso’ – offline, ma anche online. Come si spiega?

Guglielmo Nappi. Questo successo è frutto di oltre cinque anni di duro lavoro. Quando il sito mi fu affidato dall’allora direttore Giuseppe Rossi, pensai che dovevamo trovare una nostra strada. Leggo, come free press, non aveva e non ha connotazioni specifiche. Dopo qualche tentativo a vuoto, abbiamo scelto un’anima popolare. Leggo è il sito della gente. Ci piace la cronaca, anche quella un po’ urlata, raccontiamo storie, se possibili positive, cerchiamo di attirare l’attenzione con servizi e videoservizi nostri. Io sono contento quando qualcuno mi dice che consulta Repubblica.it, Corriere.it e poi guarda cosa c’è su Leggo. Succede sempre più spesso. A febbraio, nonostante il mese breve, abbiamo superato i 9.500.000 visitatori unici mensili. Eravamo partiti, nel 2009 da quota 125.000. Se siamo un caso, siamo contenti di esserlo.

Andrea Boscaro. Su Facebook avete una Pagina da quasi 535.000 fan e un tasso di engagement e lettura invidiabili a dispetto di ogni algoritmo di Menlo Park. Segreti tecnici o solo giornalismo attento al linguaggio della Rete?

Guglielmo Nappi. Abbiamo un bel rapporto con Facebook, migliore di quello che abbiamo con Google. Evidentemente il feeling deve essere ricambiato se è vero che, caso unico in Italia, i nostri utenti attivi sono più di quelli iscritti alla pagina (a proposito, qualcuno chieda a Menlo Park come sia possibile). Segreti? Forse quello di pensare in ottica Facebook. Nel 2013 (fonte Blogmeter) la notizia più letta sulle piattaforme social fu nostra, nel 2014 abbiamo conquistato 2° e 8° posto con due news diverse. Facciamo engagement solo se stimoliamo il dibattito. Quindi, niente titoli esca che non portano a contenuti, vero male della Rete oggi. Grande cura al linguaggio che deve essere semplice, ma accattivante. E poi video condivisi solo sulla piattaforma social. Una ‘good-practice’ è anche quella di rispondere ai messaggi dei lettori sulla bacheca. Anche perché spesso dietro una segnalazione c’è un’idea per un servizio.

Andrea Boscaro. Da editore, quali sono le metriche che usa per comprendere quanto tempo e quanti sforzi dedicare alle attività su Facebook?

Guglielmo Nappi. Facebook, come Twitter, rappresenta la rivoluzione orizzontale delle news e ha cambiato molto il lavoro dei giornalisti. Io posso privilegiare una notizia rispetto a un’altra e così do verticalità al sito, ma sui social cambia la percezione. Le notizie arrivano sequenzialmente e sono i lettori, senza filtri, a scegliere con il “like” o il “condividi”. Per il capo di un sito, anche se non tutti i miei colleghi lo ammetterebbero, è diventato sempre più difficile abbassare un contenuto che viaggia bene sui social. Tutto questo ci costringe a un lavoro capillare. La stessa cura deve essere posta per la top news dell’Isis (articolo, interviste, gallery, video) come per l’incidente di Mestre dove muore una ventenne. E non sono certo su quale delle due notizie, nel sito orizzontale, produca più engagement.

Andrea Boscaro. Stare sui social media significa gestire un ambiente intimamente bidirezionale: come vi ponete nei confronti dei lettori?

Guglielmo Nappi. Abbiamo una squadra di redattori e collaboratori, oltre al supporto di Cedsdigital, che quasi non pensa ad altro. Leggo è un free press e un social press. Ci piace coinvolgere i lettori, anche con iniziative semplici. Penso alle foto di San Valentino, arrivate a migliaia in redazione, con qualche problema nostro di gestione. Alla fine la foto più votata è stata pubblicata sul giornale. Io credo che i nostri fan vedano tutto questo e ci apprezzino.

Andrea Boscaro. L’attività che conducete sui social media ha un risvolto commerciale? Sviluppate progetti di native advertising?

Guglielmo Nappi. Il ruolo del giornalista è cambiato rispetto al passato. Non è un caso se Leggo ha un direttore come Alvaro Moretti, molto attento anche ai temi commerciali. I contest, spinti sulle piattaforme social, ci stanno dando bei risultati e con la nostra agenzia pubblicitaria, la Piemme, abbiamo molti progetti in cantiere. Occhio alla pubblicità su Smartphone, Tablet e iPad che tra tre-quattro anni trascinerà tutto il settore. Già oggi Leggo fa più contatti da piattaforma Mobile che da Pc. Il futuro del native advertising a mio avviso sarà la geo localizzazione. E i telefonini permetteranno questa seconda rivoluzione con contenuti locali mirati. Dalla crisi dell’editoria per me ne usciremo così.