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Violenza sulle donne, il Governo lancia un piano da 40 milioni di euro

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Il piano prevede molte campagne di informazione e formazione. La Dg Cinema del Mibac avvia un intervento da 200mila euro per la produzione di cortometraggi.

Conferenza stampa affollata, giovedì pomeriggio 18 luglio, a Palazzo Chigi, per la presentazione del piano operativo contro la violenza sulle donne: sul tavolo di presidenza, la Ministro per la Pubblica Amministrazione, la senatrice Giulia Bongiorno, ed il Sottosegretario alle Pari Opportunità, il parlamentare Vincenzo Spadafora, per presentare una iniziativa senza dubbio commendevole, e non s’è ascoltato l’eco delle accese polemiche che infiammano in questi giorni una maggioranza di governo che sembra sempre più a rischio di crisi.

Queste le iniziative annunciate: sostegno ai “centri anti-violenza” ed alle “reti territoriali” attraverso le Regioni, con uno stanziamento ulteriore di 10 milioni di euro rispetto al 2018, che porta i fondi a un totale di 30 milioni di euro nel 2019; sostegno finanziario da parte del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri ad azioni di altre Amministrazioni pubbliche, per 1,7 milioni di euro; un fondo “anti-ostaggio” per le donne vittime di violenza, dotato di 2 milioni di euro per il 2019; una “task force” inter-istituzionale per il monitoraggio sull’utilizzo delle risorse e la trasparenza, in collaborazione con la Guardia di Finanza, per verificare il corretto impiego dei finanziamenti (sacrosanta iniziativa, in un Paese nel quale la criminalità riesce ad attingere risorse anche da fonti insospettabili ed è sempre latente il rischio di clientelismo); un “Tavolo tecnico interforze per una efficace e rapida valutazione e gestione del rischio di recidiva”; potenziamento degli interventi per gli uomini autori di maltrattamenti; più azioni di comunicazione e formazione degli operatori “in prima linea” (carabinieri, poliziotti, agenti penitenziari, ecc.).

Un pacchetto di iniziative senza dubbio robusto, e dotato di risorse significative. Sono queste le principali novità contenute nel “Piano operativo” relativo al “Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2017-2020”, presentato a palazzo Chigi.

Nel 2019, il Dipartimento Pari Opportunità stanzierà quindi in totale quasi 40 milioni di euro: per la precisione 38,5 milioni di euro. Alcune delle azioni previste sono poi “a costo zero”.

Il Piano individua alcune “priorità” (inserite nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che trasferirà i finanziamenti alle Regioni, Dpcm in fase di perfezionamento nel testo, pronto per fine luglio/inizio agosto), cui le Regioni dovranno attenersi: progetti rivolti a vittime minorenni, donne migranti e uomini maltrattanti; tavoli regionali per il monitoraggio sistematico sull’utilizzo delle risorse nei territori; potenziamento delle reti dei servizi territoriali.

Il Piano applica le linee del precedente Governo ma in un’ottica di sistema

Secondo Vincenzo Spadafora, “il Piano operativo applica, con risorse certe, le linee operative approvate dal precedente Governo. Il passo avanti è che si tratta di azioni concrete, misurabili, con finanziamenti certi, un elenco di cose che si parlano tra loro in un’ottica di sistema: si può affrontare solo in questo modo un tema così complesso. È un piano flessibile, che andrà aggiornato nei prossimi mesi, con il supporto delle varie realtà e associazioni del settore”.

L’iniziativa è stata annunciata l’indomani dell’approvazione del cosiddetto “Codice Rosso”, mercoledì 17, divenuto legge dello Stato: “il ‘Codice Rosso approvato ieri è un mattone fondamentale – ha sostenuto la Ministro Giulia Bongiorno –  una legge che dà soluzioni importanti per il tema della violenza sulle donne: abbiamo fatto il massimo dal punto di vista legislativo su una serie di fronti, ma la violenza non si può combattere solo con sanzioni e nuovi reati, e questo ‘Piano’ completa quanto iniziato con il ‘Codice Rosso’. In particolare, la priorità delle priorità sono i corsi di formazione: li abbiamo resi obbligatori nella Pubblica Amministrazione, per eliminare le discriminazioni di genere”.

