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Vivendi, il progetto di scissione piace alla Borsa

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Questo progetto darebbe “i mezzi umani e l’agilità finanziaria necessarie” agli sviluppi auspicati, sottolinea Vivendi, che farà il punto sullo stato di avanzamento dello studio più avanti.

Questo progetto darebbe “i mezzi umani e l’agilità finanziaria necessarie” agli sviluppi auspicati, sottolinea Vivendi, che farà il punto sullo stato di avanzamento dello studio del progetto a tempo debito.

Il colosso dei media e dell’editoria Vivendi studia un progetto di suddivisione delle sue attività in più entità quotate, strutturate in particolare attorno a Canal+, Havas e una società di investimento di cui fa parte la maggioranza del gruppo Lagardère.

Un annuncio a sorpresa, che arriva soltanto un mese dopo la presa di controllo su Lagardère e che ha l’ambizione di “liberare pienamente il potenziale di sviluppo dell’insieme” delle attività del gruppo.

“Il consiglio di amministrazione di Vivendi ha proposto al consiglio di sorveglianza la possibilità di studiare un progetto di scissione della società in più entità, ciascuna delle quali sarà quotata in Borsa”, rende noto Vivendi in un comunicato, senza ulteriori dettagli sul calendario.

Colosso dei media

Il gruppo di Vincent Bolloré è in particolare sostenuto dal dinamismo di Canal+ e Havas, che hanno realizzato rispettivamente 1,5 miliardi di euro di fatturato nel terzo trimestre e 686 milioni di euro, “in un contesto internazionale caratterizzato da numerose opportunità di investimento. Questo progetto frazionato, che dovrebbe essere a lungo termine, fornirebbe “le risorse umane e l’agilità finanziaria necessarie” per gli sviluppi auspicati, sottolinea Vivendi, che fornirà un aggiornamento sullo stato di avanzamento dello studio del progetto e sulla sua “tempestiva” fattibilità.

La terza entità che potrebbe emergere è una “società di investimento che detiene interessi finanziari quotati e non quotati nei settori della cultura, dei media e dell’intrattenimento”, compresa la sua partecipazione in Lagardère. Alla fine di novembre, l’acquisizione della casa Lagardère da parte della famiglia Bolloré si è conclusa, dopo più di tre anni e mezzo di avances. Vivendi passa così da 38.000 a circa 66.000 dipendenti.

Bolloré seppellisce Vivendi per meglio difendere Canal+?

Secondo alcuni analisti, l’addio a Vivendi permetterebbe alla società quotata Canal+ di essere in posizione di forza per rinegoziare i diritti di trasmissione in Francia. Mentre la futura società di investimenti, terza gamba della nuova struttura, avrà competa libertà di cedere, in un primo tempo, la sua partecipazione in Tim e in un secondo tempo le attività aeroportuali.

Molti in Francia si chiedevano perché Vincent Bolloré abbia venduto i porti africani, cedendo la sua società Bolloré Africa Logistics a MSC per 5,7 miliardi di euro l’anno scorso.

La risposta ora potrebbe essere questa. Era per ricomporre, con un colpo di magia finanziaria, un nuovo gruppo media. I 4 miliardi che restano da questa operazione una volta pagate le imposte secondo Oddo serviranno a riacquistare il 70,5% delle azioni di Vivendi che Bolloré non detiene. Visto che al momento dirige il gruppo con una quota del 30,5%.

Mossa a sorpresa

Le Figaro parla del ritorno del grande finanziere sulla scena, un ritorno in grande stile per valorizzare al meglio le tre entità frutto della scissione del gruppo.

Lo smantellamento di Vivendi, la conglomerata costruita in anni di lavoro. Una mossa a sorpresa che avrebbe preso alla sprovvista anche il figlio Yannick e il presidente del cda Arnaud De Puyfontaine, avvertiti tardi della decisione.

Secondo Le Figaro, il nome Vivendi potrebbe sparire dalla circolazione, s elo studio andrà a buon fine.

I tre gruppi frutto della scissione avrebbero in comune soltanto l’azionariato.

La tripartizione

il gruppo audiovisivo Canal+; il colosso pubblicitario Havas e una terza cosiddetta entità di investimento (il cui nome resta da trovare, ma che non sarebbe Vivendi). Quest’ultima verrebbe creata intorno alla quota del 59,7% di Lagardère (Hachette Livre, Europe 1, Travel Retail, ecc.), dell’editore di videogiochi Gameloft, di Prisma Media e di quote di minoranza in UMG e in Italia Tim e MFE (Mediaset).

Il comunicato stampa diffuso mercoledì sera da Vivendi menziona una strategia di restituzione di liquidità agli azionisti da parte di quest’ultima entità. Tra lo studio del progetto di scissione e il suo eventuale completamento potrebbero trascorrere dai dodici ai diciotto mesi.

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