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Vortici Digitali. Le app strumento per farsi trovare e per raggiungere nuovi clienti

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Per molto tempo abbiamo immaginato che le app mobile fossero uno strumento di pura fidellizzazione per un’azienda poiché, a fronte delle molte app che tutti noi continuamente scarichiamo, in realtà sono poche quelle che non cancelliamo ed ancor meno quelle che utilizziamo: per un’azienda, pertanto, è molto impegnativo riuscire a sviluppare un servizio che soddisfi l’utente fino al punto di ambire a questo posizionamento esclusivo.

Pur essendo ancora così e richiedendo quindi un originale pensiero editoriale, vi sono però due novità che potrebbero far guardare alle app mobile in modo differente, come uno strumento per potersi fare trovare su Internet in virtù dei contenuti che vi sono inseriti ed ancor più come uno strumento di lead generation a cui possono essere successivamente aggiunte iniziative di qualificazione del contatto attraverso operazioni di marketing automation.

Nel corso del 2015, Google ha, infatti, cominciato a indicizzare non solo l’esistenza di app sviluppate per il mondo Android, ma gli stessi contenuti inseriti in esse e dall’estate del 2015 ha portato avanti questa attività anche per le app sviluppate per il mondo iOS: di conseguenza oggi nel fare ricerche su Google attraverso smartphone è possibile vedere all’interno delle pagine dei risultati di ricerca anche contenuti presenti all’interno delle app e questo significa che per un’azienda, quindi, sviluppare contenuti all’interno di un’app è un ottimo modo per farsi trovare e per raggiungere nuovi possibili clienti.

La seconda novità è data dal fatto che Google Analytics oggi consente, nell’aprire un nuovo account, non solo di monitorare l’andamento del traffico di un sito, ma anche di osservare il comportamento di un utente all’interno di una app e la sua fruizione di contenuti presenti nei diversi screen.

Il risultato è che, grazie al tracciamento del comportamento di un utente sulle app mobile, sarà possibile andare a sviluppare iniziative di remarketing sia sullo smartphone sia sul web grazie all’univoca attività di riconoscimento dell’utente prodotto da Google.

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