L'operazione

Vivendi, le mani di Bolloré su Havas. L’Opa piace al mercato

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Vivendi offre 2,36 miliardi di euro per rilevare il 60% di Havas, big della pubblicità già controllato dal gruppo Bolloré.

Dopo mesi di speculazioni (se ne parla almeno da un anno) Vivendi ha presentato un’offerta da 2,36 miliardi di euro in contanti per rilevare il 60% del big del mercato pubblicitario Havas, già controllata dal Gruppo Bolloré. L’operazione considerata strategica, vedrà Vincent Bollorè, presidente e primo azionista di Vivendi, consolidare i suoi asset nel mercato dei media in linea con l’approccio strategico del nuovo gruppo, finalizzato a creare un conglomerato dei media “in un contesto in cui i contenuti, la distribuzione e le comunicazioni convergono” sempre di più. Il figlio di Bolloré, Yannick, è già Ceo di Havas. L’operazione piace al mercato, cono il titolo Vivendi che a Parigi vola di oltre il 5% e Havas del 10,3%, sopra il prezzo offerto dalla stessa Vivendi a 9,33 euro.

L’offerta interamente cash a 9,25 euro per azione sarà con ogni probabilità giudicata amichevole dal suo primo azionista, lo stesso Vincet Bollorè. Il figlio Yannick, già amministratore delegato di Havas è appena stato confermato dall’assemblea nel cda di Vivendi e continuerà ad esercitare un ruolo operativo in Vivendi, che tra le altre cose controlla il 24% di Tim e il 28,8% di Mediaset.

In caso di successo, Vivendi lancerà un’offerta pubblica di acquisto per la quota del 40% non detenuta dalla famiglia Bolloré, alle stesse condizioni. L’intera operazione vale 4 miliardi di euro. L’obiettivo di Vivendi è quello di raggiungere un accordo vincolante con il Gruppo Bolloré “nel più breve tempo possibile”.

Nascerebbe un colosso con un giro d’affari di 13,7 miliardi di euro e un utile operativo di 1,25 miliardi di euro.

L’offerta obbligatoria invece potrebbe costare fino a 1,6 miliardi di euro L’accordo “è una soluzione perfetta in un settore che converge tra contenuti, distribuzione e comunicazione”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Vivendi Arnaud de Puyfontaine in una conference call con gli analisti. “Ci conosciamo bene, ci piace lavorare insieme ed è totalmente amichevole”. “Non vediamo alcun conflitto di interessi, non in Italia e non in altri territori” ha risposto de Puyfontaine agli analisti.

“I nostri gruppi evolvono in un mondo comune, alcuni dei nostri team si consocono già e la nostra cultura sono simili e si completano a vicenda”, si legge in una mail ai dipendenti di Yannick Bolloré diffusa da Reuters.

Aggiungere Havas, gruppo specializzato in advertising e comunicazione, Vivendi vuole creare nuove opportunità sui data analytics e contenuti brandizzati per le aziende nel protafoglio di Vivendi, che comprende anche Universal Music group e Canal Plus.

L’operazione rientra nel piano strategico di Bollorè per la creazione di un grande gruppo convergente multimedia e Tlc nel Sud Europa, in grado di competere con Netflix.

L’operazione giunge a compimento dopo le elezioni francesi, che hanno portato Emmanuel Macron alla presidenza per i prossimi 5 anni. Macron e Yannick Bollorè si conoscono da tempo e questo potrebbe favorire anche Vivendi che ha accordi di distribuzione con Orange.

Vivendi solo tre anni fa, quando il finanziarie bretone era diventato presidente, aveva 11 miliardi in cassa, oggi, dopo l’Opa su Havas, si troverà ad aver oltre 2 miliardi di debiti. Bolloré, invece, cedendo a Vivendi il 60% di Havas incasserà più di 2,3 miliardi, ripagandosi buona parte della scalata a Vivendi avvenuta tra il 2014 e il 2016.

Nel contempo, Vivendi ha annunciato i dati del primo trimestre del 2017, su cui continua a pesare la performance negativa di Canal Plus in Francia, ma per il business della pay tv l’inversione di tendenza è attesa per il prossimo trimestre. Vivendi ha chiuso i primi tre mesi dell’anno con ricavi per 2,663 miliardi di euro (+6,9%)

L’Ebitda a livello di gruppo ha segnato un calo del 30% (-34% a perimetro costante) a fronte di ricavi in aumento del 3% trainati dalla musica di Universal Music. Utile netto a 155 milioni (+57%)

L’outlook sui conti per il 2017 resta immutato, con previsioni per un aumento dei del 5% a fronte di un Ebitda in rialzo del 25%.