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Von der Leyen, l’aereo e il GPS: cadono tutte le accuse. Nessun attacco

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La Commissione europea è passata dall’accusa alla Russia alla smentita. Inoltre i dati di FlightRadar24 hanno confermato che il volo non ha mostrato anomalie evidenti e che l’arrivo a Plovdiv è avvenuto quasi in orario.

Il caso dell’aereo di Ursula von der Leyen diretto a Plovdiv è diventato un vero cortocircuito comunicativo. Lunedì 2 settembre la portavoce della Commissione europea Arianna Podestà parlava di una “palese interferenza russa” al segnale GPS. Il 4 settembre, la stessa portavoce ha corretto la linea: “Non abbiamo mai detto che dietro ci fosse la mano di Mosca”.

Secondo il Financial Times, l’aereo partito da Varsavia aveva perso i sistemi di navigazione elettronica in fase di avvicinamento, costringendo i piloti ad affidarsi alle mappe cartacee. Una fonte parlava di “innegabile interferenza”.

Bruxelles sembrava confermare quella ricostruzione, sottolineando il rischio crescente di jamming e spoofing lungo il confine orientale. Le reazioni politiche sono state immediate: il senatore Filippo Sensi denunciava su X che “il regime russo ci vuole morti”, mentre la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno parlava di “ennesimo episodio di guerra ibrida”.

Poi la marcia indietro: il 4 settembre, la Commissione ha scaricato la responsabilità delle prime accuse su un comunicato bulgaro. E da Sofia è arrivata una smentita: secondo il ministro dell’Interno Daniel Mitov, non si è trattato di un attacco informatico.

A complicare ulteriormente lo scenario, i dati di FlightRadar24: la piattaforma segnala che il volo non ha mostrato anomalie evidenti e che l’arrivo a Plovdiv è avvenuto quasi in orario. Un dettaglio che suggerisce una dinamica meno drammatica di quanto raccontato, pur senza escludere che singoli sistemi di bordo abbiano subito interferenze locali.

In pochi giorni si è passati dalla certezza dell’attacco russo alla versione opposta, con la sovrapposizione di smentite e dati contrastanti. Un caso che mostra quanto sia difficile, per le istituzioni europee, comunicare con chiarezza su episodi in cui tecnologia, sicurezza e geopolitica si intrecciano.

Un dato curioso completa il quadro: solo Il Fatto Quotidiano ha riportato la smentita del 4 settembre. Nessun altro grande giornale italiano ha ripreso la notizia, lasciando che restasse confinata a un’unica testata. Un silenzio mediatico che, di fatto, contribuisce ad aumentare l’opacità di un episodio già segnato da contraddizioni tecniche e istituzionali.

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