L'intervista

Vorticidigitali. Lo stato dell’arte dei lavori digitali. Intervista a Massimo Mensi (Filcams Cgil Nazionale)

di Andrea Boscaro, fondatore di The Vortex |

Questa settimana ho intervistato Massimo Mensi, responsabile Filcams Cgil nazionale in merito alla ricerca che sta la Cgil sta conducendo sullo stato dell’arte dei lavori digitali nel nostro Paese.

Vorticidigitali è una rubrica settimanale a cura di @andrea_boscaro promossa da Key4biz e www.thevortex.it. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Questa settimana per Key4biz ho intervistato Massimo Mensi, responsabile Filcams Cgil nazionale per il settore del Terziario Avanzato in merito alla ricerca che la Cgil sta conducendo sullo stato dell’arte dei lavori digitali nel nostro Paese. Per approfondire la ricerca e rispondere alle domande il sito è www.lavoratoridigitali.it 

Andrea Boscaro. Filcams Cgil nazionale, assieme alla Fondazione Di Vittorio, ha promosso ha ricerca sul lavoro dei “lavoratori digitali”. Quali obiettivi vi ponete nel tentare di comprendere meglio lavori che paiono sfuggire alle forme tradizionali con le quali abbiamo fino ad oggi inquadrato le professionalità?

Massimo Mensi. Le tecnologie digitali sono divenute fondamentali per la vita delle persone e delle imprese, per la crescita individuale così come per lo sviluppo di un territorio e negli ultimi anni la produzione di beni e servizi digitali ha coinvolto una quota crescente e diversificata di lavoratrici e lavoratori, eppure le condizioni di chi opera in questi settori sono ancora poco conosciute.

L’obiettivo della Filcams Cgil , insieme alla Fondazione di Vittorio è quello di dare sempre più voce e spazio ad un mondo sempre più diffuso che coinvolge più di 450mila lavoratori. Comprendere, per tutelare al meglio le tante professionalità che si stanno avvicendando nel panorama nazionale e internazionale. La ricerca è uno dei primi passi di conoscenza, per poi poter concretizzare l’ azione sindacale inclusiva.

Andrea Boscaro. Una delle sfide della ricerca è individuare e mappare con maggior profondità le nuove professionalità  digitali perché si possano comprenderne criticità e bisogni. Perché un lavoratore dovrebbe rispondere alla ricerca?

Massimo Mensi. Le condizioni di lavoro nel settore informatico sono molto diversificate, sia perché le professioni sono molteplici e in continuo mutamento, sia perché i processi di lavoro sono estremamente articolati, con imprese grandi e piccole, multinazionali e appalti, lavoro dipendente, autonomo, su piattaforma. La ricerca, – www.lavoratoridigitali.it – è uno strumento per conoscere meglio le condizioni di lavoro e orientare l’azione sindacale secondo il punto di vista stesso dei lavoratori e delle lavoratrici, partendo dai loro bisogni e dalle loro proposte.

Andrea Boscaro. Le competenze legate al digitale cambiano costantemente di pari passo all’evoluzione delle piattaforme e dei modelli di business. Che sfida pone l’accelerazione in atto?

Massimo Mensi. Nel settore informatico l’aggiornamento continuo è sempre stato indispensabile, perché le tecnologie e i sistemi cambiano di continuo. In questo campo l’auto-formazione e i processi di learning by doing si accompagnano alla necessità di conseguire certificazioni utili ai percorsi di carriera, in un settore in cui le competenze sono in costante evoluzione. Allo stesso tempo, aumentano i processi di controllo, di monitoraggio e valutazione del lavoro, sia delle performance individuali che di team, e le opportunità che ha il lavoratore di avere spazi di autonomia e di gestione possono ridursi. Più in generale, l’evoluzione del lavoro su piattaforma aumenta la flessibilità del lavoro e la sua frammentazione, con dei notevoli problemi in termini di possibilità di supporto e cooperazione per i lavoratori, così come di costruzione di azioni collettive per il sindacato. D’altra parte, il lavoro informatico può essere un processo estremamente creativo e fondato sulla cooperazione, nelle aziende in cui si favorisce la partecipazione sin dalle fasi di pianificazione e sviluppo del progetto.


Andrea Boscaro. Nel corso dell’ultimo anno, i fatti di cronaca hanno fatto emergere il “dietro le quinte” di molti modelli digitali come quelli legati al commercio elettronico. Come si aiutano i consumatori a prendere atto che, dietro un “costo di spedizione” vi sono lavoratori e diritti da rispettare?

Massimo Mensi. La comunicazione e la diffusione delle tante storie e vertenze, ci ha permesso di portare allo scoperto situazioni critiche: condizioni di lavoro non così favorevoli, abusi e privazioni di diritti, diminuzioni delle tutele. Grazie anche ai social media, due casi eclatanti come il licenziamento della lavoratrice di Ikea e il primo sciopero dei lavoratori Amazon nel giorno del black Friday hanno avuto un’importante cassa di risonanza, con tanta solidarietà da parti di consumatori e cittadini.

In questo contesto, la Filcams Cgil è impegnata in un progetto internazionale per rendere le multinazionali  più trasparenti ed accessibili, e far conoscere a lavoratori e consumatori le reali attività aziendali.

OPEN CORPORATION ha messo sotto osservazione e in comparazione tra loro 200 aziende multinazionali su: trasparenza, accessibilità dei dati, diritti sindacali e civili, responsabilità sociale, ambientale e finanziaria.

Una classifica in continua evoluzione che può dare risalto alle realtà che si impegnano nel rispetto del lavoro, nella qualità del servizio offerto e di conseguenza dei consumatori. www.opencorporation.org/it/

 

Andrea Boscaro. Su quali domande è costruita la ricerca e quali saranno i prossimi passi?

Massimo Mensi. Le professioni nel settore informatico sono tra le più rilevanti in un mondo del lavoro caratterizzato dalla digitalizzazione, eppure le condizioni di questi lavoratori sono poco conosciute. In questo settore coesistono lavoratori affermati con chi è soggetto a pratiche intense di sfruttamento, e il giusto riconoscimento della professionalità viene spesso a mancare. La ricerca vuole cercare di descrivere meglio queste professioni, per restituire una rappresentazione più approfondita basata sul punto di vista dei diretti interessati. Il questionario è stato costruito insieme ai lavoratori del settore e cerca di indagare i diversi aspetti che caratterizzano queste professioni: i profili professionali e di carriera, i ritmi e l’intensità del lavoro, le modalità di lavoro, le possibilità di cooperazione, l’utilizzo dello smart-working. Infine, il questionario vuole individuare le priorità per l’azione sindacale a livello aziendale e contrattuale, per costruire delle strategie mirate.