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Vorticidigitali. I negozi diventeranno le vetrine di Amazon? Intervista a Marino Casucci (Intergic)

Per iniziare al meglio l’anno, ho intervistato Marino Casucci, Fondatore e CEO di Intergic che in Italia rappresenta molte soluzioni avanzate per l’eCommerce, una delle aree cruciali per la competitività delle imprese del nostro Paese.

Andrea Boscaro. Buongiorno Marino, Intergic gode di un punto di osservazione privilegiato sull’eCommerce seguendo per il mercato italiano tecnologie innovative ideate e sviluppate in Europa. Nei prossimi mesi assisteremo a una accelerazione del cambiamento dei sistemi di pagamento e a una contestuale evoluzione del mercato delle vendite online. A tuo avviso, quali caratteristiche rivestirà questo cambiamento?

Marino Casucci. È sicuramente uno dei momenti più vitali della sua storia quello che il mondo dei pagamenti sta vivendo. Lo “tsunami” tecnologico che sta coinvolgendo questo settore si sta scontrando, soprattutto in Europa, con la necessità di adottare una regolamentazione chiara e sicura sia per l’utente finale sia per i merchantè. Prendiamo per esempio i sistemi di pagamento: per quanto in Italia il suo numero sia ancora piuttosto limitato, al momento e nella sola Europa, esistono più di 40 metodi di pagamento online, ciascuno con tecnologie e complessità completamente differenti. Se abbracciamo l’offline, e il diffuso concetto di omnicanalità, la faccenda diventa ancora più complessa. Di conseguenza, per i merchantè necessario affrontare la tematica dei pagamenti in chiave strategica, considerandola come un tassello fondamentale dei propri piani di business. I pagamenti, infatti, non rappresentano più il “semplice” momento dell’incasso, al contrario, sono una tappa fondamentale per l’internazionalizzazione delle aziende, che deve saper rispondere alle specifiche esigenze di ogni Paese in cui opera o commercializza i propri beni e servizi, puntando alla massima resa in termini di customer experience. Ne consegue che il momento del pagamento dovrà diventare sempre più fluido e quasi impercettibile.

Andrea Boscaro. Confrontandoti quotidianamente con importanti operatori europei, dove avverti che il mercato italiano del commercio elettronico sia in ritardo pur nella crescita pronunciata dei volumi d’affari che ha presentato negli ultimi anni?

Marino Casucci. Sicuramente parlando di ritardi nell’eCommerce italiano il mio pensiero va al mondo del Fashion anche se, negli ultimi anni, ha vissuto una sorta di “risveglio”. In precedenza il comparto era monopolizzato da alcuni brand, ora si stanno avvicinando al commercio elettronico quasi tutti gli operatori e, finalmente, la figura del Chief Digital Officer si sta dimostrando sempre più importante anche in questo settore.

Andrea Boscaro. Per la prima volta nel 2017, l’eCommerce di prodotti ha superato il volume d’affari dell’eCommerce di servizi. A cosa ti pare sia dovuto questo cambiamento e come pensi che gli operatori debbano attrezzarsi di fronte alla conferma di questo trend? Vi sono tecnologie particolarmente adeguate ad agevolare tale elemento di maturità del nostro mercato?

Marino Casucci. Il cambiamento è dovuto principalmente alla crescita dell’e-commerce e del mercato in generale. Il mondo dei servizi per necessità si è mosso prima in questa direzione,basti pensare al comparto dei viaggi aerei. Il mondo dei prodotti, invece, vi è arrivato dopo per diversi motivi: uno peresempio è rappresentato dalla fiducia del cliente finale, con la richiesta di costruire relazioni ancora più basate sul concetto di fiducia e l’adozione di tecnologie all’avanguardia per la gestione del commercio elettronico. Non dimentichiamo che molti settori produttivi si stanno aprendo all’eCommerce, come per esempio l’industria del Food. Parlando di tecnologie, va sottolineato che tutte agevolano la user experience, rendendola un’esperienza migliore. L’obiettivo principale è offrire una usability sempre più profonda e in grado di rispondere alle esigenze, espresse o meno, dei clienti. L’acquisto online è emozionale, è un’esperienza senza soluzione di continuità (o seamless, come spesso si sente dire nel mondo digitale). Allo stato attuale, non è possibile evidenziare una tecnologia in particolare. Ovviamente, altro discorso merita l’uso e l’applicazione che si fa delle tecnologie per l’e-commerce, come sono implementate e integrate all’interno dei processi e delle strategie delle aziende.

Andrea Boscaro. “Diventeranno i negozi tutti vetrine di Amazon?” è un titolo provocatorio dell’Economist di qualche mese fa e, stando al ruolo a cui è assurto il marketplace anche nell’immaginario collettivo, occorre ammettere che il rischio ci sia. L’omnicanalità è ancora una soluzione per i retailer che abbiano la distribuzione sul territorio o si tratta ormai di una via obsoleta?

Marino Casucci. Ritengo che sarà il contrario: i marketplace avranno la peggio perché saranno i retailer con i loro brand ad avere la meglio. È innegabile che il marketplace ha colmato un buco tecnologico. Quando non ci sarà più questo gap da colmare, l’esperienza d’acquisto sarà la medesima ovunque, in qualsiasi momento e con qualsiasi marchio. Nel prossimo futuro iretailer saranno in grado di fare fronte al progresso tecnologico, avranno a disposizione soluzioni ritagliate sulle loro esigenze e, allora, il marketplace si indebolirà. Un esempio importante è già più che positivamente rappresentato da Yoox. I produttori non solo si sono accorti che parte delle loro quote di mercato si sono spostate nel digital, ma hanno anche visto nell’e-commerce la possibilità di raggiungerne di nuove. Quindi, usano Amazon come vetrina solo temporaneamente, per stare al passo con le tecnologie, contemporaneamente creano i propri e-commerce e delineano le proprie strade e strategie.

Andrea Boscaro. Tra le soluzioni che commercializzate vi è FACT-Finder, un motore di ricerca avanzato per l’eCommerce. Quali insegnamenti traete in merito all’evoluzione della domanda da parte dei consumatori italiani?

Marino Casucci. Dal punto di vista dell’evoluzione della domanda traiamo un insegnamento lampante: il consumatore esige sempre più di essere compreso senza indugi e perdite di tempo. Tanto che nell’onsite search si comportata nello stesso modo di come Google gli ha “insegnato” a fare.Un tema sicuramente interessante è quello della personalizzazione, tuttavia gli italiani non sono ancora avvezzia una personalizzazione molto spinta, piuttosto sono abituati all’efficienza della ricerca. Quella che mi piace definire la ricerca puntuale.

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