Abbiamo domandato al Sottosegretario come si sente nel suo ruolo di “alfiere delle diversità” (gay, minoranze, disabili, immigrati…) all’interno di un Governo che, su queste tematiche, evidenzia non poche “contraddizioni interne”: le prese di posizione del Vice Presidente del Consiglio Matteo Salvini sembrano infatti spesso andare in direzione opposta rispetto all’azione di Spadafora (si ricordi una decina di giorni fa il Sottosegretario ha accusato il Vice Premier di “alimentare l’odio”). Alla nostra domanda, il Sottosegretario ha risposto diplomaticamente: “io faccio il mio lavoro sapendo che ci sono persone che condividono con me delle battaglie, come il Ministro Bongiorno. Sono Sottosegretario con la delega alle Pari Opportunità, e, quando intervengo, non è per fare polemica politica o alzare polveroni, ma perché credo di dover svolgere quella delega e onorare l’impegno che mi è stato dato nel migliore dei modi. Poi, quando si lavora sui temi e sui contenuti, si riesce sempre a confrontarsi. Mettiamo da parte la polemica politica, quando si lavora sulle cose vediamo i risultati nel tempo. Il mio obiettivo costante è quello di fare il mio lavoro, e lo faccio sapendo di avere tantissime persone, in Parlamento e nel Governo, che condividono battaglie che condividiamo in tanti. Il mio non è un imbarazzo, nel momento in cui riusciamo a fare delle cose vale sempre la pena starci: non credo di essere alfiere di granché, ma coerente con una mia storia personale precedente e soprattutto svolgere un ruolo che mi è stato affidato”.

Le azioni specifiche del Dipartimento Pari Opportunità

Per quanto riguarda specificamente le azioni del Dipartimento Pari Opportunità, il Sottosegretario ha spiegato che 6,8 milioni di euro saranno così destinati: 650mila euro saranno utilizzati per il numero di pubblica utilità (il numero 1522), 600mila euro saranno allocati per la campagna di comunicazione “25 novembre” (la “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”), 200mila euro per il sistema informativo per il monitoraggio del Piano, 1 milione per la promozione del sistema “Stem” (acronimo che sta per “Science, Technology, Engineering and Mathematics”, ovvero l’insieme di discipline che affrontano in modo interdisciplinare tematiche come l’immigrazione, la lotta alle disparità di genere, la difesa), 200mila euro per la formazione del personale dell’Arma dei Carabinieri, 200mila euro per la formazione del personale della Polizia locale, altri 200mila per la formazione e sensibilizzazione degli operatori di settore sul tema della violenza contro le donne con disabilità (presente in prima fila, durante la conferenza stampa, il Sottosegretario con delega per la Famiglia e la Disabilità Vincenzo Zoccano), altri 200mila per la formazione del personale della polizia penitenziaria, 50mila euro per la sensibilizzazione dell’emittenza radiotelevisiva (e qui ci sembra un budget modestissimo, e non si comprende come gestito dal Mise), 100mila euro per i percorsi di recupero dei minori autori di reati sessuali, e 430mila euro per la costruzione di un “sistema informativo integrato” relativo ai dati sul fenomeno della violenza contro le donne.

Per quanto riguarda invece le ulteriori azioni delle Amministrazioni centrali, 1 milione e 50mila euro saranno destinati al sostegno alle vittime di violenza assistita e agli orfani di crimini domestici, 145mila euro alla formazione delle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione delle persone sopravvissute tra i rifugiati e i richiedenti asilo, e 400mila euro per la formazione del personale del settore pubblico e per la costituzione di una piattaforma nazionale dei “Comitati Unici di Garanzia” (i cosiddetti “Cug”) per le pari opportunità e la valorizzazione e il benessere di chi lavora e contro le discriminazioni.

Spadafora: “il tema culturale è quello più importante”

Il Sottosegretario ha evidenziato il problema “culturale” che è alla base dei processi violenti ed in generale nelle dinamiche di discriminazione: “il tema culturale è quello più importante, non a caso noi prevediamo molte campagne di comunicazione e informazione che riguardano soprattutto i più giovani, nelle scuole, ma anche i ragazzi dovunque loro siano, per evitare l’odio che spesso nelle reti viene fomentato proprio sugli stereotipi di genere”.

Da segnalare (lamentare) la totale assenza della Rai, apparentemente, da questo “Piano operativo” ovvero da questa strategia di lotta alla violenza contro le donne: a cosa si deve questa latitanza di Viale Mazzini?! Disinteresse? Rimozione? Indisponibilità? Il servizio pubblico radiotelevisivo non è stato citato nemmeno “en passant” dal Ministro o dal Sottosegretario. Eppure in Rai esiste anche una precisa struttura, denominata “Responsabilità Sociale”, retta da Roberto Natale.

