La riorganizzazione

Vivendi: in vista nuove operazioni sui media ma non per Sky o ITV

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Vivendi interviene per mettere a tacere le voci su un possibile interesse del gruppo per Sky o ITV, ma non esclude altre operazioni sul mercato media.

Nelle mire di Vivendi non ci sarebbe Sky né tanto meno il gruppo media britannico ITV.

A smentire le voci circolate a ridosso dell’operazione Dailymotion, su un possibile interessamento della holding francese per le due aziende, ci ha pensato l’amministratore delegato di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, che al Financial Times ha illustrato la strategia del gruppo.

“Ci siamo impegnati in un viaggio, quello per diventare un player completamente incentrato sui media e sui contenuti (…) Stiamo cercando operazioni che possano trasformare” la natura della società, ha precisato Puyfontaine.

Il manager ha comunque escluso un interesse per Sky, la pay tv controllata al 39% dalla 21st Century Fox del magnate Rupert Murdoch, contrariamente a quanto riportavano alcune agenzie di stampa.

Riguardo al network ITV, Puyfontaine è stato molto chiaro: “E’ una grande azienda“, ma “troppo cara“.

Poche parole che lasciano comunque intendere la volontà espansionistica del gruppo il cui maggiore azionista è Vincent Bolloré.

Una società che, con l’acquisto di Dailymotion, aggiungerà un’altra tessera a un mosaico complesso con partecipazioni in diversi settori, dalla musica alle tlc, e con ambizioni globali

L’operazione avrà possibili ripercussioni anche in Italia dove Vivendi è presente con una quota consistente in Telecom Italia e dove ha avviato già da tempo trattative con Mediaset Premium.

Quando dichiarato da Puyfontaine al FT fa intuire che, anche se Sky e ITV non sono al momento nel mirino di Vivendi, tante altre società potrebbero esserlo.

Del resto il gruppo è forte di un tesoretto di 15 miliardi di euro che potrebbero essere investiti in diversi settori, per rafforzare la media company nei contenuti contro la forte avanzata degli OTT e delle piattaforme di video streaming come Netflix.

Non trascurabile anche il fatto che Vivendi controlli la casa discografica più importante del mondo, la Universal Music, da tempo in rotta con Spotify e a caccia di nuove soluzioni per la distribuzione online.

Vivendi pensa all’Italia?

Forse.

Sicuramente il colosso francese sta cominciando a muoversi e prossimate potrebbe riservarci altre sorprese.