Strategie

Vivendi, ecco il piano Bolloré su videogame e pubblicità

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Bolloré alza l’OPA su Gameloft mentre si avvia un lento avvicinamento tra Vivendi e Havas, società pubblicitaria guidata dal figlio Yannick.

Sempre più chiaro il piano di Vivendi per l’Europa. Il puzzle comincia a comporsi e il progetto del presidente del gruppo francese, Vincent Bolloré, comincia a delinearsi.

Alcuni giorni fa è stata la volta del rilancio della pay tv, incentrato su diritti tv sportivi, innovazione tecnologica e riduzione del free-to-air, di cui il finanziere bretone ha ampiamente parlato sulla scia degli ultimi conti in rosso di Canal+ e Mediaset Premium.

Ma cosa c’è nel futuro di Vivendi che è anche azionista di maggioranza di Telecom Italia e che da poco ha anche rilevato la pay tv del Biscione?

Intanto Bolloré ha pensato di far entrare nel Cda di Vivendi suo figlio Yannick, segno di voler portare avanti una strategia familiare che offrirà alla media company d’oltralpe maggiore stabilità e opportunità di realizzare progetti di lungo periodo.

Ricordiamo che Bolloré Jr è alla guida di Havas, quinto gruppo di comunicazione e pubblicità nel mondo con oltre 18 mila collaboratori in un centinaio di Paesi.

Yannick Bolloré ha trasformato Havas nel gruppo più integrato del suo settore e uno dei più innovativi nella costumer experience. Il tutto confermato da risultati finanziari in forte crescita dall’arrivo del rampollo di casa Bolloré.

Secondo alcuni osservatori l’ingresso di Yannick nel Cda di Vivendi indica anche l’avvio di un processo di avvicinamento tra le due aziende.

Al contempo Bolloré non intende mollare il mercato dei videogame dal quale potrebbe ottenere importanti sinergie con gli altri asset della holding.

Pubblicità e videogiochi sono quindi i due settori dove ora si concentra l’attenzione del presidente di Vivendi che può ancora contare su un discreto tesoretto. Le riserve nette sono scese da 6,4 miliardi di euro al 31 dicembre 2015 a 4,8 miliardi, per effetto del pagamento di un dividendo ad interim di 1 euro per azione.

Bond da 1,5 miliardi

Ieri Vivendi ha collocato con successo presso investitori istituzionali un bond da 1,5 miliardi di euro, in due tranche a 5 e 10 anni. Le richieste sono state pari a oltre 3,5 volte l’offerta.

Come precisa una nota, la prima tranche, per un importo da 1 miliardo di euro con un coupon dello 0,75%, è stata emessa al prezzo del 99,396%, che corrisponde a un rendimento dello 0,874%. La seconda tranche, per un importo di 500 milioni di euro con un coupon dell’1,875%, è stata emessa con un prezzo del 99,684%, pari a un rendimento dell’1,91%.

“In un contesto di mercato particolarmente favorevole”, spiega Vivendi, l’operazione “è principalmente mirata al rifinanziamento ad ottime condizioni” di un bond da 500 milioni in scadenza al primo dicembre prossimo e di un bond da 750 milioni, in scadenza al 31 marzo.

L’emissione permette inoltre di aumentare la maturità media del debito obbligazionario della società da 1,7 anni a 3,9 anni.

 

Offerta maggiorata per Gameloft

Continua intanto il pressing su Gameloft. Dopo aver ottenuto il via libera dalla Corte d’Appello di Parigi che ha respinto il ricorso del gruppo di videogame che chiedeva una sospensiva, Vivendi ha alzato l’offerta non concordata a 8 euro per azione, aumentando così la pressione sul fondatore della società, la famiglia Guillemot.

Vivendi ha rilevato il 29,37% delle azioni Gameloft e il 26,47% dei diritti di voto. L’offerta di Vivendi su Gameloft scadrà il prossimo 27 maggio.

Questa nuova offerta valorizza l’editore di videogiochi per mobile a quasi 700 milioni, il doppio del valore di Gameloft in Borsa prima dell’ingresso di Vivendi nel capitale del gruppo lo scorso ottobre.

Gameloft tenta da tempo di contrastare la scalata di Vivendi specie da quando lo scorso marzo l’Autorità di Borsa ha dato l’ok all’OPA presentata dal gruppo guidato da Bolloré.

L’editore di videogame ha poi cercato di ottenere una sospensione, depositando il ricorso nel quale contestava la conformità di questa operazione. A inizio mese però la Corte d’Appello di Parigi ha respinto la richiesta di Gameloft, rimandando la decisione nel merito.

Salvo sorprese a partire da oggi ci sarà davanti una settimana per capire come si chiuderà questa vicenda.

L’avvicinamento ad Havas

Vivendi, sull’altro fronte, procede con un lento avvicinamento da Havas. Lo ha detto chiaramente Bolloré parlando nei giorni scorsi con Les Echos: “E’ ovvio che un giorno ci sarà qualcosa tra Vivendi e Havas”.

Ma cosa e quando questo progetto si concretizzerà?

Il gruppo Bolloré è il maggiore azionista di Vivendi con circa il 14% del capitale.

Una quota relativamente piccola, ma Bolloré, Presidente e direttore generale oltre che maggiore azionista del gruppo, presiede anche il Consiglio di sorveglianza di Vivendi e quindi si può tranquillamente affermare che ha in mano il destino di questa holding.

Havas, grande gruppo pubblicitario francese, fa parte di questo ‘dominio’: il gruppo Bolloré detiene il 60% del capitale e il figlio Yannick ne è Ceo. Non è un caso quindi che quest’ultimo sia entrato accanto al padre anche nel Consiglio di sorveglianza di Vivendi.

E’ possibile pensare che Vivendi, conglomerato che unisce tv (Canal+ e prossimamente anche Mediaset Premium), musica (Universal Music Group) e tlc (Telecom Italia), intenda dotarsi anche di un polo per la pubblicità?

Sarebbe un lavoro in più per un gruppo, commenta Les Echos, che fa già molte cose e se non ci sono dubbi sulle possibili le sinergie quello che resta difficile è quantificare i tempi di realizzazione oltre agli eventuali conflitti di interesse tra media e pubblicità.

Sembra che Bolloré voglia ricostituire la Vivendi della ‘grande époque’ di Jean-Marie Messier alla fine degli anni ’90 che però non ha lasciato un bel ricordo agli azionisti.

Vivendi capitalizza in Borsa circa 23 miliardi di euro, ma Havas non pesa che 3 miliardi.

Vivendi potrebbe sicuramente permettersi di rilevare Havas, ma impiegherebbe risorse economiche mentre è già alle prese con altri dossier (Telecom Italia, Gameloft, Ubisoft…).

Se l’operazione dovesse concretizzarsi, Vivendi potrebbe rilevare Havas con un scambio azionario più che in contanti. In questo caso gli azionista di minoranza di Havas finirebbero nel capitale di Vivendi. I giochi restano aperti.