Vincenzo Spadafora ha infine precisato che i 30 milioni di euro saranno stanziati ai 338 centri e servizi specializzati nel sostegno alle donne vittime di violenza, il 40,2 % dei quali si trova nel Nord Italia, il 17,5 % al Centro ed il 42,3 % al Sud. Durante la conferenza stampa, sono stati presentati i dati essenziali di una ricerca svolta in materia da Istat e Cnr.

La Dg Cinema del Mibac lancia il bando “Non violenza: lo schiaffo più forte”

Ministro e Sottosegretario hanno evidenziato il coinvolgimento di una pluralità di dicasteri in questo “Piano operativo”, ma ci ha stupito che sia stato completamente ignorato il Mibac: eppure proprio giovedì 18, in curiosa contemporanea, sul sito web della Direzione Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali è stato pubblicato un avviso proprio su queste materie: sensibilizzazione culturale contro la violenza sulle donne.

Si tratta del bando “Non violenza: lo schiaffo più forte”, progetto speciale della Dg Cinema guidata da Mario Turetta, che ha una dotazione di 200mila euro ed intende finanziare la produzione di cortometraggi (di finzione, di animazione e/o a carattere documentaristico; durata dai 3 ai 15 minuti) sul tema della violenza sulle donne e contro le teorie sulla inferiorità di genere. Sono ammessi i “corti” con sfruttamento festivaliero, cinematografico, televisivo o web. Le domande di contributo possono essere presentate sulla piattaforma web Dgcol dal 16 al 30 settembre 2019 (strana procedura: bando pubblicato il 18 luglio ed aperto soltanto dal 16 settembre…). Il bando rientra, leggendo il decreto ministeriale Mibac, nell’economia del “sostegno ai progetti che aiutino a scardinare un retaggio che confina il ruolo della donna nella società e la rende oggetto di violenza”: si vuole “sostenere i progetti che aiutino a scardinare un fenomeno che, per essere debellato, deve ambire anche ad un cambiamento culturale”. Possono partecipare imprese cinematografiche e audiovisive, ma anche enti di varia natura, dalle fondazioni alle associazioni. Contributo massimo 25mila euro per ogni “corto”, elevato a 30mila per i corti di animazione.

I lettori più attenti di questa rubrica ricorderanno che, a fine 2018, in occasione della soppressione del progetto speciale “MigrArti – La cultura unisce” (promosso dall’ex Ministro Dario Franceschini), l’attuale a Sottosegretaria Lucia Borgonzoni (delegata per il cinema e l’audiovisivo) sostenne che non aveva senso – a parer suo – sviluppare oltre il progetto che pure ha significativamente stimolato la produzione artistica delle comunità immigrate in Italia, mettendo in moto migliaia di realtà autoriali, produttive, associative (iniziativa che nel 2018 ha beneficiato di una dotazione di 1,5 milioni di euro), e che nel 2019 avrebbe allocato le risorse ministeriali a favore piuttosto di un “progetto speciale” contro la violenza sulle donne (vedi “Key4biz” del 27 novembre 2018, “MigrArti, perché il bando per gli immigrati è in stand-by?”).

E così è stato, con buona pace di quella “coesione sociale” auspicata da più parti. In questo contesto l’“alfiere delle diversità” Vincenzo Spadafora, sembra voler navigare (barcamenarsi?!) “in direzione ostinata e contraria”. Sensibilità certamente importante anche quella del Mibac nei confronti della lotta alla violenza sulle donne, senza dubbio, ma budgetariamente ben poca cosa, e perché completamente sganciata dal “Piano” promosso da Spadafora e Bongiorno?! Mibac e Rai non sono potenziali primari promotori proprio di quella sensibilizzazione culturale auspicata dal Sottosegretario Spadafora?

Misteri della politica italiana, e delle tante “contraddizioni interne” dell’esecutivo giallo-verde.

Clicca qui, per leggere le slide del “Piano Operativo” (2019) del “Piano Strategico Nazionale sulla Violenza Maschile Contro le Donne” (2017-2020), presentato dalla Ministro Giulia Bongiorno e dal Sottosegretario Vincenzo Spadafora il 18 luglio 2019 alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Clicca qui, per leggere un estratto della ricerca Istat-Cnr sui Centri e Servizi Antiviolenza in Italia, presentata il 18 luglio 2019 alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Clicca qui, per la videoregistrazione (dal canale YouTube di Palazzo Chigi) della conferenza stampa per la presentazione del “Piano Operativo” (2019) del “Piano Strategico Nazionale sulla Violenza Maschile Contro le Donne” (2017-2020), il 18 luglio alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.