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Vorticidigitali. Digital export manager, chi è e cosa fa

Qualche settimana fa il presidente della Confindustria di Brescia ha lanciato un grido di allarme legato al calo delle esportazioni che, in quella provincia come in molte altre d’Italia, rappresentano il carburante dell’economia e il perno delle società: l’Italia è un Paese con una forte vocazione all’internalizzazione ed occorre essere consapevoli che il valore del “made in Italy” dovrebbe essere esteso alla più rappresentativa immagine del “made with Italy” grazie all’importante ruolo giocato, nelle esportazioni, dai macchinari e dai beni strumentali.

In questa prospettiva, il contributo che il digitale può dare è sempre più elevato a patto che non lo si appiattisca all’eCommerce che, sebbene in costante crescita (2,6 miliardi di euro, +11% rispetto al 2017 fonte Politecnico di Milano), rischia di allontanare quelle aziende che, per ragioni di mercato e prodotto, possono allontanarsene e rinunciare a coglierne le ulteriori opportunità).

Una opportuna indicizzazione del sito Internet proprietario per le query collegate ai bisogni che si intende intercettare e soddisfare nella lingua e secondo le fraseologie prevalenti nei mercati target, l’utilizzo tattico della presenza all’interno di directory (da quelle generaliste come Europages a quelle verticali senza rinunciare agli ambienti istituzionali, gestiti dall’Italian Trade Agency), la sperimentazione di soluzioni più impegnative eppur rilevanti come Alibaba e Amazon Business debbono pertanto essere parte della rinnovata figura del “digital export manager“.

L’export manager contemporaneo infatti non ha solo il compito di accostare la direzione generale nello studio dei mercati e nella valutazione delle opportunità, ma vede estesa la sua professionalità ad un costante confronto con l’area marketing dell’azienda perché la presenza online di quest’ultima sia al meglio pensata e sviluppata per massimizzare le opportunità che possono essere colte online.

Se l’export manager deve pertanto continuare a presidiare le fiere di settore e seguire le iniziative di incontro presenti attraverso le soluzioni tradizionali (missioni, visite all’estero e in Italia, attività di comunicazione e di relazioni pubbliche offline), ha però oggi anche il compito di mettere in campo una efficace attività commerciale online curando la propria presenza sui social network professionali come Linkedin con la condivisioni di contenuti inerenti alla propria azienda e coerenti con gli interessi informativi dei propri prospect così da allargare costantemente il network e renderlo capace di produrre incontri, opportunità di business e fidelizzazione delle relazioni che, soprattutto in questo campo, rivestono un ruolo tanto più significativo quanto più lo scenario sta diventando competitivo.

Ricordando quindi che “Linkedin serve per fare un appuntamento in più, non un appuntamento in meno”, è evidente che le sfide dell’export e dell’economia italiana passano anche attraverso una professionalità più organica dell’export manager e delle figure professionali ad esso riconducibili.

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