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Vivendi, la campagna italiana passa dalla banda ultralarga

Vivendi

Vincent Bolloré continua a far parlare di sé. Mentre il governo francese lavora a un emendamento per contenere il suo ’arrivismo’, il finanziere bretone prosegue con il proprio piano per Vivendi.

E’ di ieri l’operazione su Ubisoft e Gameloft che prova una volta di più come l’obiettivo sia quello di concentrarsi sui contenuti.

Dalle radio alla pay tv, la holding è ormai tentacolare.

Non è un caso la scalata a Telecom Italia: per portare contenuti e fare di Vivendi la prima media company del sud d’Europa servono le infrastrutture tlc.

La nuova sfida si gioca infatti sul campo dello streaming e i broadcaster non vogliono perdere la partita con Netflix.

Bolloré continua a spostare le proprie pedine. Il 6 agosto approfittando della agenda del premier più leggera e di un’Italia ormai in vacanza, il top manager è volato a Roma per incontrare Renzi. E’ stato quest’ultimo a convocarlo, precisa un insider.

All’epoca Vivendi aveva ancora il 15,9% di Telecom Italia, adesso è salita al 20%.

L’operatore tlc è il primo del Paese con 66 mila dipendenti e 29 miliardi di debiti.

Vivendi potrebbe giocare un ruolo di primo piano. Intanto perché può contare su una forte liquidità e poi perché può essere funzionale al Piano nazionale della banda ultralarga, punto essenziale del governo per lo sviluppo del Paese.

Più volte, infatti, i vertici della media company francese hanno dichiarato la loro volontà di accelerare sull’internet veloce in vista del progetto di puntare sulla rete per distribuire i propri contenuti.

Bolloré è poi il secondo azionista di Mediobanca, come ricorda oggi Le Monde che cita il libro di Fiorina Capozzi ‘Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei’ (edito da goWare e Key4biz), e siede nel salotto buono della finanza italiana.

Forte dei suoi quindici anni nel nostro Paese, della propria posizione in Telecom Italia e della forza di Vivendi, Bolloré è un interlocutore imprescindibile per riunire sotto lo stesso tetto produzione e distribuzione di contenuti in un gruppo europeo capace di competere con i giganti della tv del futuro.

Vivendi, attraverso Canal+, produce serie tv e dispone di un catalogo di film pronto a essere distribuito su un mercato italiano ancora dominato dalla tv tradizionale.

Ma ci può essere anche la possibilità concreta che Vivendi cerchi la collaborazione con Sky o Mediaset.

L’azienda di Cologno non ha mai nascosto l’interesse per il gruppo francese che lo scorso anno aveva mostrato un forte interessamento per la pay tv Premium del Biscione.

Secondo le ultime indiscrezioni riportate da Bloomberg, Vivendi sarebbe disposta a un investimento significativo per entrare in Premium.

Sarà questa la prossima mossa di Bolloré? Vedremo.

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