L'audizione

Virkkunen alla Camera: ‘Indipendenza digitale Ue? Possibile con venture capital per PMI e Startup’

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Henna Virkkunen, in audizione in Parlamento, risponde ai nostri parlamentari e promuove l'azione di governo in tema di digitale e apre a possibili "modifiche degli obiettivi del Decennio Digitale".

Henna Virkkunen, Vicepresidente e Commissaria alla Sovranità Digitale della Ue, ha risposto con dovizia di particolari al fuoco di fila di domande che le sono state poste in audizione in Parlamento dalle Commissioni riunite Affari costituzionali, Giustizia, Trasporti, Attività produttive, Politiche Ue della Camera e Affari costituzionali, Giustizia, Politiche Ue e Ambiente del Senato.

Indipendenza digitale

Intanto, come premessa generale, il nostro Paese passa l’esame di digitale e cybersecurity. Il giudizio di Virkkunen è alquanto positivo sul ruolo del nostro Paese come pilastro dell’Unione in questo nuovo contesto storico e geopolitico, dove il riarmo va di pari passo con la sicurezza interna e la necessità di dotarsi di una vera indipendenza digitale che “è possibile con il principio dello Scaleup, ossia facendo crescere PMI e startup con il contributo del venture capital e forti investimenti”.

PNRR, Italia promossa

Gli sforzi dell’Italia sul fronte del PNRR sono premiati da Bruxelles. Virkkunen promuove a pieni voti gli sforzi del nostro Paese nell’attuazione degli obiettivi del Decennio Digitale “occorre migliorare le infrastrutture e le connessioni veloci”, ha detto e ha fatto un accenno non troppo velato alla possibilità di rivedere gli obiettivi, nel senso implicito di offrire una flessibilità maggiore che sarebbe manna dal cielo per centrare i target ormai quasi proibitivi del Piano Italia 1 Giga. A quanto pare, la porta per una deroga non sembra affatto chiusa.

AI Act non è un freno all’innovazione

Virkkunen si sofferma a lungo suol ruolo centrale dell’AI e sul fatto che l’Europa deve fare di più per dotarsi della capacità di calcolo necessaria a sfruttare appieno le potenzialità di questo nuovo paradigma, che cambierà radicalmente le nostre vite. “Dobbiamo rendere appetibile investire in Europa e dobbiamo mantenere in Europa i nostri professionisti”, dice Virkkunen, ricordando che ad oggi soltanto il 13% delle imprese in Europa utilizza l’AI. “In Italia”, ha aggiunto, “abbiamo rilevato che la percentuale è addirittura inferiore“. Troppo poco per competere. Bisogna convincere le PMI ad utilizzarla.

Cloud, data center e semiconduttori sono altri nervi scoperti su cui la Commissione sta lavorando. Virkkunen ha ricordato il Chips Act da 80 miliardi, con l’Italia protagonista grazie a STMicroelectronics a Catania.

“Ma occorre essere più autonomi su chip e semiconduttori“, ha aggiunto la Commissaria.

Quel che è certo è che, secondo Virkkunen, l’AI Act non frena l’innovazione. “Dobbiamo essere consapevoli dei rischi, servono degli standard condivisi e sicuri quando in ballo c’è un’AI che decide se concedere un prestito o che lavora in ambito sanitario”.

Italia pilastro della Nato

 Il nostro paese è un pilastro della Nato, ricorda il commissario finlandese, l’Europa deve puntare ad una sua indipendenza digitale che non potrà arrivare senza una bella sforbiciata a burocrazia e lacciuoli normativi, che frenano gli investimenti. Detto questo, semplificazione non significa deregulation, ha aggiunto, riecheggiando un punto di vista che in queste settimane ha improntato il dibattito nella industry delle Tlc intorno al Digital Networks Act.  

Age verification priorità della presidenza danese

Alla precisa domanda di Marianna Madia sui tempi di entrata in vigore di una age verification a livello Ue, Virkkunen ha detto che il tema è una priorità della presidenza danese e che il tema dell’età online sarà sul tavolo della ministeriale che si terrà a ottobre.

Tecnologia satellitare europea

Per quanto riguarda il satellite, per Virkkunen si tratta di una tecnologia che in Europa non ha una grossa visibilità. Ma che ci sono ampi spazi di sviluppo e valide alternative alle aziende extra-Ue.

Reti e infrastrutture sono centrali e il prossimo budget lo dimostrerà.

Per quanto riguarda il 5G, il controllo dei fornitori extra Ue resta una priorità: “In futuro i fornitori a rischio non riceveranno più i fondi Ue”.  

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