Lo scontro

Vivendi attacca Elliott ‘Vuole smantellare Tim. Scorporo totale altrove non ha creato valore’

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In vista dell’assemblea per il rinnovo del Cda, Vivendi replica agli attacchi di Elliott e del ministro Calenda: ‘Vivendi ha investito 4 miliardi di euro e ha portato una visione di lungo periodo, un approccio industriale e un piano strategico’.

“Telecom Italia è un asset strategico italiano che ha bisogno di un management team forte, un chiaro piano strategico di lungo termine e che ha bisogno di essere guidato da un azionista di riferimento impegnato a concentrarsi sull’implementazione”. Lo scrive Vivendi in una lunga nota pubblicata oggi (scarica qui il documento in Pdf), in cui difende la sua azione di azionista di lungo periodo in Tim. “Vivendi ha investito 4 miliardi di euro e ha portato una visione di lungo periodo, un approccio industriale e un piano strategico” afferma il gruppo francese, replicando così agli attacchi alla governance del fondo attivista Elliott e del ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, che ieri aveva definito “Vivendi un pessimo azionista” ribadendo la sua posizione secondo cui l’Italia ha bisogno di una rete unica.

Elliott, si legge nella nota, “afferma di sostenere la strategia di Amos Genish ma in realtà vuole imporre un nuovo, differente corso focalizzato sullo smantellamento del Gruppo”.

Vivendi ripercorre il suo ruolo in Telecom Italia, ricordando che “quando tre anni fa Vivendi ha iniziato a investire nella società, Telecom Italia si trovava in una situazione di estrema debolezza” e registrava “basse performance in modo cronico”, avendo perso il 70% del suo valore di mercato negli ultimi 10 anni prima del suo ingresso.

Vivendi, sostiene l’azienda francese, ha sostenuto la ripresa del prezzo azionario di Telecom Italia e da giugno 2017 la performance del titolo Telecom Italia è stata migliore del 17% rispetto ai peers del settore (Stoxx/Europ 600/Telcos Index). “Ciò riflette la crescente fiducia nel Ceo Amos Genish e nel suo team”.

 

La nota prosegue ricordando che “Elliott afferma di sostenere il piano e il management di Telecom Italia – si legge – Tuttavia non spiega come quel piano possa essere implementato con un Cda diviso. Elliott non spiega neppure come intende imporre una nuova strategia ad Amos Genish e al suo team senza il supporto del principale azionista”.

 

Vivendi ammette che “forse in passato, Vivendi ha sottovalutato alcune specificità dell’Italia”, su cui l’attuale management sta lavorando attivamente, ed è “consapevole del fatto che per il Governo italiano e per le autorità di controllo sia fondamentale assicurarsi che Telecom Italia sia ben gestita e in grado di svolgere il suo ruolo di colonna portante dell’intero sistema delle telecomunicazioni italiano”.

E poi l’affondo contro Elliott. “Sembra che Elliott preferisca un’Italia di vecchio stampo a un’Italia del futuro, dalla mentalità aperta, dinamica e con approccio internazionale”.

Rivendicando la bontà della lista di candidati per ilo rinnovo del Consiglio di Amministrazione, in cui il presidente Arnaud De Puyfontaine assumerebbe la carica di presidente non esecutivo per assicurare ad Amos Genish tutto lo spazio di manovra necessario per esercitare efficacemente il proprio ruolo, Vivendi chiude citando “le recenti analisi dei broker”: “Gli azionisti di Telecom Italia dovranno affrontare il rischio legato al cambiamento di timone della società, passando dalle certezze offerte da Vivendi ad una situazione di incertezza legata a nuovi interessi e a un ulteriore cambio di Ceo. C’è il pericolo che la sottovalutazione per 9 miliardi di euro che vediamo nelle azioni di Telecom Italia venga sprecata a favore di Enel, CDP e degli interessi dei politici. Il totale scorporo della rete non ha portato alla creazione di alcun valore in Nuova Zelanda, Repubblica Ceca o Stati Uniti”.