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Vivendi verso un accordo su Tim? Les Echos attacca l’Italia

SEDE TIM TELECOM ITALIA CORSO D'ITALIA ROMA

La stampa francese si interroga sull’affaire Tim, in attesa della scadenza del 30 settembre per l’offerta vincolante da parte del fondo americano KKR per la NetCo. Nel frattempo, Les Echos attacca la politica industriale del nostro paese.

Il governo, “a sorpresa” secondo Les Echos, è entrato in partita per rilevare una quota del 20% della rete Tim, di cui Vivendi è il primo azionista con il 23,75%. La stampa francese si interroga sulle intenzioni della media company di Vincent Bolloré, alla luce di un titolo Tim che in Borsa ha riacquistato “un po’ di colore” quest’estate, anche se non è riuscito ancora a tornare nel 2023 ad una performance positiva (-5% da inizio anno, sottolinea l’analisi del sito specializzato in analisi di borsa Le Revenu).  

L’analisi degli esperti francesi

L’analisi degli esperti transalpini, ripresa da Boursorama, “sostiene che Nonostante i progressi, Vivendi si aspetta di più dall’offerta del governo italiano e di KKR. A fine giugno il fondo americano fece una prima proposta da 23 miliardi di euro, ben lontana dalle aspettative di Vivendi che allora stimava il valore della rete fissa di Telecom Italia intorno ai 31 miliardi – si legge – Nel frattempo, Vivendi può contare sulla sua controllata Universal Music Group (UMG), di cui detiene ancora il 10%, per rilanciare i suoi conti. Nel secondo trimestre, il fatturato della UMG si è attestato a 27 miliardi di euro, in crescita dell’8,8% e il titolo è cresciuto del 20% in tre mesi. Rimaniamo tuttavia cauti sulle azioni Vivendi. Alcuni analisti hanno rivisto leggermente al ribasso le loro aspettative di redditività per il 2023, sottolineando l’aumento degli investimenti e l’aumento dei costi legati alle assunzioni per Canal+”.

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Les Echos attacca l’Italia: ‘Interventismo estivo del Governo’

C’è da dire che oggi un articolo alquanto critico uscito su Les Echos che analizza la politica industriale del nostro paese sotto il Governo Meloni, definita “assente” o quanto meno “caotica” sul fronte economico a metà strada fra statalismo e privatizzazioni. ‘Tra liberalismo e statalismo oscilla il cuore dell’Italia’ (‘Entre libéralisme et étatisme, le coeur de l’Italie balance’) il titolo del pezzo.

A proposito degli interventi estivi del Governo sugli extra profitti delle banche e tramite golden power nella vicenda Pirelli e in contrasto con Ryanair, “…Un interventismo estivo culminato in agosto con l’annuncio, tra la sorpresa di tutti, di un’imposta bancaria eccezionale sugli utili bancari e il grande ritorno dello Stato italiano nel capitale di Telecom Italia (TIM), ventisei anni dopo la sua privatizzazione. Servirà una quota fino al 20% del capitale dell’operatore di rete fissa per una bagatella di oltre 2 miliardi di euro, mentre il ministro dell’Economia cerca disperatamente risorse per sviluppare un “bilancio complicato”, per sua stessa ammissione”, si legge su Les Echos.

‘Rapporto dello Stato con il mercato caotico’

«Lo Stato può entrare nel capitale di un’impresa, ma può anche uscirne», avverte tuttavia Giancarlo Giorgetti, facendo eco ad Antonio Tajani. Il nuovo leader di Forza Italia, ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio, chiede “rilancio delle privatizzazioni. Lo Stato deve fare soldi”. Ma il credo liberale è diventato una vera e propria bestemmia”, aggiunge.

Passati in rassegna i casi di Alitalia, Ilva, Autostrade per l’Italia (Aspi), il quotidiano francese chiude sottolineando che “Il rapporto dello Stato italiano con il mercato è a dir poco caotico”.

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