Le lame fanno crescere anche stupri (+24,8%) e violenze sessuali (+12,1%)
Piazza Gae Aulenti, Milano. Un lunedì mattina di inizio novembre, pieno orario d’ufficio. Una donna di 43 anni viene colpita alle spalle con un coltello da cucina, in mezzo ai passanti e ai grattacieli di Porta Garibaldi. Un gesto improvviso, apparentemente senza movente, che riporta l’attenzione su una violenza – tipica dei centri urbani – sempre più difficile da prevedere.
Un fatto non isolato perché solo qualche giorno prima, nel Regno Unito, 11 persone sono state ferite in un accoltellamento di massa su un treno diretto a Londra King’s Cross. La polizia ha escluso il movente terroristico, ma l’attacco — il più grave mai avvenuto su una linea ferroviaria nel Regno Unito — ha riacceso il dibattito sul knife crime, la violenza commessa con coltelli o armi da taglio. Due episodi lontani, quello di Milano e quello inglese, uniti però dallo stesso strumento e da una violenza che sembra colpire senza un motivo preciso.
Inghilterra, quante aggressioni con coltello ogni anno?
Il knife crime in Inghilterra e Galles rimane un indicatore stabile del disagio urbano e delle tensioni sociali che attraversano il Paese. Dopo la brusca frenata durante la pandemia, quando le restrizioni avevano ridotto gli episodi di violenza, il numero di reati commessi con coltelli o oggetti affilati è tornato a crescere con la ripresa della vita quotidiana. Dai 52.000 casi del 2019/20 si è passati ai 41.700 del 2020/21, per poi risalire in modo costante: 45.600 nel 2021/22, 48.400 nel 2022/23 e 50.400 nel 2023/24. L’ultimo dato, relativo al 2024/25, registra una lieve flessione a 49.600 reati, per un calo del 4,5% rispetto al periodo pre-Covid.
Queste cifre provengono dal briefing ufficiale della Camera dei Comuni britannica, che raccoglie e analizza i dati dell’Office for National Statistics (ONS) — l’ente pubblico responsabile delle statistiche ufficiali del Regno Unito — insieme a quelli del Ministero della Giustizia e del Servizio Sanitario Nazionale (NHS Digital). I dati sono riferiti a periodi che vanno da marzo a marzo dell’anno successivo, secondo il metodo di rilevazione ufficiale adottato dagli enti statistici britannici.
Omicidi e condanne: la lama della giustizia
Il coltello resta la principale arma degli omicidi in Inghilterra e Galles, una costante della cronaca britannica che attraversa decenni di statistiche. Nel 2023/24 le uccisioni compiute con strumenti affilati – coltelli, lame improvvisate o bottiglie rotte – sono state 262 su 570 totali, pari al 46%. Nelle grandi città come Londra e Birmingham il fenomeno resta più diffuso e un numero crescente di episodi collegati a scontri tra gang.
I dati più recenti mostrano una tendenza divergente. Nel 2024/25 i tentati omicidi con armi da taglio sono aumentati del 6,6% rispetto all’anno precedente, ma restano inferiori del 5,4% rispetto al 2019/20. Gli omicidi, invece, risultano in calo del 23,7% rispetto sia al 2019/20 sia al 2023/24. Un quadro che suggerisce una diminuzione delle morti ma non della violenza, con il coltello che continua a essere l’arma più diffusa nelle aggressioni più gravi e un segnale evidente di quanto il problema resti radicato nel tessuto urbano britannico.
Reati sessuali con coltello in aumento
Nel 2024/25, secondo i dati ONS riportati nel briefing della House of Commons Library, i reati commessi con armi da taglio mostrano andamenti contrastanti a seconda della tipologia. Gli stupri e le aggressioni sessuali con coltello risultano in forte crescita rispettivamente del 24,8% e del 12,1% rispetto all’anno precedente. Aumentano anche le minacce di morte (+6,6%) e i tentati omicidi con arma da taglio (+6,6%), mentre calano le rapine (–4,3%) e le aggressioni con lesioni (–1,4%). Il quadro complessivo indica che, pur diminuendo alcune forme di violenza fisica, cresce la componente sessuale e intimidatoria del knife crime, segnale di una diffusione più diversificata del fenomeno.
