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Voli di Stato, il Governo verso più segretezza dopo il caso von der Leyen. Le misure in discussione

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Dopo l’episodio che ha coinvolto il volo su cui viaggiava la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il governo valuta di limitare la tracciabilità e l’esposizione pubblica dei voli istituzionali.

Dopo i disturbi al GPS all’aeroporto bulgaro di Plovdiv, che hanno costretto il volo con a bordo la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ad effettuare l’atterraggio utilizzando le mappe fisiche, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha riportato al centro del dibattito la possibilità di secretare, almeno in parte, i voli di Stato.

Secondo quanto riportato da Repubblica, le ipotesi sul tavolo sono tre: ridurre i dati pubblicati sul sito di Palazzo Chigi, schermare gli aeromobili dai portali di tracking e rafforzare le procedure anti-interferenza.

Le misure in discussione

L’idea è duplice: da un lato ridurre le informazioni pubblicate sul sito di Palazzo Chigi, dall’altro chiedere che gli aerei governativi non siano più tracciabili sui portali specializzati. Già a febbraio il velivolo della Presidenza del Consiglio è stato rimosso da Flightradar, ma resta visibile su altri servizi analoghi. Parallelamente, si lavora a soluzioni tecniche contro jamming e spoofing, disturbi sempre più frequenti nello spazio aereo europeo.

Il ruolo delle istituzioni di controllo

Il Copasir, il comitato parlamentare che vigila sull’attività dei servizi segreti, ha chiesto chiarimenti sugli ultimi episodi e sulle possibili contromisure. La normativa in vigore (decreto 6 luglio 2011) stabilisce che gli spostamenti dei ministri vadano resi pubblici, salvo eccezioni “per ragioni di Stato”. È proprio in questa zona grigia che il Governo si muove, bilanciando il diritto all’informazione con le esigenze di sicurezza nazionale.

Divergenze politiche

Non tutti però condividono l’allarme. Matteo Salvini ha invitato a non drammatizzare, mentre il generale Roberto Vannacci ha messo in dubbio che la Russia avesse interesse a colpire von der Leyen. Crosetto, pur riconoscendo che un abbattimento sarebbe stato un “salto di livello”, definisce episodi simili la normalità della guerra ibrida: un flusso costante di attacchi cyber ed elettronici, più fastidiosi che devastanti, ma utili a Mosca per destabilizzare.

Mosca nega il coinvolgimento

Il Cremlino ha negato il suo coinvolgimento. “Le vostre informazioni – ha detto il portavoce di Putin, Peskov – non sono corrette”. Ma a Bruxelles nessuno crede alla smentita russa. “Siamo consapevoli e in qualche modo abituati – ha aggiunto la portavoce di Palazzo Berlaymontalle minacce e alle intimidazioni che sono una componente costante del comportamento ostile della Russia. Naturalmente, questo non farà che rafforzare ulteriormente il nostro incrollabile impegno a potenziare le capacità di difesa e il supporto all’Ucraina”.

Il commento tecnico che ridimensiona la gravità delle interferenze

In questo contesto si inserisce la voce dell’esperto aerospaziale Marco Lisi Turriziani, Inviato speciale per lo Spazio del Ministero degli Esteri, che ridimensiona (e di molto) la gravità delle interferenze:

Non sorprende che in un’area non così lontana dalle zone in guerra il GPS possa essere interferito.
La storia drammatizzata diffusa sul volo della von der Leyen è tuttavia ridicola. Sui Falcon Jet (Dassault), come su tutti i jet business e commerciali moderni, il GPS non è il sistema primario di navigazione, ma una delle fonti di posizione utilizzate dal Flight Management System (FMS) e dall’Inertial Reference System (IRS/INS)”,
spiega l’esperto.

“Il sistema primario di navigazione è dato dagli IRS/INS (Inertial Reference System/Unit), che forniscono in autonomia posizione, velocità e assetto senza bisogno di segnali esterni. Il GPS viene utilizzato come sorgente di aggiornamento per correggere le derive inevitabili dei sistemi inerziali, fornendo così una maggiore precisione e continuità. Il FMS integra tutte queste informazioni (IRS + GPS + radioassistenze come VOR/DME, ILS ecc.) e fornisce al pilota/autopilota la posizione e la rotta da seguire.
Quindi il GPS è fondamentale, ma il cuore primario e certificato della navigazione restano i sistemi inerziali, con ridondanza multipla.
”, conclude Lisi Turriziani su Linkedin.

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