Il discorso

Von der Leyen (UE): “Bloccheremo l’accesso della Russia a tecnologie e mercati strategici”. Il video

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L’UE, assieme ai suoi alleati, Stati Uniti, Gran Bretagna e Canada, si dice pronta a colpire Mosca con sanzioni progettate per mettere a dura prova gli interessi del Cremlino e la sua capacità di finanziare la guerra. Nel mirino tecnologie e mercati considerati strategici per la Russia.

La Presidente della Commissione sanziona Mosca

Stamattina alle 04:00 ora italiana la Russia ha dato il via all’attacco militare all’Ucraina. Da quel momento in poi i principali leader dei Paesi europei e la Casa Bianca hanno condannato a più riprese la decisione di Mosca di riportare la guerra in Europa.

Per quel che riguarda l’Unione europea, la Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha dichiarato che entro la giornata sarà presentato a tutti i Paesi membri “un pacchetto di sanzioni massicce e mirate” con cui colpire la Russia.

Un insieme di sanzioni che nelle parole della Presidente della Commissione sono sembrate tese a colpire Mosca non solo a livello economico, ma anche a livello di industrie, tecnologie e mercati strategici.

Con questo pacchetto, punteremo a settori strategici dell’economia russa, bloccando il loro accesso a tecnologie e mercati che sono fondamentali per la Russia. Indeboliremo la base economica della Russia e la sua capacità di modernizzazione. Inoltre, congeleremo le attività russe nell’Unione europea e fermeremo l’accesso delle banche russe ai mercati finanziari europei”, ha detto la von der Leyen.

L’obiettivo è indebolire il gigante russo e rendergli difficile finanziare le operazioni militari in Ucraina.

In questa situazione l’Ue si è detto pienamente allineata ai suoi alleati, cioè Stati Uniti, Regno Unito, Canada, ma anche Giappone e Australia.

G7 e Consiglio europeo straordinari, le parole di Draghi

Entro stasera si dovrebbero anche tenere due vertici straordinari convocati per decidere le mosse da compiere in chiave antirussa: un G7 e una riunione del Consiglio europeo.

Commentando la situazione in Ucraina, il nostro Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha detto che “quanto succede in Ucraina -riguarda tutti noi, il nostro vivere da liberi, la nostra democrazia“.

Questo pomeriggio avremo una consultazione dei G7, alla quale parteciperà anche il Segretario Generale della NATO Stoltenberg, al termine della quale mi recherò a Bruxelles per un Consiglio Europeo straordinario. In quella sede – ha spiegato Draghi – decideremo un pacchetto di sanzioni molto dure nei confronti della Russia. Avevamo ribadito in tutte le sedi di essere pronti a imporre conseguenze severe nel caso in cui la Russia, come purtroppo è accaduto, avesse respinto i nostri tentativi di risolvere la crisi per via politica”.

Colpire interessi russi

Il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha dato il via libera alle sanzioni contro le aziende che stanno costruendo il gasdotto Nord Stream 2, in particolare la ditta responsabile, la Nord Stream 2 AG, che equivarrebbe ad un brusco stop del progetto, secondo quanto riportato dalla CNN.

Washington, in piena sintonia con Bruxelles, aveva già ieri fatto trapelare per mezzo stampa dure possibili sanzioni contro Mosca in caso di invasione dell’Ucraina, a partire dal blocco delle esportazioni americane di molti beni.

Un’ampia gamma di prodotti americani e di Paesi suoi alleatati, ad alto e basso contenuto tecnologico, dall’elettronica di consumo ai semiconduttori, passando per l’automotive e gli aeromobili. Secondo euronews.com, potrebbero esser presi di mira dispositivi e componenti per le telecomunicazioni e anche del settore marittimo.

Una strategia dallo scopo chiaro: colpire ed indebolire la produzione industriale russa nei suoi settori chiave.

La decisione americana segue quella tedesca di ieri, quando il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha di fatto stoppato ogni processo autorizzativo e di certificazione in corso, necessarie per rendere operativa la possente infrastruttura, terminata a settembre e che dovrebbe rifornire di gas l’Europa (in particolare la Germania).

Berlino di fatto ha già sanzionato Mosca subito dopo il riconoscimento delle due repubbliche autoproclamate del Donbass, di Donetsk e Luhansk.