Feriti da lama: cosa dicono gli ospedali
Dietro le cifre della violenza con armi da taglio si nasconde un quadro sociale preciso. Nel 2024/25 gli ospedali inglesi hanno registrato 3.494 ricoveri per ferite da oggetti affilati, in calo del 10,4% rispetto ai 3.900 dell’anno precedente e ai 3.643 del 2014/15. La componente maschile domina nettamente: 3.132 uomini contro 340 donne, una proporzione che da anni supera l’89,7% di pazienti maschi. Le donne restano sotto il 10%, una costante che conferma come la violenza con armi da taglio coinvolga quasi esclusivamente il mondo maschile, sia tra le vittime sia tra gli aggressori.
L’età, invece, mostra una tendenza preoccupante. Nel 2024/25, tra le persone ferite, 560 avevano meno di 18 anni, pari al 16% del totale: 149 under 16 e 411 tra i 16 e i 18 anni. Si tratta di un dato in lieve calo rispetto all’anno precedente (655 under 18 nel 2023/24), ma comunque elevato se confrontato con i 451 casi del 2014/15. La maggioranza dei ricoveri riguarda adulti sopra i 19 anni, concentrati soprattutto nelle grandi aree urbane. L’NHS Digital segnala che la riduzione complessiva non coincide con una diminuzione della gravità: gli episodi più gravi restano concentrati nelle città, dove ospedali, polizia e servizi sociali collaborano per intercettare e proteggere le vittime più giovani.
Dove si colpisce di più: la mappa del knife crime
La geografia delle aggressioni con coltello in Inghilterra e Galles riflette il contrasto tra le grandi città e le aree rurali. Nel 2024/25 il tasso più alto si registra a Londra, dove la Metropolitan Police segnala 182 reati ogni 100.000 abitanti. Nella capitale il fenomeno resta concentrato nei quartieri periferici come Croydon, Hackney e Lambeth, spesso teatro di scontri tra gruppi giovanili. Seguono Cleveland (area di Middlesbrough, nel Nord-Est dell’Inghilterra) e le West Midlands (dove si trova Birmingham), entrambe con 150 reati ogni 100.000 abitanti.
Anche le contee industriali del Nord, come il South Yorkshire (Sheffield) e il West Yorkshire (Leeds), registrano tassi elevati rispettivamente di 101 e 97 casi ogni 100.000 abitanti. All’estremo opposto, la Cumbria, regione montuosa che include il Lake District, rimane la più sicura con appena 31 reati ogni 100.000 abitanti. Il quadro conferma che la violenza con coltelli è soprattutto un problema urbano, radicato nelle aree più popolose e socialmente complesse del Paese, dove la pressione abitativa e le disuguaglianze amplificano le tensioni.
Giustizia e pene: cosa prevede la legge inglese
Nel Regno Unito è ormai consolidata la consapevolezza che il knife crime rappresenti un rischio reale per la sicurezza pubblica, soprattutto nelle grandi città. L’obiettivo del quadro normativo è scoraggiare il possesso preventivo di armi da taglio e contenere la diffusione della violenza, agendo sia sul piano penale sia su quello della prevenzione. Le autorità intendono intervenire prima che il coltello venga usato, colpendo la semplice detenzione ingiustificata e promuovendo campagne educative rivolte ai più giovani.
Il sistema legislativo si fonda su un impianto stratificato e progressivamente più severo. Il Prevention of Crime Act del 1953 ha introdotto il reato di possesso di armi offensive in luogo pubblico, mentre il Criminal Justice Act del 1988 ha esteso il divieto agli oggetti con lama o punta. Successive modifiche hanno ampliato gli elenchi delle armi proibite e aumentato le sanzioni, fino al Criminal Justice and Courts Act del 2015 e all’Offensive Weapons Act, che ha rafforzato i controlli sulla vendita online e previsto pene più dure per il porto illegale. Le linee guida del Sentencing Council (Bladed articles and offensive weapons: possession) fissano criteri uniformi per la determinazione delle pene, introducendo la custodia obbligatoria in caso di recidiva e regole più rigide per i minori coinvolti.
Fonte: House of Commons Library, Briefing “Knife crime in England and Wales”
