Lo scontro

Vivendi-Mediaset, continua la guerriglia

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Mediaset e Vivendi non sono riuscite a trovare la quadra nella loro disputa legale che dura ormai da tre anni.

Mediaset e Vivendi non sono riuscite a trovare la quadra nella loro disputa legale che dura ormai da tre anni, da quando le parti hanno rotto sulla mancata cessione di Premium al gruppo francese. A nulla è valso l’’extra time’ concesso dai giudici e scaduto venerdì scorso per trovare un accordo sulla creazione, voluta da Mediaset e invisa a Vivendi, della holding pan europea del gruppo MediaForEurope (MFE) con sede in Olanda che prevede la fusione della filiale spagnola del Biscione e della quota del 20% detenuta nel broadcaster tedesco. Confermata per il prossimo 10 gennaio l’assemblea straordinaria di Mediaset per portare avanti il progetto MFE.

Mediaset e Vivendi saranno di nuovo a confronto davanti al Tribunale di Milano venerdì 6 dicembre. Lo segnalano le agenzie, citando fonti vicine al dossier.

Negoziati sul prezzo

Da qualche settimana le parti stanno negoziando la cessione del 20% delle quote di Vivendi in Mediaset ceduta alla fiduciaria Simon, ma le parti non hanno trovato un accordo sul prezzo. Vivendi detiene complessivamente il 29,9% in Mediaset ma sarebbe disposta a cedere le sue quote pur di mettere una pietra tombale sulla contesta che vede contrapposti i due gruppi. Mediaset chiede in pratica un risarcimento complessivo di circa 3 miliardi di euro per i danni subiti dalla mancata cessione di Premium e dal successivo tentativo di scalata bloccato dall’Agcom.  

Il Tribunale di Milano fisserà ora una nuova data per l’udienza che dovrà decidere sulla richiesta di sospensiva del progetto MFE avanzata da Vivendi.

Le due parti starebbero ancora trattando sul prezzo di cessione delle quote di Vivendi: il gruppo francese si aspetterebbe una quota minima di 3,10 euro per azione mentre Mediaset sarebbe disposta a offrire non più di 2,91 euro. Insomma, fra domanda e offerta ballano ancora per chiudere il contenzioso che oppone i due contendenti.

Un portavoce del gruppo francese ha detto che “serve buona volontà da parte di tutti per chiudere”, silenzio stampa invece da parte di Mediaset.

I termini del divorzio

Secondo diverse fonti, le due parti si sarebbero accordate perché il gruppo della famiglia Berlusconi riacquisti la quota del 20% detenuta da Vivendi e depositata in Simon Fiduciaria. Il pagamento avrebbe luogo in un secondo momento, una volta che il progetto di broadcaster paneuropeo voluto da Mediaset sarà realtà.  L’idea della famiglia Berlusconi, secondo Les Echos che ha dato ampio spazio all’affaire con un articolo dall’evocativo titolo “Divorce à l’italienne”, sarebbe di trovare un nuovo azionista e partner pronto a rilevare la quota del 20% ora in mano a Bollorè. In cambio, Vivendi non si metterebbe più di traverso tentando di bloccare il progetto paneuropeo voluto da Berlusconi con la costituzione di MFE.  

Quel che è certo è che lo scontro giudiziario e borsistico fra le parti proseguirà anche nelle prossime settimane.